Basterebbe solo il titolo per chiudere questo articolo senza approfondire ulteriormente. Mercedes, in Olanda, getta alle ortiche una delle poche occasioni buone per provare a vincere in un’annata avara di soddisfazioni. Zandvoort poteva e doveva essere un tracciato alleato. Ma dal venerdì gli “uomini in nero” hanno fatto di tutto per mettersi in difficoltà da soli. Prima una direzione di setup errata sulla vettura di Lewis Hamilton, poi una gestione della gara disastrosa nella quale sono stati sprecati tutti gli assist che la mutabilità atmosferica ha offerto e che potevano servire davvero a fare un tiro mancino ad un Verstappen e a una Red Bull più forti della pioggia e della confusione.
Il teatro dei sogni che si è trasformato nel palcoscenico degli incubi. Alla fine Lewis esce con un sesto posto che non basta per avvicinarsi a Fernando Alonso che chiude in seconda piazza con una AMR 23 energizzata dal nuovo fondo. Russell, partito terzo e vittima di un muretto anelastico, chiude la gara anzitempo dopo un contatto con la McLaren di Lando Norris nelle fasi finali della gara. George, che si era espresso in termini ottimistici sin dalle conferenze pre evento, non ha nascosto la delusione.
Mercedes: la delusione di Russell, la speranza di Hamilton
“E’ stata dura – ha esordito il britannico – sono entrato in gara aspettandomi di lottare per un podio e sono finito diciassettesimo. Ci aspettavamo che la pioggia rimanesse solo per pochi minuti e alla fine è stata vicina ai dieci. Era pronto per le intermedie, ma pensavo che avrei potuto mettere dopo uno o due giri, ma non è quello che è successo. Preferiremmo avere una macchina veloce e una brutta giornata piuttosto che il contrario, ma è stata un’occasione mancata”.
“E’ stato un peccato perché avevamo una macchina così veloce, poi le nostre decisioni sul meteo sono andate contro di noi. Ma ci sono ancora aspetti positivi come il ritmo di base che abbiamo mostrato. Sapevamo che questo circuito poteva essere forte per noi. Monza sarà una situazione completamente diversa”.
Hamilton, scattato nella parte arretrata della griglia di partenza, può tutto sommato dirsi soddisfatto per aver recuperato parecchie posizioni. Ma si tratta pur sempre di un brodino. “Non sapevo davvero come sarebbe andata – ha spiegato Lewis – Sabato sera mi stavo scervellando su dove abbiamo sbagliato in qualifica e su come siamo finiti in P13 e su come risalire. Volevo iniziare la gara con una mescola di pneumatici diversa, ma poi è arrivata la pioggia. Come squadra, abbiamo preso la decisione sbagliata e pagato il prezzo, uscendo ultimi”.
“Dopo ho abbassato la testa e ho inseguito. È stato un ottimo esempio da seguire: quando cadi o inciampi, ti rialzi e continui a provare. Ogni volta che mi fermavo uscivo dietro e continuavo a inseguire e inseguire. Ero davvero contento, ho superato la McLaren, per esempio, cosa non è facile su questa pista. Alla fine, avevo solo bisogno di DRS per passare Sainz, perché ero più veloce ma non avevo lo spunto sul rettilineo per farlo. Ma, nel complesso, è una sensazione di ciò che avrebbe potuto essere. Se avessimo fatto chiamate diverse, avremmo avuto il ritmo per sfidare i primi due. Non eravamo lontani sull’asciutto”. Ha così chiuso il sette volte iridato.
Toto Wolff non si è nascosto dietro il dito ammettendo che nei primi 15 giri il suo staff ha sbagliato praticamente tutto ciò che si poteva sbagliare. Per i successivi 50 è andato tutto come da copione: la macchina è stata veloce con ogni mescola di gomme, le chiamate sono state giuste e i piloti hanno fatto un grande recupero. Venti minuti di black out che però hanno gettato alle ortiche la possibilità di ottenere qualcosa di indimenticabile. L’errore valutativo della Mercedes è stato non aver previsto quanto sarebbe stata pesante la pioggia iniziale. La mancata reazione ha determinato il crollo alle ultime posizioni.
Andrew Shovlin, ammettendo la serie di topiche iniziali, ha provato a sottolineare ciò che ha funzionato nel weekend olandese: “Possiamo trarre incoraggiamento dal fatto che la macchina è stata buona questo fine settimana. Anche se abbiamo faticato in certe condizioni, il ritmo in gara era forte. Stiamo andando nella giusta direzione. Siamo molto felici di poter scendere di nuovo in pista tra cinque giorni perché vorremmo lasciarci questo risultato alle spalle”. Monza, però, non dovrebbe essere così amica della W14 che rischia di essere risucchiata da vetture che nell’ultimo fine settimana sembravano essere alla portata.
Il team, nel suo cammino di ritorno verso le posizioni nobili della classifica, deve iniziare a cambiare passo una volta e per tutte. Non serve solo una grande macchina – che ad oggi è un miraggio – ma anche un grande muretto che non ne vanifichi il potenziale. Quando c’è da lottare punto su punto, senza possedere margini di vantaggio siderali, ogni dettaglio conta e può fare la differenza.
A Zandvoort la Mercedes contava di allargare il divario sulla concorrenza. Si è invece ridotto. Questo è un monito per quando (e se) la franchigia di Brackley tornerà a lottare per la vetta. Se non si è perfetti in tutto e per tutto, un team come Red Bull non si batterà mai.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1