Le qualifiche del Gp di Gran Bretagna per la Mercedes rappresentano la tipica situazione da bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Emergono aspetti positivi o negativi a seconda dal punto d’osservazione e di chi sia l’osservatore. La sessione si è chiusa con un sesto e un settimo posto, rispettivamente per George Russell, che ha ritrovato feeling con la W14-B, e per Lewis Hamilton.
Di buono c’è il gap dalla seconda piazza che è davvero minimo. Ancora, c’è lo stare molto vicini alla Ferrari che, solitamente, sul push lap, è molto più solida delle Frecce Nere. Non finisce qui: le Aston Martin, concorrenti dirette in classifica, sono state comodamente battute su una pista che rappresenta un gran bel banco di prova tecnico. E poi ci sono il passo gara e il controllato degrado delle gomme, i fiori all’occhiello del veicolo affidato alle sapienti mani di James Allison. Insomma, per l’osservatore ottimista è quasi un tripudio.
Ma poi c’è l’alter ego, colui il quale, cinicamente, elenca la dolente lista delle cose che non hanno funzionato. Silverstone non doveva essere il weekend del riscatto? Direbbe questo puntiglioso amico. Ancora, osserverebbe questa fastidiosa spina nel fianco, cosa c’è da esaltarsi se si prende la paga anche dalla McLaren che a inizio stagione nuotava affannosamente nelle retrovie e che da quando è stato introdotto il nuovo pacchetto di aggiornamenti riesce a stare abbastanza normalmente davanti alle vetture anglotedesche?
Proprio quest’ultimo aspetto deve far riflettere gli uomini di Brackley. A qualche chilometro più in là, a Woking, hanno azzardato e i frutti del lavoro si stanno vedendo. Non che in Mercedes abbiano dormito o lo stiano facendo ora, ma il salto triplo della squadra diretta dal duo Brown-Stella è un esempio tangibile di come, a campionato in corso, si possano letteralmente stravolgere certe tendenze. Ed è quello che, a caldo, Lewis Hamilton ha osservato incassando la risposta di Wolff che predica calma e afferma che Roma (e la W14) non fu costruita in un solo giorno.
Mercedes: il moderato ottimismo di Russell e Hamilton
Chiaramente, se prevarrà il punto di vista dell’ottimista o quello del pessimista lo capiremo nel pomeriggio, quando le monoposto saranno passate sotto la bandiera a scacchi. In attesa che il destino si compia, registriamo la moderata felicità di George Russell che somiglia molto alla parte positiva di questo “Man-Erg” (sia concessa la citazione musicale) che è la Mercedes 2023.
“Sono rimasto un po’ deluso per non essermi qualificato più avanti, ma siamo in una situazione buona per la gara. Il team ha fatto un buon lavoro nel migliorare la vettura durante la notte e sono entusiasta di vedere cosa possiamo fare nel Gran Premio. Crediamo di avere un passo gara più forte rispetto al giro singolo, quindi sono fiducioso che possiamo fare bene”. Ecco, l’asticella delle aspettative che si innalza notevolmente.
Hamilton è stato più cauto ma alla fine non ha resistito nel preconizzare una gara più dolce di quanto non lo siano state le qualifiche che ad un certo punto sembravano poterlo porre alle spalle dell’inarrivabile alieno di Hasselt: “Sembra che fatichiamo sul giro singolo più che sul passo gara, quindi vedremo cosa possiamo fare domani. Se riuscissimo a progredire, sarebbe fantastico. Speriamo di poter mettere un po’ di pressione sulle macchine davanti e di entrare in battaglia con loro”.
Mercedes: il pragmatismo di Toto Wolff
Toto Wolff è l’uomo bilanciato, colui il quale cerca di prodursi in un’analisi lucida che, per natura, contempla i più e i meno. “E’ stata una sessione interessante – ha esordito il dirigente viennese – con il distacco tra P2 e P7 solo di pochi decimi. Siamo stati più competitivi di quanto pensassimo in termini di tempo sul giro e il gap dalla prima fila è piccolo. La domanda per noi ora è quanto differenziale di ritmo sia necessario per sorpassare. Ci sono diverse macchine davanti a noi, ma siamo fiduciosi di poter fare dei buoni progressi”.
E poi il commento su quanto McLaren è stata in grado di fare. Un tema a cui Mercedes è sensibile anche perché è fornitore di power unit. E non deve essere facile, come accaduto quando Aston Martin era comodamente davanti, accettare che un cliente vada meglio.
“E’ in un certo senso frustrante essere dietro, ma è anche incoraggiante vedere i guadagni di tempo sul giro che altri hanno trovato, inclusa la McLaren. È un buon esempio di come è possibile aggiungere prestazioni durante la stagione. Siamo stati in grado di farlo e siamo concentrati sul continuare a farlo. Questo ci aiuterà a competere sia sabato che domenica e, alla fine, a colmare il divario con i primi”.
Al netto di Verstappen, che fa uno sport a parte, il campo è strettissimo e il podio, anche grazie alle difficoltà reiterate in cui versa Sergio Perez, non è una chimera. Shovlin, ormai in un mantra, ha evidenziato che il ritmo sui long run è buono e che le modifiche apportate alla monoposto (l’inedita ala anteriore) hanno risposto bene allo stress test della pista.
La chiave sarà la strategia e, a quanto sembra, il punto di riferimento sono le MCL60 di Lando Norris e Oscar Piastri. Se la McLaren ha il passo gara per eguagliare la velocità espressa in qualifica, ha spiegato Shovlin, la tattica della Stella a Tre Punte ne verrà fortemente influenzata. Chiaramente non si può non considerare anche la Ferrari che ultimamente è in grande spolvero e pare aver limato quella differenza prestazionale tra sabato e domenica.
Insomma, alle spalle della Red Bull n°1 c’è un mondo che pullula di storie e di duelli avvincenti che nascono da distacchi esigui. Ossia ciò che prova e sogna di realizzare Liberty Media. Peccato che ci sia Max a presentarsi come una sorta di fastidiosa e rumorosa sveglia che fa aprire di colpo gli occhi portando tutti sul Pianeta Terra.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG, McLaren F1