La F1 riparte dall’Olanda per l’ultima fase di una stagione piuttosto monotona. Con Red Bull e Max Verstappen ad aver fatto incetta di vittorie dimostrando a più riprese di essere non solo inarrivabili ma anche inavvicinabili, gli altri concorrenti hanno ricalibrato le aspettative e soprattutto i programmi operativi.
Ha senso spingere ancora sugli update? La risposta è “ni”. Chi pensa di portare degli aggiornamenti, infatti, lo fa soltanto in chiave 2024. È questo l’esempio di Mercedes e Ferrari che hanno affermato, tramite i team principal e i tecnici di rilievo, di lavorare ancora sulle rispettive vetture proprio usandole da laboratorio per preparare al meglio la stagione prossima e i modelli che sono chiamati a riscattare due anni comunque deludenti.
McLaren: unico team che non si ferma
Diverso è il discorso di McLaren. A Woking, dopo aver compreso – ed è successo molto presto – che la MCL60, la macchina dell’anniversario, era lenta ed inefficace, si sono messi con la testa sui tavoli da disegno per rimodellare il progetto arrivando, in Austria, con un pacchetto di aggiornamenti che ha subito funzionato. Spa Francorchamps ha segnato una battuta d’arresto che forse i tecnici orfani di James Key s’attendevano visto che non si era fatto in tempo a introdurre uno specifico package da basso carico.
Quindi, sia per motivi di necessità, sia perché si ritiene che si possano scalare molte posizioni in classifica anche grazie al forzato immobilismo delle rivali vicine, l’equipe inglese non intende mettere un punto allo sviluppo della vettura. Il team non ha perso tempo e nella prima settimana di lavoro consentita dalle regole (questa in corso) ha preso a riorganizzare le idee per cercare di mantenere lo slancio avviatosi in Stiria.
Andrea Stella, il neopromosso team principal che sta portando risultati tangibili, ha ribadito che l’obiettivo è quello di non fermarsi e di far bene nelle ultime dieci gare: “Nelle ultime quattro gare – ha spiegato il dirigente ai canali ufficiali della McLaren – abbiamo ottenuto ottimi risultati, ma abbiamo anche evidenziato alcune aree su cui dobbiamo migliorare. Grazie al lavoro incessante del team abbiamo ottenuto miglioramenti significativi dall’inizio della stagione e puntiamo a iniziare la seconda metà con una nota positiva”.
McLaren lavora sul pacchetto a basso carico
In F1, anche se si ha la percezione che i rivali possano rallentare una normale riallocazione di risorse tecniche e finanziarie figlie della mancanza di obiettivi concreti, è impossibile abbassare la guardia. Specie per chi, come McLaren, è salita sull’ottovolante con annate da incorniciare alle quali sono succedute rapide discese nel baratro. E ciò non è più contemplabile se si pensa di risalire la china.
Stella ha parlato di un team concentrato e determinato a capire cosa non avesse funzionato della MCL60. Comprensione che è avvenuta sin da subito tramite la quale è stato sviluppato il know-how per produrre gli update necessari a rimettere in asse una macchina che era parsa quasi disastrosa.
La MCL60 è stata oggetto di profonde revisioni concettuali, aggiornamenti che hanno riguardato la totalità dell’aerodinamica tanto da essere considerata una sorta di versione B. “Sono stati necessari anche alcuni interventi di riprogettazione di ciò che si trova sotto la carrozzeria, come ad esempio alcuni layout meccanici, che dovevano essere modellati per adattarsi alle nuove forme della vettura”, ha spiegato Andrea Stella.
Questo lavoro non si ferma ma va abbinato a quello che si sta facendo in chiave 2024. Lavori che si svolgono in parallelo ma che, nel tempo, andranno a convergere visto che ciò che si produce quest’anno sarà la base concettuale della monoposto dell’anno prossimo chiamata ad ottimizzare quanto di buono è stato fatto da Spielberg in poi. Il mezzo, che si è ben comportato laddove serviva generare carico, deve ora crescere dove le incidenze alari si abbassano. In Belgio si è sofferto perché gli ingegneri sono stati costretti ad usare un’ala posteriore non consona alle peculiarità dell’iconico circuito.
La squadra ha bisogno di lavorare per risolvere alcuni problemi emersi tra i boschi delle Ardenne. Si opererà quindi sulla configurazione a bassa resistenza aerodinamica per ottimizzare la velocità di punta. Se Zandvoort potrà essere superata in scioltezza poiché i carichi richiesti sono più elevati, diverso è il discorso di Monza. Solo alla fine del back-to-back sarà chiaro se Woking avrà sviluppato un pacchetto davvero completo e se si dovrà accontentare di correre in difesa sulle piste che pretendono ottimi riscontri alle speed trap.
Per tutte le ragioni su elencate, come hanno confermato Stella e, in altre sedi, Zak Brown, la McLaren non può fermare la sua corsa. A Woking credono fermamente di poter essere la seconda forza in griglia, almeno sul fronte prestazionale. In classifica si è accumulato un ritardo forse incolmabile, ma questo non vieterà di provare a risalire posizioni in vista di un 2024 da giocare da protagonisti assoluti.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, McLaren, Albert Fabrega