Ultimamente Red Bull e Mercedes, in pista, si sfiorano molto di rado a causa di una differenza tecnica abissale che si registra tra la RB19 e la W14. Cosa che va in continuità con quanto accaduto l’anno passato. Se sull’asfalto c’è poca competizione, sono i dirigenti di riferimento delle suddette scuderie a scontrarsi, verbalmente, in maniera più costante e sempre più dura. Cosa che accade poiché ci sono di mezzo interessi particolaristici.
Ognuno fa i suoi e la cosa non contribuisce a rasserenare gli animi dopo un 2022 trascorso a discutere animatamente sulla Direttiva 039 che avrebbe dovuto penalizzare la franchigia di Milton Keynes e che invece le ha letteralmente permesso di mettere le ali.
Red Bull – Mercedes: scontro sulle power unit 2026
Il nuovo terreno di scontro è quello relativo alle power unit 2026. Su questa materia, non ancora circostanziata con estrema puntualità con articoli e commi, si sta giocando un acceso match tra Toto Wolff e Christian Horner. In un riassetto architettonico che vede l’abolizione dell’MGU-H e la crescita dell’importanza del motogeneratore restante, l’MGU-K, il team principal della Red Bull aveva chiesto di rivedere l’apporto della parte elettrica riducendola di circa il 5-10%.
Il timore del manager britannico è che l’ICE (internal combustion engine, ndr) possa diventare un mezzo per ricaricare la batteria e non per produrre potenza spendibile alle ruote. Il problema potrebbe essere risolto aggiustando il rapporto tra la quota elettrica e quella proveniente dalla sezione termica.
Proposta logica, che ha senso, ma che Wolff nemmeno aveva voluto sentire rigettandola in maniera piuttosto perentoria. “Non accadrà, ci sono zero possibilità. Forse quello che lo spaventa [Horner] di più è che il loro programma del motore non sta procedendo come dovrebbe”.
Il team principal della Red Bull non l’aveva presa bene e non aveva esitato a replicare affermando che il suo omologo pensasse solo al bene del suo team e non allo sport in generale. Un Horner benefattore che non convince perché la verità è che anche il n°1 delle cose della Red Bull cura il proprio orticello.
Gira voce che il reparto powertrains di Milton Keynes sia in ritardo sulla definizione della nuova unità propulsiva, da qui la richiesta di rivedere delle decisioni che al momento Mercedes AMG High Performance Powertrains avrebbe interpretato meglio essendo più avanti nel concepimento del propulsore 2026.
D’altro canto, a Brixworth, il dente avvelenato con quelli della Red Bull ce l’hanno, anche se si cerca di minimizzare. Non è un mistero che in passato Chris Horner e soci abbiano fatto una campagna acquisti nella Stella a Tre Punte sottraendo un discreto numero di ingegneri motoristi. Cosa che non avrebbe sortito effetti secondo Wolff. Fatto che però è coinciso, guarda caso, con l’arretramento prestazionale del V6 anglotedesco che da un paio d’anni non è più il punto di riferimento della categoria.
Red Bull e quell’attitudine a creare modelli vincenti
E’ una linea di continuità: Red Bull, una volta che si lancia in un progetto, non sbaglia. Può impiegare tempo, può incontrare difficoltà momentanee, ma alla fine la spunta sempre. E il reparto powertrains che sta nascendo a Milton Keynes già spaventa la concorrenza. Proprio per questo, in una specie di “vendetta” tecnica, pare che Mercedes abbia assoldato diversi uomini provenienti dalla Red Bull. A riferirlo è direttamente Toto Wolff, quindi non c’è ragione di non credergli.
“Non ci vantiamo di nessuna persona che si è unita a noi dalla Red Bull. Non farò nomi“. Parole che non lasciano adito ad interpretazioni ma che Wolff argomenta affermando che si tratta di una dinamica normalissima: “Abbiamo un costante afflusso di persone Red Bull, come abbiamo fatto dalle altre squadre”. Mercedes, quindi, risponde pan per focaccia ma senza fare ciò che soprattutto Marko fece all’inizio della campagna acquisti aggressiva tra gli uomini di Hywel Thomas: strombazzare ai quattro venti le acquisizioni quasi a volere schernire i rivali.
Quel modo di agire non è mai andato giù ai vertici della Stella a Tre Punte e, a distanza di un paio di anni, Wolff minimizza i trasferimenti parlando ancora di figure minori o già marginalizzate. “Red Bull Powertrains è un progetto molto ambizioso e coraggioso. Mercedes HPP ha mille dipendenti e ne ha persi alcuni che sono andati alla Red Bull nello stesso modo in cui ne abbiamo persi altri che sono andati in Ferrari e in Renault. Ma è successo anche il contrario”.
E ancora: “Auguriamo il meglio alle persone che hanno assunto. Alcuni di loro sono andati in pensione nella nostra organizzazione e sono finiti lì in una posizione di leadership, ma va bene così. Hanno ricevuto una seconda ancora di salvezza“.
Le puntualizzazioni del manager viennese vanno lette come corollario del macro contesto descritto all’inizio di questo pezzo: la lotta politica tra le due realtà per imporre il proprio punto di vista tecnico. Altre acquisizioni incrociate si profilano all’orizzonte in un meccanismo che alla base della F1 e lo sarà per sempre. E’ difatti più comodo e funzionale acquisire competenze belle e fatte piuttosto che crearne internamente con un lavoro dispendioso ormai incompatibile con le tagliole del cost cap. Anche in questo senso si deve leggere l’accordo con la Ford.
Il lavoro, a smentire certi spifferi, prosegue bene come ha spiegato Chris Horner: “Ford sta portando grande conoscenza in merito alla parte ibrida dei veicoli. Per quanto riguarda la componente elettrica ci troviamo ogni settimana con gli esperti della Ford e notiamo degli sviluppi interessanti. La nostra relazione si svolge da un punto di vista tecnico. Non hanno interesse nel dirci come gestire la nostra attività e non sono coinvolti negli investimenti. Il rapporto è stato molto positivo finora“.
I frutti dei passaggi di casacca succitati e dell’accordo con il colosso del Michigan, sul fronte motoristico, li vedremo solo nel 2026 dato che oggi siamo in periodo di rigido congelamento regolamentare. E’ in quella data che capiremo chi l’avrà spuntata e se Red Bull, anche grazie al modello di collaborazione definito con Ford, avrà fatto ancora una volta centro con un paradigma che si propone di tracciare nuove strade possibilmente vincenti sin da subito.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing, Mercedes AMG