giovedì, Settembre 19, 2024

Red Bull, Horner il reazionario: la F1 deve garantire continuità tecnica

Ansia da cambiamento. Un sentimento comune a chi si trova in una condizione di comodità e deve fronteggiare uno stravolgimento di scenario sul quale ha poche facoltà di controllo e al quale deve adeguarsi cercando di non perdere lo status raggiunto a fatica. Red Bull vince e domina, ma le basi su cui ha fondato l’egemonia potrebbero presto crollare per aprire ad un nuovo contesto che potrebbe essere di difficile lettura. 

Se il 2023 si è praticamente chiuso nonostante manchino dieci gare al gong di Abu Dhabi e se il vantaggio accumulato in questi ultimi anni – il condizionale è d’obbligo – potrebbe bastare per restare lassù per altre due stagioni, diverso è quanto va prefigurandosi per il 2026, l’anno del grande rimescolamento.

Power unit e aerodinamica saranno le macroaree oggetto di profonda revisione. Se sul fronte motoristico ne sappiamo di più perché i legislatori sono ad uno stadio più avanzato nella definizione delle regole tecniche, più fumoso è l’orizzonte relativo alle norme che riguardano i principi aerodinamici. Si sa solo che l’obiettivo è quello di favorirne l’ambito attivo per soddisfare l’abbassamento dei consumi aumentando l’efficienza generale del mezzo. Ma sul tramite ci sono ancora dubbi e perplessità che sono oggetto di round infuocati all’interno della riunione della F1 Commission

Red Bull
Accoppiata vincente: le Red Bull di Max Verstappen e Sergio Perez che hanno dominato il Gp del Belgio 2023

Red Bull: Chris Horner refrattario al cambiamento

Il team principal inglese vorrebbe che tutto rimanesse così. Ma, udite udite, non lo vorrebbe perché è la sua scuderia è in una netta posizione di vantaggio acquisita con il duro lavoro (questo deve essere sempre chiaro), sfruttando regole non scritte benissimo (troppo ferree per permettere fattivamente il rientro dei ritardatari), ma proprio per favorire il bilanciamento delle prestazioni per arrivare ad una categoria più combattuta ed entusiasmante. 

La chiave per restringere il campo, dunque, sarebbe la continuità regolamentare. Il manager è convinto che, poco a poco, la Formula 1 stia raggiungendo il suo obiettivo di rendere il tutto più omogeneo e ritiene che il cambio di regolamento del 2026 costringerà a ripartire da zero con possibili nuovi gruppi dominanti a far capolino.

Dietro la Red Bull c’è un mondo che si agita e che lotta decimo su decimo. Secondo Horner, alludendo a quella convergenza tecnico-filosofica di cui ha spesso parlato anche Stefano Domenicali, Milton Keynes sarà presto risucchiata nella mischia arrivando a quella Formula 1 tanto desiderata da Liberty Media. Ecco perché servirebbe la continuità lasciando le regole così come sono.

Tutto è incredibilmente stretto e con la stabilità delle regole ci sarà sempre convergenza. Se vuoi gare combattute lascia stare le regole e ci sarà riavvicinamento nelle squadre e anche nelle auto. Ho la sensazione che l’anno prossimo avremo un calderone completamente diverso“, ha detto Horner a ESPN.

Red Bull
Adrian Newey, Max Verstappen e Christian Horner, (Oracle Red Bull Racing)

Possibile? certo. E se invece non si arrivasse alla tanto strombazzata convergenza? E’ plausibile che si materializzi anche questo scenario stante il gap che Newey e i suoi hanno parte sui rivali ancora smarriti e che ancora stanno cercando di capirci qualcosa. Ciò che balza all’occhio è che Horner si dolga di ciò che è servito ad imporre il marchio della Red Bull sulla F1. Nel 2021, all’apice della lotta con Mercedes, la scuderia austriaca aveva raggiunto e forse superato in prestazioni la Stella a Tre Punte. Ne venne fuori un’annata ipercombattuta nella quale i suddetti team si spartirono i trofei più importanti. 

Il nuovo quadro di riferimento ha riaperto la forbice tra i competitor ed ha proposto uno schema più volte visto nella massima espressione del motorsport: un singolo a scappare e un’orda di inseguitori a darsele di santa ragione senza agguantare la lepre. Stesso canovaccio, diversi interpreti. Ora Red Bull vorrebbe che tutto restasse così com’è dopo aver goduto della rivoluzione delle vetture next gen. Horner lo fa per il bene dello sport o per tutelare la propria posizione di vantaggio? La risposta non è in nostro possesso ma possiamo immaginare quale sia.

Forse a Milton Keynes c’è un’effettiva paura che si possa arretrare in maniera fatale tanto che, sul versante motori, si sta combattendo una battaglia molto dura che vede come oppositori Ferrari, Mercedes e Audi sulla distribuzione delle quote di potenza che il reparto powertrains della Red Bull vorrebbe più bilanciata con la parte endotermica più premiata. Settore nel quale, come confermato da Helmut Marko e grazie al know-how acquisito con l’esperienza fatta con Honda, gli ingegneri sono più avanti.

Red Bull
Red Bull Ford

L’accordo con Ford, ad oggi, è una grande operazione commerciale ma dal punto di vista tecnico è un’incognita visto che non sono tangibili i vantaggi che l’intesa potrebbe portare a livello di concepimento del propulsore 2026. Ancora, Red Bull teme che l’aumento della quota attiva dell’aerodinamica possa in qualche misura limitare i vantaggi di un concept iper-efficiente che i rivali non sono riusciti, nonostante i tanti sforzi, a replicare.

La sensazione è che le battaglie mediatiche e politiche di Horner servano a mantenere quanto più intatto possibile il vantaggio. L’idea che lo faccia per il bene della F1, non ce ne voglia lo scafato e scaltro manager, non regge.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

FotoF1, Oracle Red Bull Racing

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