La lotta per la vittoria della Sprint Race del Gran Premio d’Austria è durata poche curve, ossia il tempo che i due piloti della Red Bull si scambiassero un paio di “carinerie” dalle quali è emerso come al solito prepotente e dominante Max Verstappen che, in ventiquattro giri, ha aperto un gap siderale nei confronti di Sergio Perez che ha impiegato tanto, troppo, per avere la meglio della Haas di Hulkenberg che aveva approfittato, nelle battute iniziali, del duello intestino tra i due.
Che il mondiale fosse chiuso l’hanno capito anche i muri, ma ieri c’è stata l’ennesima prova di forza dell’olandese che guadagna la miseria di un punto sul collega di garage ma che gli dà l’ennesima mazzata morale dalla quale difficilmente il messicano si riprenderà. Eppure, in partenza, Sergio ci aveva provato ad essere duro e di mettersi sullo stesso piano di Max.
Ma quando il gioco si fa duro il bi-iridato si esalta e si trasforma in una bestia feroce. Due staccate per dire a chiare lettere chi comanda in Red Bull e poi la fuga per la vittoria in un controllo annoiante a cui, per fortuna, ha fatto da contraltare ciò che accadeva a centro gruppo con un evento animato dalle condizioni cangianti della pista.
Red Bull: Verstappen e Perez si chiariscono, Marko alimenta la polemica
Il duello tra i piloti della scuderia di casa ha tenuto banco nelle interviste post gara. Verstappen ha ammesso di essere partito male e di aver gestito una volta recuperato la prima posizione . “Duello con Checo? C’è stato un brutto momento dopo Curva 1, mi sono trovato sull’erba e la pista era viscida. Ma siamo riusciti a tenere la macchina in carreggiata e poi abbiamo fatto la nostra gara”.
Tensioni dissoltesi prestissimo: “Va tutto bene, ne abbiamo parlato”, ha spiegato in maniera stringata il messicano. Chi invece si è messo ad alimentare l’incendio è Helmut Marko che, in maniera inspiegabile, quasi gode a creare tensioni inutili tra due driver che si erano spiegati in favore di telecamere:
“Perez ha avuto una partenza migliore. Ma quel che è accaduto, soprattutto in condizioni di bagnato, mi riferisco quando uno ha mandato l’altro sull’erba, non rientra proprio nello spirito di un buon lavoro di squadra – ha tuonato l’ex pilota di Graz – Ma ascolterò la versione dei fatti di Checo. Che Max entri in Curva 3 in modo aggressivo era ovviamente prevedibile. Ma l’erba è bagnata e quando ci vai sopra… Il fatto che sia riuscito a tenere la macchina dritta… Grazie a Dio è finita bene”.
Horner, forse dopo aver ascoltato le parole del consulente riferite a Sky Germania, si è comportato da papà comprensivo e perdona tutti: “Penso che Checo non abbia visto Max alla sua destra e per fortuna non si sono toccati. La doppietta è un grande risultato per la squadra. Le nostre regole d’ingaggio sono chiare: possono battagliare duramente, ma lasciandosi spazio a vicenda. In Curva 1 e Curva 3 l’hanno fatto, nello spazio intercorso tra queste due curve è stato invece un po’ più difficile. Ma ripeto, credo che Checo non abbia visto Max”. Caso chiuso, si spera.
Red Bull: la masterclass di gestione di Verstappen
La gara del sabato, visti i pochi punti che mette in palio, è stata più che altro un’occasione per mostrare ancora una volta quanto la RB19 sia una vettura eccezionalmente performante in ogni condizione. Mentre le altre si smarriscono al mutare del clima, la monoposto anglo-austriaca resta costante nella capacità di gestire gli pneumatici senza perdere performance. In questo senso la differenza con la Ferrari è stata clamorosa. La vettura n°16, che venerdì, col caldo, aveva messo sotto stress Verstappen, si è persa durante i 24 giri della gara.
Mentre Leclerc annaspava (a fine gara ha ammesso di non avere feeling con la SF-23 quando la pista è inumidita, ndr), Verstappen inscenava l’ennesima masterclass di gestione dei compound. Con la pista che progressivamente si asciugava l’olandese ha amministrato alla perfezione l’usura delle intermedie, specialmente all’asse anteriore nel quale è emerso lo stress della gomma sinistra. In queste condizioni Max si è esaltato mostrando un grado di compenetrazione tecnica elevatissimo con la sua vettura.
Oggi le cose potrebbero essere diverse perché il termometro dovrebbe dare numeri più elevati, anche se non si toccheranno le quote di venerdì. In ogni caso, anche immaginando una Ferrari ritrovata, la RB19 ha sempre dimostrato di fare la voce grossa sulle lunghe distanze proprio grazie all’amministrazione di ogni tipo di mescola che la Pirelli offre ai team. Ecco perché il veicolo col n°1 sul musetto è da considerarsi l’assoluto favorito per il GP.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing