Pirelli cerca di realizzare test in pista durante l’anno. Giustamente, sottolineiamo noi. Lo fa per capire se i loro prodotti sono validi. Se soddisfano appieno piloti e team. D’altronde l’importanza delle gomme in F1 è cruciale. Chi le sa trattare meglio, infatti, sia in qualifica che in gara, somma enormi vantaggi al valore della proprio monoposto. Ma non si tratta solo di questo. Nei circuiti ogni tanto piove. Soprattutto quest’anno. Stagione nella quale sino ad ora le cattive condizioni meteorologiche hanno fatto molta presenza.
Per questa ragione il costruttore italiano ha voluto sperimentare diverse soluzioni. L’obiettivo mira a rendere più facile l’handling su asfalto bagnato e, contestualmente, cercare di rendere meno pericola la marcia delle vetture. Ecco perché, ad esempio, la presenza relativa al test sui para spruzzi di Silverstone. Sebbene i dati raccolti verranno analizzati per cercare di perfezionare la soluzione durante i prossimi mesi, tale rimedio resta ancora in fase embrionale.
Quello che vorrebbe ulteriormente aiutare i piloti riguarda lo sviluppo di una nuova mescola. Parliamo di una costruzione da bagnato che possa fare da tramite fra intermedia e full wet. Una specie di ponte in grado di traghettare i due compound. Un’alternativa alla mera attesa delle scuderie verso il così detto crossover. Al contempo, si pensa a una “calzatura” da bagnato decisamente più fattuale di quella attualmente presente.
F1/Pirelli: nel 2023 non cambierà nulla
Creare aderenza. Due parole che i tecnici di F1 hanno ben presente in testa. Si perché alla fine la questione grip si attesta come elemento cruciale per una vettura. Lo è sull’asciutto, figuriamoci quando piove. Contesto dove le attuali auto a effetto suolo soffrono non poco nella generazione del carico che, se insufficiente, effetto acquaplaning compreso, può dar vita a brutti incidenti.
E quindi Pirelli si scervella. Si sbatte per sondare un terreno poco frequentato che possa in qualche maniera aiutare. Senza dubbio all’interno di questo panorama non non può e non deve mancare un aiuto prezioso. Parliamo dell’intervento combinato di federazione internazionale e proprietà della F1(Liberty Media). Un supporto necessario che potrebbe cambiare il modo di gestire determinate situazione innalzando il tanto chiacchierato spettacolo che solitamente, in questi casi, subisce una chiara involuzione verso la noia.
L’inutilità delle full wet, un tema delicato sul quale il direttore lato piloti della PGDA si è espresso in maniera decisa. Russell non ha tutti i torti se pensiamo che la Pirelli a banda blu, in pratica, viene utilizzata specialmente quando le vetture seguono Bernd Mayländer in regime di Safety Car. Mentre appena la direzione gara decreta il via alle danze, quando la pista è praticabile, nel giro di pochi minuti la pit lane impazza, con tutti i piloti che imboccano la corsia box per passare alle intermedie. Scenario che spesso da vita a disordini penalizzando le scelte strategiche legate alle tempistiche.
Se durante i campionati passati la gamma da bagnato era più ampia, oggigiorno le tipologie di compound full wet si riducono a una sola unità, al contrario di prima dove appunto erano almeno due le mescole fruibili in condizioni di pista cangiante. Tale prerogativa fa si che le gomme da bagnato offrano un rendimento insufficiente in determinate zone della pista, curve ad ampio raggio in appoggio per esempio, dove le gomme soffrono tremendamente e le prestazioni non sono all’altezza.
Per il campionato in corso le cose non cambieranno. Tempistiche ristrette e altre questioni implicano un ritardo effettivo per trattare a dovere questo punto comunque importante. Di riflesso saremo soggetti come spettatori, ogni quale volta la pioggia farà presenza nella seconda parte della campagna agonistica 2023, a osservare trenini infiniti dietro la Safety Car. Oppure, condizione ancora più drastica, essere obbligati a passare del tempo morto davanti al teleschermo per via delle bandiere rosse.
F1/Pirelli: al vaglio una doppia soluzione di certo non semplice
Per il prossimo futuro Pirelli sta studiando uno pneumatico denominato “Intermediate Plus”. La sua funzione mira a mantenere le caratteristiche della mescola cinturata verde, alla quale andrebbe sommata un’orientazione migliore verso le condizioni da bagnato. Per essere più chiari, l’intento pretende fornire un duttilità utile a coprire un range più esteso che al contempo possa fornire visibilità adeguata e condurre i piloti al punto di crossover sull’asciutto. Il tutto con l’aiuto dei para spruzzi che dovrebbe ridurre l’alto quantitativo di spray sollevato dalla marcia delle monoposto.
Quindi riassumendo: “parafango stile BMX”, gomma intermedia attuale, “super intermedia duttile e full wet migliorata. Tutte opzioni che dovranno trovare una quadra considerando che, l’assenza futura delle termocoperte, in uno scenario del genere di per se già parecchio confuso, pare un’idea non troppo intelligente. Viceversa sembra un’azione per complicare ancor di più la faccenda nel nome dell’intoccabile sostenibilità ambientale. Principio nobile che in F1 viene applicato solo dove conviene, incoerente nella sua presenza, chissà poi perché.
C’è poi il tema prestazione. Sebbene il tempo sul giro sia decisamente sceso con le gomme da bagnato 2023, stessa cosa per quanto riguarda la facilità con la quale i piloti portano in temperatura le gomme da bagnato, i grattacapi suddetti restano eccome. La considerazione finale dell’articolo, leggendo le parole di Mario Isola sulla faccenda, svelano una certa preoccupazione del costruttore italiano in quanto gli organi preposti al comando, FIA e F1, al momento non sembrano aver dedicato il giusto interesse alla questione.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – Oracle Red Bull Racing
