Due sessioni, un solo ritornello: Red Bull. Volessimo sintetizzare all’estremo il venerdì del Gran Premio di Gran Bretagna questa sarebbe la cartolina che rimane. Sia Fp1 che Fp2 sono state monopolizzate dalla RB19 n°1 del solito Max Verstappen che non ci sta a lasciare per strada nemmeno una sessione di prova. Il pilota di Hasselt, che finora ne ha vinte sette su nove, vuole rimpinguare la striscia per chiudere, anche se non formalmente, la pratica iridata già prima della sosta estiva che si consumerà dopo il GP del Belgio di fine luglio.
Non è il push lap ad aver impressionato, quanto la simulazione del passo gara. Specie quelle dell’alieno Verstappen che fa quel che gli pare con la sua monoposto. Nei quindici giri effettuati con carico di carburante medio alto, prima con pneumatici soft poi con le medie usate nel secondo mini-stint, l’andamento dell’olandese è stato impressionante. Una lunga teoria di 1.33 interrotta da qualche giro più “calmo” per prendere spazio dagli avversari che conducevano le loro simulazioni.
La RB19 ha mostrato un degrado molto controllato (a differenza della Ferrari che ha sofferto sul fondamentale) e soprattutto è stata in grado di affibbiare distacchi di una certa importanza ai concorrenti. Si pala di una media di 5-6 decimi al giro, specie sul compound C3 (gomma a banda rossa). Segnali che parlano di un possibile ed ulteriore dominio dell’olandese.
Red Bull: preoccupa solo l’evoluzione meteorologica
Chiaramente, quando la tavola è apparecchiata, si spera che non arrivi qualcosa a cambiare l’ordine dei fatti. L’unica, vera, preoccupazione per Verstappen è il meteo. Per oggi si annuncia pioggia e la cosa potrebbe essere un problema su una pista molto severa e decisamente tecnica. “Vedremo come sarà il meteo, vogliamo migliorare la macchina nonostante oggi sia stata una buona giornata per noi“. Questo lo stringatissimo commento del bi-iridato che, nonostante la scivolosità della RB19 nella prima sessione di libere dettata da una pista particolarmente green, si è detto soddisfatto dell’assetto.
“In generale abbiamo ottenuto ottimi risultati in entrambe le sessioni, siamo riusciti a completare il nostro programma e anche i long run sono andati bene“. Parole di una semplicità disarmante che suonano come una minaccia per gli avversari che sperano, fino a questo momento vanamente, di ritagliarsi la possibilità di ottenere una vittoria stagionale.
La novità della giornata di ieri – ed è una cosa che atterrisce ulteriormente la concorrenza – è stata la ritrovata vena di Sergio Perez che viene da una striscia di risultati non proprio da incorniciare. Se Aston Martin, Ferrari e Mercedes hanno potuto assaporare a più riprese il gusto del podio è anche perché Checo è mancato, colpevolmente, troppo spesso. Il weekend britannico è iniziato con il piede giusto e la cosa potrebbe essere un problema serio per gli altri.
L’ex Racing Point ha ritrovato le performance smarrite (anche se paga un certo distacco dal compagno di equipe sia in termini di giro secco che sul passo gara) proprio nel giorno in cui hanno debuttato le nuove gomme Pirelli che rispondono alle necessità scaturenti dall’aumentata downforce generata dalle vetture 2023.
Red Bull: perfetto l’adattamento alle nuove Pirelli
“È stata una giornata molto interessante, abbiamo provato le nuove gomme. Abbiamo imparato molto sul loro comportamento. Stanotte sarà molto lunga perché dobbiamo continuare a capire come sfruttarle al meglio”. Questo l’incipit del messicano che, anche nel resto delle dichiarazioni rese ai media, pone l’accento su questa importante novità.
Secondo Perez, sia per Silverstone che per il resto della stagione, sarà decisivo “dominare” (espressione usata dal messicano) gli pneumatici, assicurandosi di avere il giusto out lap che, specie sul tracciato britannico, è molto critico. “Se saremo in grado di gestirlo, allora avremo una buona prospettiva per le qualifiche e, allo stesso modo, per la gara. Direi che sia stato un venerdì complessivamente positivo. La macchina è buona, abbiamo fatto dei buoni progressi tra le due sessioni, sono soddisfatto. Spero che domani potremo fare un altro passo avanti: lottare per la pole sarebbe ideale”.
La consistenza di una monoposto la si capisce anche dalla capacità di adattarsi al mutare di un elemento essenziale come può essere quello riconducibile alle gomme di nuova costruzione. Come avvenne l’anno passato con la RB18 in occasione della delibera della Direttiva Tecnica 039, anche la RB19 resta insensibile a variazioni che potrebbero invece essere molto delicate per un veicolo che s’è dimostrato funzionare come un orologio di altissima precisione. Le terze libere e la qualifica ci diranno se anche domenica assisteremo all’ennesima lectio magistralis di Verstappen e, magari, di un veramente ritrovato Perez.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing