A due giorni dall’avvio del weekend del Gran premio del Belgio e dopo metà campionato passato alla storia nulla è cambiato. Il ritornello è lo stesso: qualcuno sarà in grado di fermare le progressioni della Red Bull e di Max Verstappen? A turno e in base al circuito affrontato sembra che un determinato competitor possa interrompere la striscia dei campioni del mondo. A Monaco deve essere Aston Martin, a Budapest la Mercedes, in Azerbaijan la Ferrari.
Risultato? Hanno vinto solo loro, sempre loro. Nell’approcciarsi a Spa Francorchamps è sparita anche questa narrazione: nessuno ha il coraggio di individuare un veicolo che possa fare il solletico alla RB19 che, al di là di stravolgimenti imprevedibili, potrebbe far man bassa anche tra i boschi delle Ardenne.
Parlando delle strategie di sviluppo della vettura Toto Wolff aveva detto che il team intendeva concentrarsi sia su quest’anno che sul prossimo. Il manager ha ammesso che i comparti tecnici stanno bilanciando le risorse per non abbandonare del tutto la W14 e per non compromettere sul nascere il progetto W15. Mercedes non può permettersi di fermare lo sviluppo del veicolo attuale poiché i competitor stanno progredendo aggressivamente per recuperare sulla Red Bull e si rischia di essere superati
Mercedes: il 2023 è sacrificato all’apprendimento
A Brackley sono consapevoli che la stagione delle scelte di compromesso è finita e che serve ben altro per tornare in cima alla classifica. Al di là di sporadici lampi che per ora non hanno nemmeno portato una vittoria di tappa, l’obiettivo della Mercedes è essere nuovamente in grado di vincere un campionato del mondo.
“Ciò non accadrà quest’anno – aveva ammesso un onesto Wolff che ha definitivamente riposto in soffitta certi proclami di recupero strabiliante fatti dopo i primi gran premi – Quindi dobbiamo puntare gli occhi sul prossimo anno e poi affrontare tutte le gare che restano per imparare, sviluppare e assicurarci di poter portare il know-how acquisito nel prossimo anno”.
Pare chiaro, quindi, che, come sta accadendo in Ferrari, non si mollano del tutto i progetti attuali ma di certo gli sforzi veri si stanno concentrando su l’anno prossimo. La W14-B è una versione di monoposto molto basilare se raffrontata alla RB19, lo si può percepire anche da uno sguardo rapido alla zona dei sidepod e al fondo che, a Monaco, è stato svelato.
Proprio questa natura – e gli ampi margini di crescita che James Allison ha ammesso di aver trovato nelle sue osservazioni – faranno sì che ci sarà una continuità negli upgrade. Ma non per contrastare (vanamente) Red Bull, bensì per arrivare pronti all’anno prossimo quando, con tutta probabilità, saranno rivisti anche elementi fondamentali come il telaio e le sospensioni posteriori che, ad oggi, sembrano essere il vero ostacolo sul cammino tecnico di un veicolo nato male e che si sta provando a correggere strada facendo.
Il Gran Premio d’Ungheria, che doveva rappresentare una tappa amica di Brackley, ha avuto l’effetto della definitiva doccia fredda. Hamilton – e non sia da giustificazione una partenza disastrosa dopo una pole position inattesa e per questo magica – ha incassato quasi quaranta secondi di distacco dal mattatore Verstappen che, ad un certo punto, ha messo le cose in chiaro piazzando un giro veloce che ha svelato il potenziale della vettura. Elementi ai quali Mercedes non è rimasta insensibile.
Si è capito, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che la W14, anche nella versione rivoluzionata introdotta tra i guard rail del Principato di Monaco, non reca con sé quegli elementi concettuali in grado di fare la differenza, seppur sviluppati a dovere, nella prossima stagione. E’ necessario un cambio di passo, una cesura tecnica, qualcosa che sia in grado di rivoltare destini già apparentemente segnati.
Wolff non ne ha fatto mistero quando ha detto che nel 2024 è necessario postulare diversi cambiamenti aggiungendo, con un pizzico di speranza, che la direzione in cui Mercedes sta sviluppando la vettura sia molto interessante.
Wolff ha lasciato intendere che il concept su cui sarà basata la W15 è ancora un “mistero” poiché si stanno vagliando diverse strade: “Vediamo tante opportunità e non ci precludiamo nulla – aveva detto dopo il Gp d’Ungheria chiuso ai piedi del podio – Non lasciamo nulla di intentato, guardiamo a ogni singolo concetto che abbiamo visto su altre monoposto. Valutiamo se sia valido o no e se è utile a noi. Lo facciamo senza lasciarci distrarre dal nostro modo di operare e di analizzare”.
Mercedes: “copiare” Red Bull è l’unica via percorribile
Al di là di quelle che possono essere le filosofie oggetto di studio le alternative per Mercedes non sono troppe. Tornare indietro al concept zero sidepod sarebbe un autogol che a Brackley nessuno vuole propiziare. Battere strade fantasiose, con il budget cap a ridurre i margini operativi ed un regolamento stringente che verrà stravolto tra due anni, non è un’opzione sul tavolo.
La verità è che Mercedes, come tutti gli altri competitor, ha ben poche alternative se non quella di accodarsi al treno della Red Bull. Cosa che si è iniziata a fare con la versione B che, con i nuovi e più pronunciati sidepod, prova ad energizzare l’effetto downwash che sulla RB18 e sulla RB19 ha funzionato alla perfezione.
Nel 2024 si andrà quindi in quella direzione sperando che gli interventi previsti al telaio e alle sospensioni (che sono limitati in questa stagione a causa dei vincoli finanziari) bastino per mettersi sullo stesso livello dei primi della classe per provare a batterli sul loro terreno di caccia.
Mercedes, ancora, sarà chiamata ad affrontare – e risolvere – un altro bel nodo in cui è rimasta imbrigliata: la correlazione pista – simulazioni che non ha funzionato al volgere dei regolamenti tecnici che hanno tolto solidità ad un team che era abituato a lavorare con altri parametri. E’ stato necessario implementare nuovi strumenti conoscitivi per gestire il cambiamento che, altrove, vedasi in Red Bull, è stato meglio cavalcato.
Non potranno essere prese decisioni sbagliate in Mercedes perché i margini d’errore sono praticamente inesistenti. Hamilton lo aveva manifestato in maniera diretta qualche giorno fa: “Bisogna essere attenti alle scelte che si faranno. E’ necessario essere molto metodici nel seguire questo processo altrimenti si possono perdere settimane di sviluppo e decimi di prestazione”. E se davvero il 2024 deve essere l’anno del riscatto dopo due stagioni di patimenti allora la scuderia anglotedesca ha pochi colpi da sparare per centrare un bersaglio lontanissimo. Serve il miglior cecchino che esista in circolazione…
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1