domenica, Dicembre 22, 2024

Ferrari: l’involuzione della SF-23 figlia della scarsa preparazione in pista

Ferrari ancora una volta fa una fatica enorme. Ma andiamo per parti. Il debutto del format sperimentale delle qualifiche ATA (Alternative Tyre Allocation) ha prodotto l’atteso rimescolamento dei valori in campo, tanto agognato dal management della Formula 1. Qualsiasi modifica al regolamento sportivo in corso d’opera mortifica lo spirito della competizione alterando in maniera più o meno significativa i rapporti di forza apprezzati fino alla sua attuazione.

Tuttavia tale constatazione nulla toglie alla splendida pole di Lewis Hamilton che ha dimostrato quanto l’uomo possa essere ancora determinante anche con un mezzo meno prestazionale rispetto alla concorrenza.

Così come non si può trascurare il progresso della McLaren che, su una pista antitetica rispetto a Silverstone, ha replicato quanto di buono espresso tra le mura amiche. La monoposto rivelazione della prima parte stagionale viene tenuta a galla dal manico di Fernando Alonso ma l’involuzione dell’Aston Martin risulta evidente.

Ferrari
Vista dall’alto della SF-23 di Leclerc nel corso delle qualifiche del gran premio d’Ungheria

E Ferrari, dicevamo? La particolare qualifica non ha certamente favorito il team di Maranello. Nei primi due run con le mescole hard e medium i piloti della rossa hanno dovuto lottare con la minore aderenza offerta dalle suddette mescole. Già nel Q2 Carlos Sainz è stato costretto ad alzare bandiera bianca, eliminato per soli 2 millesimi di secondo in una sessione “pulita”, ovvero senza fattori che potessero penalizzare lo spagnolo.

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Uno sconsolato Sainz termina le qualifiche nel Q2 in undicesima piazza

L’eliminazione è dolorosa in quanto ben tre monoposto clienti della Scuderia Ferrari sono riusciti ad accedere in scioltezza in Q3. Per Leclerc il sabato magiaro è stato altrettanto privo di soddisfazioni. Il sesto posto finale alle spalle di Zhou Guanyu è difficile da accettare in quanto, per stessa ammissione del pilota monegasco, è stato estratto il massimo potenziale dalla SF-23. Il distacco dalla pole di Hamilton sfiora i 4 decimi che su un tracciato del genere non sono pochi.

Per l’ennesima volta la sensazione è che gli ingegneri del Cavallino Rampante si siano fatti trovare impreparati a fronte di una situazione diversa dagli schemi standard. La dimostrazione è fornita dalla Alfa Romeo che, senza aver introdotto alcun aggiornamento, ha concluso la qualifica con il quinto e settimo tempo. Dal momento che Charles è indiscutibilmente un pilota sublime in qualifica e che il suo secondo run in Q3 non è stato viziato da alcun errore, il problema va cercato altrove.

La SF-23, almeno con le soft, ha pagato un prezzo elevato nel terzo settore del circuito sintomo evidente di un setup imperfetto sommato all’incapacità di gestire la finestra termica dello pneumatico a dovere. Le Pirelli a banda rossa non saranno le mescole da gara, ma nessuno dei compound forniti dal costruttore italiano sembra poter adattarsi al meglio alla Ferrari.

Le previsioni meteo indicano che la corsa odierna si svolgerà in condizioni torride con le temperature più elevate di tutto il fine settimana. Ma se il pezzo forte della scuderia modenese è la qualifica cosa è lecito sperare in gara dove il “tyre management” della monoposto italiana è sempre stato alquanto complicato?


Il disarmo Ferrari emerge dalle parole dei protagonisti

Per uno specialista del giro secco come Leclerc, il sesto crono ottenuto con un giro pulito da un lato deresponsabilizza il monegasco ma dall’altro acuisce la frustrazione. Il ferrarista è apparso sereno con sé stesso ma molto preoccupato in merito al gap tecnico verso la concorrenza. Il vice campione del mondo in carica ha sottolineato la fatica nell’estrarre la performance dalla monoposto.

Si è detto sorpreso della velocità della McLaren che ha dimostrato di essere superiore, auspicando che i prossimi update alla SF-23 possano riportarlo quantomeno nella lotta alle spalle di Max Verstappen. Per quanto riguarda la gara, il giovane campione della rossa confida in una buona gestione degli pneumatici come fattore chiave per maturare un risultato positivo.

Ancora più sconforto per lo spagnolo eliminato in Q2. Sainz ha ammesso di non essere riuscito a massimizzare la prestazione con le gomme medium e il vento nelle curve veloci sembra abbia compromesso il bilanciamento nei due run in Q2. L’iberico avverte la criticità del momento dichiarando senza mezzi termini che la concorrenza sta effettuando un lavoro superiore come dimostrato palesemente dal team di Woking.

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Un accigliato Frederic Vasseur al muretto durante le qualifiche del gran premio d’Ungheria

Per Vasseur il nuovo format delle qualifiche non è alla base del mediocre risultato colto ieri in qualifica. Con la solita spontaneità ha ammesso che il team non ha operato nella giusta direzione per il trattamento delle gomma. Opinione opposta rispetto a quella di Carlos in base alla quale l’eliminazione in Q2 è stata propiziata anche dal format suddetto.

Secondo il team principal della rossa l’exploit dell’Alfa Romeo è la prova che buoni risultati non siano necessariamente vincolati agli aggiornamenti. A questo punto la domanda sorge spontanea: perché le operazioni in pista nell’arco del weekend non sono in grado di fornire agli alfieri della rossa una monoposto rapida? E ancora, perché la rossa nel 2023 è stata performante solo negli sprint weekend in cui il setup è praticamente deliberato dalle sole simulazioni?

Da quello che abbiamo potuto vedere, sarà una coincidenza, durante i fine settimana dove si utilizza il format standard le prestazioni della rossa in misura comparabile verso la concorrenza non migliora assai. Probabilmente anche questo sarà uno dei tanti problemi che Vasseur dovrà cercare di risolvere nel corso del suo mandato.


Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat

Immagini: Scuderia Ferrari

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