giovedì, Dicembre 19, 2024

Ferrari lavora davvero sodo per continuare a ribadire i propri (troppi) limiti

Credo che d’ora in poi le parole Ferrari “muretto e disastro” possano essere utilizzate con licenza poetica per spiegare cosa può essere l’incompetenza. Basterà dire anche solo muretto o disastro per sentirsi rispondere: Ferrari! Non è il singolo errore che sconvolge, ma la sicurezza con cui sai che ne accadranno altri. Difatti gli inglesi, che scommettono su tutto, non ne accettano sugli errori del muretto di Maranello. Troppo scontato.

La scena è quella che è. Ci sarebbe da ridere se non stessimo piangendo e no, non è un pezzo di carbonio (che s’è infilato nel fondo della numero 16) quello che abbiano nell’occhio. Scena madre. Gara appena iniziata. Dopo metà giro piove. Charles avvisa che entra ai box. Uno stralunato e narcolettico Xavi, con la parlata che è già diventata un tormentone, continua imperterrito a parlare del tempo. Ha un attimo di resipiscenza mentre il pilota continua a dire “box, box” e all’improvviso accelera. Ma la frittata è fatta.

La numero 16 arriva in piazzola per il cambio gomme (da soft a intermedie). I meccanici stanno ancora imbandendo la tavola con le gomme intermedie fra lambrusco, salumi vari, qualche mojito… e d’improvviso, accipicchia, devono cambiare le gomme. “Ma non poteva fare almeno qualche giro con le slick sotto l’acquazzone? Eravamo così tranquilli, con la tovaglietta rossa sopra le gomme che faceva pendant. Sapesse signora mia come ci sta bene… è a tono, piacerebbe a quel modaiolo di John!…” Diamine, e che… siamo ancora ad agosto, sì, si gareggia ma le ferie sono finite da così poco…”

Ferrari

Passano eterni secondi. Qualcuno alla fine si desta e con calma cambia le gomme. Manca ancora l’anteriore sinistra. Il meccanico quasi inciampa… bisognava togliere la tovaglia da sopra le gomme e gli dispiaceva… la stava ammirando e s’è confuso. L’ennesima figuraccia in mondovisione, che diventerà certamente un altro tormentone, è servita.

E conta poco, come dice qualcuno per l’ennesima foglia di fico, che poi Charles per i danni che ha sulla monoposto sarà costretto ad un mesto ritiro dopo aver fatto felici pure Williams, Alpha Tauri e Alfa Romeo-Sauber (i cronisti di RSI erano in un brodo di giuggiole). Conta, alla fine della fiera, che c’è stato un errore inqualificabile. L’ultimo di una lunghissima serie.

Leclerc ha poi spiegato che ha fatto la “chiamata” troppo tardi. Al sottoscritto sa tanto di dichiarazioni di facciata per coprire il muretto. Ora, alcune domande: Ma gli uomini al muretto, compresi i meccanici (sì, anche loro), non avevano gli occhi per vedere cosa stava succedendo? Capisco che avessero ancora gli occhiali d’ordinanza balneare, a specchio, ma non vedevano e sentivano la pioggia?

Aspettavano forse un ordine in carta bollata, magari via fax da Maranello, controfirmato da Vasseur per mettere le gomme intermedie? E nelle riunioni che precedono la gara, ammesso che le abbiano fatte perché il dubbio che fossero ancora in spiaggia fra castelli di sabbia e secchiello ti viene, non avevano ipotizzato uno scenario come quello che è accaduto, visto che il meteo lo avevano pure loro e da qualche giorno avvisava delle possibili piogge?

Sono domande che resteranno senza risposte. Nessuno che lo abbia chiesto a Vasseur. E questa è materia sua, ora c’è lui al comando. Spetta a lui usare al meglio gli uomini che ha il Cavallino Rampante e spostare ad altro incarico quelli che hanno mostrato palesi carenze. Questa Ferrari è come la Juventus di Allegri. Anche i ferraristi hanno il loro Alex Sandro. Si chiama Xavi Marcos.

E tutti stanno ancora cercando di capire come mai l’iberico sia ancora al suo posto. Anche questo è un mistero dentro un altro mistero. Sarebbe troppo pretendere che sia gentilmente accompagnato a Maranello e chiuso con chiave a doppia mandata nello sgabuzzino assieme a Gnazzino Ruota? Suppongo di sì. Ma sarebbe anche un bel segnale. Perché che il team fosse tutto, palesemente, ancora in vacanza lo ha capito l’universo mondo. A partire dagli avversari che hanno potuto così banchettare sul cadavere della SF-23.

Ben poca cosa, siamo d’accordo. La rossa, ultima eredità binottiana, è una carretta di dimensioni ciclopiche e ormai leggendaria che sottosterza e sovrasterza da una curva all’altra come l’orribile F14T. E lì poco ci possiamo fare. Ma gli uomini del muretto e gli ingegneri Ferrari, ora come ora, non sono da meno. Verrebbe da dire che anch’essi, d’altronde, erano l’élite dello svizzero tricolore, ma sorvoliamo.

La tanto annunciata rivoluzione di Fred per ora si riduce a roboanti proclami. Pratica atavica in quel di Maranello, di cui subito Vasseur s’è appropriato. In questo sì, molto italiano. Anzi arci-italiano. Parafrasando Churchill ci verrebbe da dire che gli italiani in F1 prendono terribilmente sul serio la pausa estiva (d’altronde fu proprio Domenicali a spingere molto, quando era TP Ferrari, per averla), un poco meno sul serio il rientro al lavoro. Ma per vincere, in F1, ci vuole ben altro.

La F1 è sinonimo di velocità assoluta. Si sono vinti mondiali con decisioni prese in decimi di secondo, all’ultimo istante. In questo momento Ferrari è l’anti F1, cioè tutto ciò che non dovrebbe essere una scuderia di Formula 1. Non so cosa aspettarmi a Monza. Temo altra figuraccia. Di certo resta il fatto che la Ferrari non si merita i tifosi che ha, né si merita Leclerc. Troppo mediocre, questa Rossa (non di passione ma di vergogna), per la sua storia, per l’amore dei suoi tifosi sparsi nel mondo, e per un potenziale campione come Leclerc.


Gp Olanda 2023: grigio Ferrari

Leclerc. Voto: 5. Nel dramma collettivo naufraga pure lui. Io non l’ho mai chiamato predestinato. Il copyright dovete chiederlo a chi sapete. Il punto è un altro. Non si tratta di difendere Charles per i suoi errori. Si tratta di avere una monoposto che è una carriola, tanto da essere costretti a farle un assetto da medio carico e non da alto carico come consiglia il circuito, di avere un team che ti mette sempre in mezzo al traffico e ti fa rischiare ogni due per tre “impeding”, di correre sempre impiccati.

Facile così sbagliare. Anche per il più bravo, o uno del mazzo dei potenziali campioni. State sicuri che anche l’iperuranico Verstappen all’interno di questo magnifico quadretto avrebbe le sue belle gatte da pelare… e probabilmente avrebbe già fatto qualche commento “epico” via radio…

Sainz. Voto: 7 e mezzo. Guida con prudenza. Serve fare punti. Fa il meglio che poteva fare. Vedere sia lui che Leclerc cercare traiettorie assurde per evitare di essere buttati fuori pista dalla propria monoposto è straziante.

SF-23. Voto: mettetecelo voi, che io rischio di usare troppe parolacce.

Alpine. Voto: la nuova squadra di Binotto supera la vecchia. Masterclass

Verstappen. Voto: ZERO. Sì, ci ha stufato. Ci ha stufato la meravigliosa bellezza delle sue vittorie in solitaria. Dove neanche gli eventi atmosferici possono batterlo. Si fosse messo a nevicare e grandinare, lui avrebbe vinto lo stesso. In questo momento è semplicemente imbattibile. E Domenicali è disperato…

Perez. Voto: Dio sia lodato. E’ tornato, complice anche il team, il Perez che tanto amiamo… spero resti sino alla fine del mondiale…

Alonso. Voto: sublime. A vederlo correre sembra un ragazzino. Che tempra di pilota…

Mercedes. Voto: si sta ferrarizzando? L’ex corazzata piano piano sta assumendo i contorni tragicomici del team di Maranello. Immagino sia solo il tentativo di sparigliare le carte. E credo che, a differenza di Ferrari, presto troveranno il bandolo della matassa…

Cardile. Voto: il dubbio (legittimo). Il Direttore tecnico in pectore (in questa Ferrari le cose sono sempre in pectore, chissà perché) ha probabilmente esordito nel fine settimana sbagliato, complice la SF-23 di cui è co-genitore assieme all’ormai ex Sanchez e il quasi transalpino Faraone. Sia chiaro, mediaticamente è andato bene. Ha mostrato sicurezza e risposto con trasparenza. Tuttavia ti viene un dubbio clamoroso. Se davvero si sono capiti i problemi della SF-23… perché non si sono capiti prima?

Cioè, blocchi lo sviluppo della F1-75, hai già presenti i problemi della DT39 e continui imperterrito a sviluppare quel “concetto” che ormai non funziona più? E che fiducia possiamo avere che la prossima Ferrari possa essere una monoposto decente se, a disegnarla e svilupparla, sono sempre gli stessi (anzi qualcuno di meno)? Ci risentiamo dopo Monza


Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi

Immagini: Scuderia Ferrari

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1 commento

  1. bellissimo articolo ,riflette la frustrazione che tutti i tifosi hanno. Domenica vedendo con quale calma il meccanico del anteriore sinistra portava la gomma mancante , quasi infastidito dal doversi alzare dal “banchetto domenicale” la dice lunga su quanto questi ragazzi siano motivati nel cercare di raggiungere l obiettivo della gara. Sul fatto che la macchina è un aborto oramani tutti ne siamo consapevoli, tuttavia a volte si presentano occasioni inattese e se non sappiamo cogliere nemmeno quelle è initile continuare.

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