La pausa estiva della F1 sembra molto più lunga di quanto in realtà lo sia. Tra 14 giorni, infatti, saremo nella settimana del Gran Premio d’Olanda, la prima gara di un back-to back che culmina nel Gp d’Italia che chiude la fase europea della stagione che si avvia rapidamente verso un finale il cui epilogo sportivo è scritto da un pezzo. Se il regolamento impone tre settimane di fermo pressoché totali, non è possibile stoppare i pensieri. Anche durante le vacanze, in Mercedes, dirigenti, piloti ed ingegneri hanno fatto “correre” il cervello per capire cosa in Belgio non abbia funzionato col pacchetto di aggiornamenti e cosa fare della W14 nelle prossime dieci gare.
Mercedes cerca di capire cosa non ha funzionato in Belgio
Compatibilmente con il divieto operativo, quindi, si sta indagando sul fenomeno del rimbalzo che si è ripresentato dopo un 2023 in cui il team ha impiegato metà stagione per venirne fuori. Un nemico che si pensava definitivamente sconfitto e che invece si è palesato ancora rendendo la vettura difficile da guidare, specie in frenata e nelle pieghe medio-veloci.
Il Chief Technical Officer della Mercedes, Mike Elliott, ha rivelato che il team non ha capito la causa del problema: “Abbiamo sicuramente avuto una quantità di rimbalzi, entrambi i piloti ce l’hanno riferito e l’abbiamo potuto vedere anche dai dati. Abbiamo anche potuto osservare bouncing sulle altre vetture e penso che parte di essi sia dovuta alla natura del circuito di Spa Francorchamps”.
Il pompaggio influisce negativamente sulle prestazioni perché condiziona la capacità dei piloti di estrarre il massimo grip dalla vettura. Inoltre influisce sull’equilibrio generale e sull’incapacità di fissare dei punti di frenata giusti.
Ma il fatto che anche altre monoposto abbiano dovuto lottare con i saltellamenti non è motivo di giustificazione in seno al gruppo. Insomma, il motto “mal comune mezzo gaudio” non si addice agli uomini di Brackley che vogliono andare fino in fondo alla questione anche per evitare che il fenomeno limitante possa ripresentarsi sulla vettura 2024 che deve nascere con ben altre solidità prestazionale.
“La domanda che dobbiamo porci è: quanto del rimbalzo dipende dal solo il circuito in e quanto si trova nel setup?“, ha detto Elliott senza però dare una risposta. In Mercedes hanno capito che forse il nuovo pacchetto non è stato compreso appieno a causa del weekend sprint che ha determinato lo svolgimento monco (causa pioggia) di una sola sessione di prove libere prima di portare le vetture al Parco Chiuso per le qualifiche che hanno scritto la griglia di partenza della gara domenicale.
Le stesse sessioni ufficiali sono state troppo limitanti. La pioggia intermittente ha influenzato la capacità dell’equipe di preparare le vetture per una gara che è stata completamente asciutta. Ciò significa che si è scesi a compromessi sul setup, con George Russell che ha optato per un livello di carico aerodinamico più elevato rispetto a Lewis Hamilton. Una differenza dettata, appunto, dall’impossibilità di definire una linea coerente.
Nonostante carichi diversi, il pompaggio si è prodotto su entrambe le vetture. Cosa dipesa probabilmente da un’errata altezza dal suolo. Le analisi previsionali fatte ai simulatori non si sono rivelate pienamente efficaci, da qui un’altezza non consona ad una pista che non perdona chi non è perfetto.
Mercedes non abbandona la W14 per creare una base solida su cui costruire la W15
Un piccolo problema di correlazione, quindi, che deve essere superato con ulteriori approfondimenti per evitare di costruire la W15 su fondamenta non pienamente solide. Toto Wolff ritiene che la Mercedes non debba lasciare nulla di intentato nello sviluppo della propria vettura per arrivare in piena forma al 2024.
Il team ha cambiato concetto di vettura dopo le prime gare del 2023 dopo che era chiaro che la vecchia filosofia, che presentava i distintivi zero sidepods, non avrebbe prodotto i risultati voluti. L’attuale W14 è più vicina al concetto Red Bull, ma non ne vuole essere una copia, specie in vista dell’anno venturo.
“Abbiamo bisogno di molti cambiamenti per il 2024 e la direzione che il nostro team sta sviluppando è davvero molto interessante. Vediamo opportunità e non esitiamo a non lasciare nulla di intentato e a guardare ogni singolo concetto visto su altre vetture. Ma che questo sia potente o meno o non deve distrarci dal modo in cui operiamo e analizziamo“. Queste le parole del team principal austriaco che durante le vacanze ha subito un piccolo infortunio alla spalla sinistra dopo una caduta in bicicletta.
Wolff, ha affermato che la squadra deve continuare a lavorare per accrescere la comprensione della macchina per sbloccarne il potenziale, come hanno fatto Aston Martin durante l’inverno o la McLaren durante la stagione. Le due scuderie non vengono citate a caso perché hanno dimostrato che, lavorando sul materiale in possesso, anche se si partiva da una base non proprio solidissima, si possono effettuare recuperi cronometrici importanti.
Il pacchetto introdotto in Belgio rappresenta un altro step verso quel concept che vedremo sulla W15. Ecco perché non è stato subito bocciato capendo le particolari condizioni in cui è stato testato. Zandvoort e Monza, tracciati molto diversi tra loro per caratteristiche, diranno molto sulla validità del cammino concettuale intrapreso dalla Stella a Tre Punte. Due gran premi, uniti agli otto successivi, che avranno un’importanza cruciale per deliberare il progetto 2024.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG