Ferrari ha intrapreso un lungo cammino. Lo ha fatto perchè era necessario. Il mandato Binotto a seguito l’allontanamento di Arrivabene non ha funzionato a dovere e un cambio drastico era più che necessario. Ma il problema si chiama tempo. Molto lungo se l’intenzione è quella di rivoltare come un calzino la situazione. Lo sa la dirigenza e soprattutto Vasseur, incaricato a dirigere questa importante operazione di restyling durante gli anni a venire.
In tempi non sospetti il manager di Draveil ha fissato i punti cardine del progetto. Una pletora infinita di provvedimenti legati l’uno all’altro. Priorizzare in questi casi è fondamentale. Si tratta di capire quali azioni vanno attenzionate per prime, considerando le tempistiche molto ampie su determinati fattori. Uno su tutti reclutare nuove forze, aspetto sul quale le forze spese sono molteplici.
Valutare le forze in essere all’interno di una scuderia di F1 non è semplice. E no si tratta di sola metodologia di lavoro. Saper cosa fare, infatti, non significa avere la possibilità di farlo. Per questo l’arrivo di personale specializzato in diversi settore è necessario. Scenario che darà una sterzata netta. Un taglio con il passato che possa in qualche modo indirizzare il team verso la costruzione di basi solide sulle quali basare sogni e speranze future. Tutto il resto solo chiacchiere.
Ferrari: il piano operativo cambia forma
C’è chi afferma che sia stato un grande sbaglio silurare Mattia Binotto. Sebbene il buon ingegnere di origine svizzera non abbia tutte le colpe, al contempo ha peccato su di un tema cruciale: non rendersi conto che la rivoluzione in atto era indispensabile. Al contrario le sue “regole d’uso” sono sempre rimaste le medesime. Ma quando qualcosa non funziona, per qualsiasi motivazione, determinati cambi vanno apportati. Anche dolorosi.
Così non è stato e per questa ragione l’eforato della rossa ha deciso di prescindere dai suoi servigi. E non si tratta di palmares importanti o grandi conoscenze presenti nel proprio bagagli. Anzi, se queste caratteristiche ci sono andavano usate. L’attuale team principal non ha in vissuto di Mattia all’interno del Cavallino Rampante. E probabilmente, a livello tecnico, nemmeno la conoscenza di determinati aspetti. Tuttavia, a differenza dell’ex ferrarista motorista della rossa, il transalpino ha la testa più leggera non avendo patito anni di sconfitte brucianti a Maranello.
Per il resto, tornando al presente, possiamo dire che “le mani avanti” messe in piazza da Vasseur sono tante. D’altronde non potrebbe essere altrimenti tenendo presente le difficoltà nel recupero prestazionale. L’aerodinamica della SF-23 non è all’altezza della Red Bull. Lo sappiamo. Ma il grattacapo non si “risolve” tramite il semplice acquisto di ingegneri aerospaziali. Sotto questo aspetto vale la pena spendere due parole, in quanto raramente viene menzionato il lavoro svolto dagli individui che vivono praticamente murati nella gestione sportiva.
Ultimante abbiamo notato una grande produttività della Ferrari. Scartato il piano di update impostato all’inizio della campagna agnostica, prima di fabbricare le nuove parti, uno studio mirato sulla vettura non ha comunque rallentato il piano generale. Il Gran Premio di Spagna ha fatto da scenario per la nuova veste aerodinamica della SF-23. Successivamente, in Austria, sono arrivate ulteriori modifiche.
Ciononostante per Vasseur non è abbastanza. Nemmeno per Cardile. I due sono d’accordo su un fatto: aggiornare quanto più possibile l’attuale monoposto significa racimolare tante informazioni che in un secondo tempo, l’anno prossimo, verranno senz’altro utili. A margine delle disposizioni attuali, aspetto che Binotto non aveva minimamente preso in considerazione, per il futuro è al vaglio un cambiamento importante.
Secondo le informazioni raccolte da Formula Uno Analisi Tecnica una delle prerogative considerate nell’assunzione di nuovi tecnici porta con se una discriminante: cambiare la metodologia operativa durante la pausa invernale, così come nel corso della stagione. Si tratta di aggiornare le strutture lavorative a livello di performance, definendo un management agile, effettivo nelle fasi di avvio, pianificazione, esecuzione, monitoraggio e controllo dei progetti.
L’obiettivo mira ad abbracciare una “coerenza rigorosa” per ridurre le tempistiche che nel frattempo devono essere capaci di produrre risultati migliori. Un po’ quello che ha messo in pratica Red Bull negli ultimi anni. Sapere cosa fare, quando farlo, come farlo. Essere coscienti dei propri mezzi, insomma. Essere in grado di individuare per tempo le aree da rafforzare e farlo poco a poco. Senza stravolgimenti. Prerogativa che Ferrari intende adottare per tornare a vincere.
Autore: Andrea Bovone
Immagini: Scuderia Ferrari