Ho scoperto che fra gli italiani esiste una curiosa categoria. Gli odiatori della Ferrari. E dei cinque anni di Schumacher. Sembra quasi che a loro dia fastidio che ci sia un marchio italiano che abbia fatto la storia della F1 e che partecipi a questo circo itinerante sin dalla nascita del campionato mondiale a ruote scoperte più importante del globo. Non si sa perché ma questi soggetti hanno una specie di malcelato fastidio se si parla di motori “made in Italy”.
E si entusiasma solo se parla di team inglesi (praticamente tutti, eccetto Maranello). Ferrari? Bleah! Il tifo è bello perché è vario. Anche in F1. Un mio professore usava una frase curiosa che trovo terribilmente vera: “Talvolta il tifo è vario e avariato”. Sia chiaro, qui non sto parlando del tifo per altri team. Appunto, ognuno tifa chi gli pare e piace. E non manca il rispetto del sottoscritto. Pretendo rispetto e do rispetto. Mi pare ovvio. Poi ci stanno gli sfottò, le battute, fa tutto parte dello sport.
Tra l’altro in F1 esiste il tifo per la scuderia (la tifo chiunque ci sia) o per il pilota (lo tifo ovunque vada). No, io parlo proprio di quegli italiani che odiano sportivamente la Ferrari. Sono pochi ma molto agguerriti. E di solito li riconosci perché quando dici che sei stufo del dominio Red Bull o ti lamenti del lunghissimo e asfissiante dominio Mercedes, loro ti escono fuori con la frase che io sintetizzo in questo modo: “E la Ferrari di Schumacher GNE GNE?” E allora, vediamolo pure questo mitico dominio Ferrari.
Ferrari: la cronistoria di un sogno
Partiamo dal 1993 (Todt–Montezemolo): la Ferrari è in piena fase “rifondativa”. Nel biennio successivo vince due sole gare (Berger e Alesi, una a testa). Nel 1996 Schumacher ha uno scaldabagno al posto della vettura. Vince tre gare. Poi un crescendo continuo, il fattaccio del 1997 (colpa di Schumacher), il mondiale che sfuma di nuovo nel 1998 e infine l’incidente del 1999 a Silverstone che estromette Michael dalla lotta al titolo. Ferrari vince il mondiale costruttori, ma perde di nuovo quello piloti.
Arriva il 2000. La Ferrari si laurea campione del mondo piloti con Schumacher alla penultima gara. In Giappone. Ferrari vince 10 gare, la McLaren 7. Ammazza che dominio. E’ un mondiale tiratissimo. Gli ultimi giri a Suzuka sono di puro terrore, per la paura che succeda qualcosa alla rossa di Michael in testa. E per vincere il titolo costruttori bisogna aspettare l’ultima gara, in Malesia. 2001. La storica scuderia italiana vince 9 gare su 17. Quattro gare le vince la McLaren-Mercedes, quattro la Williams-BMW. Mondiale certo non complicato per Ferrari. Ma è dominio?
2002. Mondiale stradominato. Ecco, questo può essere definito dominio. Su 17 gare Ferrari ne vince 15. Non c’è storia ed è inutile soffermarcisi. 2003. Viene cambiata la distribuzione dei punti e si introduce il parco chiuso. Eliminato il warm up. E c’è un nuovo format per le qualifiche: un giro lanciato, e poi un giro solo che sarà cronometrato. Viene eliminata l’elettronica bidirezionale. La F2003GA (GA sta per Gianni Agnelli, da poco scomparso) non nasce bene e le gomme Bridgestone spesso in gara sono inferiori alle Michelin (non c’è il fornitore unico).
Il mondiale è conteso quasi sino alla fine. A metà campionato Schumacher ha 3 punti di vantaggio su Raikkonen. Ma dal 15 giugno al 12 settembre la Ferrari non vince più. Rivince a Monza. Su 16 gare la Ferrari ne vince 8, Schumacher solo 5. Il mondiale alla fine vede Schumacher a 93 punti e Raikkonen a 91 punti.
Se Raikkonen, arrivato secondo all’ultima gara (Michael ottavo) l’avesse vinta (Barrichello la vince per la Ferrari), il mondiale sarebbe tornato in casa McLaren. 2004. Dominio. Su 18 gare Ferrari ne vince 15. Sarà l’ultimo titolo di Michael. Non ci soffermiamo. Il biennio successivo vedrà laurearsi campione del mondo Fernando Alonso. La Ferrari poi tornerà a vincere nel 2007 titoli piloti e costruttori e nel 2008 l’ultimo titolo costruttori. Poi il buio. O quasi.
Mercedes meglio di Ferrari: il potere sovrano nell’era ibrida
Vediamo il dominio Mercedes, vale a dire 2014-2021. Nel 2021 Hamilton perde il titolo piloti nelle ultime curve ma Mercedes vince comunque il titolo costruttori. Nei primi tre anni di questo lungo ciclo non c’è nessuno che possa vincere il titolo oltre ai piloti Mercedes. Due anni di fila Hamilton, poi nel 2016 Nico Rosberg. 2017 e 2018 Ferrari è competitiva sino a metà/due terzi del mondiale. Poi Mercedes prende il largo con Hamilton. 2019 e 2020 non c’è storia. Nessuno può fermare la corazzata Mercedes e il Re Nero vince altri due titoli con Bottas fido scudiero.
Vediamo il computo anno per anno: 2014 ne vince 16 su 19. 2015 16 su 19. 2016 su 21 gran premi ne vince 19. 2017 su 20 gare ne vince 12. 2018 su 21 gran premi ne vince 11. 2019 su 21 gran premi ne vince “solo” 15. 2020 su 17 gran premi (siamo in era Covid) ne vince 13. Computo totale 2014-2020: su 138 gran premi ben 102 sono marchiati stella a tre punte.
Detto questo, e i numeri sono numeri, c’è poi un difetto logico nell’argomentare di codesti soggetti odiatori di Maranello. Mettiamo pure che il dominio Ferrari sia stato asfissiante per 5 anni. Ma quello Mercedes è durato 8. Perché, dunque, quest’ultimo non sarebbe peggiore di quell’altro, non foss’altro perché è durato di più ed è stato più vincente in termini relativi e assoluti? Su, illuminatemi. Se ci riuscite.
Che poi, anche qui, c’è molto di non detto e che non si può riassumere in un articolo. Cioè come la FIA sia sempre intervenuta (talvolta pericolosamente) per interrompere cicli dominanti e come lo abbia fatto anche nei 5 anni Ferrari per impedirle di continuare a vincere o per limitarne lo strapotere. Cosa che ha fatto parzialmente (assai parzialmente) anche durante gli 8 anni Mercedes e cosa che ora non si sa se potrebbe fare perché le regole sono talmente stringenti e limitanti da impedire qualsiasi recupero prestazionale. Perlomeno in tempi rapidi.
Del dominio Red Bull abbiamo già detto. E lo sappiamo tutti. Non è un dominio lungo (per ora) ma è un dominio esorbitante nell’intensità e reso ancora più pressante dall’elevato numero di gare (che tra l’altro cresceranno ancora nel 2024). E lo sappiamo tutti. La scuderia di Milton Keynes ha un vantaggio enorme sulla concorrenza. E nessuno può batterla, in qualsiasi pista e in qualsiasi condizione. Ricordiamo che Red Bull, giusto per la statistica, ha già avuto un ciclo dominante (non totalmente dominante) 2010-2013.
Per concludere. Ovvio che se vince la tua squadra il dominio, sempre che esso ci sia e non sia una mezza bufala (come abbiamo dimostrato), sia “dolce”. Ma svelo un segreto agli odiatori Ferrari. Ci si annoia lo stesso. Ora, tornate pure a frignare: “E ma la Ferrari GNE GNE”.
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Immagini: Scuderia Ferrari