Red Bull finge di aver paura. La scuderia di Milton Keynes non ha rivali al momento e per quanto gli altri team possano svolgere un lavoro strepitoso durante il prossimo inverno, il vantaggio accumulato sulla concorrenza si attesta come beneficio difficilmente eliminabile nel breve periodo. Questo, in estrema sintesi, il concetto da tenere presente prima di andare a esprimere diverse considerazioni. Iniziamo ribadendo un concetto: Horner comunica all’interno del Circus senza filtri e sempre in modo diretto.
I giri di parole non fanno parte del suo carattere e tantomeno dell’impostazione mediatica del team austriaco, dove il modus operandi fa il pari con le dichiarazioni dello Spice Boy verso la stampa. Ogni tanto però, adottando una “comunicazione paraculatica”, lo scenario cambia eccome. In altre parole, abilmente e con disinvoltura, Christian sa volgere (o almeno ci prova) a proprio favore una qualsiasi situazione per riuscire a fare il proprio interesse.
Quando la possibilità più che concreta di vincere tutte le gare fa presenza, parlare di timori legati al prossimo futuro suona a lamentela “ad hoc“. Una sorta di stratagemma per porsi in una posizione di inferiorità manifesta verso la F1 ed evitare possibili azioni per limitare il rendimento straordinario della RB19. La massima categoria del motorsport ne sta parlando, anche se ragionandoci su non sarebbe giusto a prescindere cambiare una regola in corsa per colpire chi ha saputo fare un lavoro migliore.
Red Bull: il profilo basso di Horner per scongiurare azioni nocive alla RB19
Ne abbiamo parlato in settimana. Tra le caratteristiche che rendono vincente la vettura colorata blue racing va senza dubbio nominato il fattore efficienza. Un elemento endemico sul quale il gruppo di lavoro capeggiato da Adrian Newey lavora da parecchio tempo, oramai. I risultati odierni arrivano infatti da un profondo studio che ha portato la monoposto in testa alla classifica iridata a saper gestire al meglio un equilibrio fondamentale nell’era wing car: la convivenza tra carico aerodinamico prodotto e resistenza all’avanzamento generata.
La RB19 crea un quantitativo di spinta verticale tramite il fondo davvero pazzesco, sfruttando sapientemente i vantaggi dell’effetto suolo. Sebbene al contempo, la precisa veste aerodinamica scelta dai tecnici in fase di progetto tramite un utilizzo ottimale della struttura vorticosa prodotta dal corpo vettura, permette ai bolidi austriaci di fendere l’aria dando vita a un livello di drag davvero molto basso. Un tratto distintivo che allarga la finestra di setup e permette di utilizzare la configurazione aero meccanica più idonea, in qualsiasi condizione.
Da questo aspetto nasce il vantaggio del tanto chiacchierato DRS. Quando le RB19 aprono il sistema dell’ala mobile i vantaggi nei tratti ad alta velocità di percorrenza si sprecano. Tecnicamente parlando l’effetto upwash viene ridotto e di riflesso la downforce diminuisce, con il solo mai plain che si incarica di produrre carico. In tale contesto i fluidi si staccano provocando un chiaro impatto sulla beam wing. Lavorando in un campo di pressione differente arriva il tanto chiacchierato stallo aerodinamico, gestito al meglio tramite il primo profilo delle specifica presente sotto l’ala posteriore, per ridurre le turbolenze e centrare l’obbiettivo prefissato.
Mentre Pierre Waché adotta un profilo tronfio al limite della, pavoneggiandosi per tutto il paddock e definendosi “sorpreso” nel constare come il resto delle squadre non sappiano copiare il loro sistema, Horner getta acqua sul fuoco e si mostra inquieto: recita la parte dell’ansioso per farsi “compatire” dalla F1. Tutto questo perché, come detto, la Federazione Internazionale in concomitanza con la proprietà a stelle e strisce, nel tentativo di limitare lo strapotere della vettura austriaca, sta pensando di abolire l’uso del DRS in qualifica. Un’ipotesi che di fatto andrebbe a colpire maggiormente Red Bull.
Red Bull: le perle di Marko sono infinite
Le lamentele di Horner però non finiscono qui. Il quarantanovenne si guarda alle spalle mostrando una falsa inquietudine verso alcuni avversari: in concreto Ferrari, Mercedes, McLaren e Aston Martin. Le quattro scuderie in questione non hanno alcuna possibilità di battere Red Bull la domenica. Il passo non è all’altezza. Se le RB19 non si rompono o subiscono penalità, niente e nessuno può stargli davanti. Lo abbiamo capito in modo esplicito osservando i primo dodici round del mondiale 2023.
Pertanto, sotto questo aspetto, ricordare che la squadra di Milton Keynes subisce una sanzione che riduce lo sviluppo sino a ottobre pare ancora una volta francamente inutile, oltre che sull’orlo del ridicolo. Avere a disposizione un quantitativo di run in galleria del vento inferiore non cambia le cose per almeno due ragioni. Primo: il loro vantaggio competitivo è tale da far dormire sogni tranquilli. Secondo: i tecnici, spesso in minor tempo degli altri, hanno dimostrato di saper fare un lavoro migliore.
C’è poi l’arzillo vecchietto ottantenne, al secolo Helmut Marko, solito a elargire commenti “ad cazzum” spesso al limite del ridicolo. Uno di questi ha deciso di sfoderarlo proprio in concomitanza con la pausa estiva. Magari avrà pensato che così facendo darà in pasto ai media una notizia da riportare. Tuttavia un buon giornalista più che scrivere questa baggianata dovrebbe commentarla aspramente, considerando che l’ultima uscita dell’austriaco va senz’altro definita come merita: sciocchezza, per esempio, è un sostantivo femminile che si addice perfettamente alla sparata iperuranica del nostro.
Il vincitore della 24 Ore di Le Mans edizione 1971 sostiene che la superiorità di Verstappen sia tale che, stringendo tra le mani il voltante della Haas o della Alpha Tauri, ipoteticamente parlando, sarebbe in grado di centrare delle pole. Se togliamo dalla qualifica almeno 5 scuderie può darsi. Oppure il tutto potrebbe succedere sfruttando determinati contesti assai particolari, come ad esempio condizioni di pista cangiante per via del meteo. All’interno di un contesto normale, però, sappiamo bene che l’enorme talento di Hasselt nulla potrebbe. Ma se a Marko piace sparare cavolate, d’altronde, lasciamolo fare…
Autore: Andrea Bovone
Immagini: Oracle Red Bull Racing
Già solo che si parli di “limitare la rb19” con l’ennesimo cambio regolamentare a metà anno la dice lunga. Horner non dovrebbe nemmeno farle certe dichiarazioni perché la FIA non dovrebbe alterare in nessuna maniera il campionato in corso. E invece la storia si ripete un anno di più, l’anno scorso dovevano assassinare RB e hanno accoppiato Ferrari. A chi toccherà a questo giro? Possibile che non imparino mai? Spero che gli andrà di traverso pure questa volta.