AAA, Aston Martin cercasi. Che fine ha fatto quella vettura che nelle prime fasi della stagione 2023 aveva letteralmente rubato l’occhio facendo pensare, credere ed immaginare che potesse, dato l’abbrivio, addirittura raggiungere la Red Bull nelle gare successive? La AMR23 si è afflosciata come un dolce a cui è stato aperto lo sportello del forno in piena cottura.
Quando le difficoltà si sono fatte evidenti nemmeno Fernando Alonso, che vive uno stato di forma smagliante, è riuscito a metterci una pezza. L’asturiano, da solido terzo in classifica, è stato superato da Lewis Hamilton e potrebbe essere assorbito dai due ferraristi che ormai gli alitano sul collo. E attenzione all’ascesa di Lando Norris che, in questa fase del mondiale, sta facendo ciò che Nando faceva all’inizio: abbonarsi al podio.
Le difficoltà della squadra di Silverstone sono acuite dalla condotta semidisastrosa di Lance Stroll. Se lo spagnolo ha incamerato 174 punti, il canadese ne ha soli 47. Una miseria considerando che la vettura, per lunghi tratti, è stata la seconda forza indiscussa della categoria. Le difese d’ufficio dei plenipotenziari del team non convincono per un pilota il cui sedile, nonostante lo status di rampollo del padrone, inizia a vacillare.
Aston Martin: Giappone specchio delle difficoltà del team
Ma cosa ha determinato la brusca frenata di un team che sta investendo capitali importanti in strutture e mezzi di produzione? I fattori sono essenzialmente riconducibili ad un piano di sviluppi inefficace rispetto a quelli messi in campo dai concorrenti più vicini. A Suzuka sono emerse problematiche che danno la cifra del momento che sta attraversando la franchigia di Lawrence Stroll.
Aston Martin ha sofferto di un problema all’ala posteriore della AMR23 di Lance Stroll durante la gara. La spiegazione potrebbe ricondurre alla tematica inerente le “flexi wing”. Una questione tornata di moda nelle ultime settimane, tanto che la FIA ha dovuto dedicare una nuova direttiva, la TD018, per cercare di regolare una volta per tutte questa pratica tipica della F1.
La verifica sulla flessione delle ali consta nell’applicare un determinato quantitativo di peso su varie componenti le quali, ovviamente, devono subire deformazioni che non superino certe soglie. Considerando che la flessione è un movimento endemico derivante dalla natura dei materiali con cui sono costruiti i pezzi, la FIA ha deciso di inasprire i controlli incrementando in maniera esponenziale il carico al quale vengono sottoposti gli elementi.
La TD018 si prefigge di bandire ogni singola componente capace di realizzare un movimento rispetto all’elemento sul quale è fissato. Insomma, la rotazione di una componente attorno all’elemento su cui viene ancorata non è più ammessa. Durante il Gran Premio del Giappone Lance Stroll è stato costretto ad abbandonare prematuramente la corsa. La motivazione è stata spiegata da Mike Krack che ha parlato di preoccupazioni legate al cedimento dell’ala posteriore della AMR23 n° 18.
L’esame ha rilevato delle microfratture sulla fibra di carbonio che danno forma all’alettone. Situazione, questa, mai verificatasi durante l’arco dell’attuale campionato. Proprio per questo il muretto aveva chiesto a Fernando Alonso una condotta più prudente sui cordoli. Tenendo presente che restiamo nel campo delle congetture, escludere a priori che tale problema non derivi dai provvedimenti realizzati per uniformare la vettura alla direttiva TD018 risulterebbe errato. A corroborare la tesi è stata notata la presenza di sensori collocati al di sopra del pilone di sostegno per verificarne la flessione.
Questo dà l’immagine delle difficoltà di adattamento ad un mutato contesto tecnico che si aggiunge alle problematiche nel tracciare un percorso di sviluppo funzionale dopo che la vettura, durante l’inverno, ha conosciuto una crescita prestazionale prorompente. Il team principal lussemburghese, dopo il Gp del Giappone, ha provato a dar conto delle ragioni di questo crollo: “Tutta una questione di sviluppo. E’ abbastanza semplice: alcuni concorrenti hanno fatto dei grandissimi progressi, mentre altri ne hanno fatti meno. Da parte nostra non abbiamo fatto abbastanza. Il divario che avevamo dalla Red Bull è aumentato e quello di altre squadre si è ridotto“. Un’ammissione onesta e di chi non intende accampare scuse.
Aston Martin non crede fermamente nella possibilità di recuperare
E’ possibile, a sole sei gare dalla fine, correggere il tiro e rimettere in asse la stagione? Secondo Krack si può perché prendere quanto accaduto in Giappone come verità assoluta è un errore: “Suzuka rappresenta un terreno molto speciale, quindi per capire davvero dove siamo bisognerà attendere lo svolgimento di almeno un altro paio di gare. Ci sarebbe piaciuto riscontrare più performance, ma abbiamo ancora qualche aggiornamento in cantiere. Sono sicuro che potremo recuperare ancora qualcosa del gap che possediamo attualmente”.
Si evince dal ragionamento che in Giappone i problemi sono stati reali e che si attendono altri test per capire se gli effetti della TD018 siano tangibili o meno. Nel frattempo si alimenta la flebile speranza di tornare a macinare prestazioni. Cosa che risulta abbastanza difficile considerando le ultime uscite di una vettura che è stata assorbita a centro gruppo. Il confine tra un improbabile secondo posto e un sempre più possibile quinto causato dal ritorno della McLaren è sempre più sottile e sfocato.
Dopo il primo semestre del mondiale 2023 in cui Aston Martin era seconda, il numero di ore di lavoro per lo sviluppo (vedere tabella in alto), in base al sistema ATR, si era ridotto sensibilmente e gli effetti sulle performance si sono visti in maniera lapalissiana. Se, dunque, il team dovesse archiviare la stagione in quarta o quinta piazza, da gennaio in poi, il monte ore potrebbe crescere a dismisura offrendo nuove possibilità di progresso che potrebbero portare la AMR24, questo il possibile nome del modello per il prossimo campionato, a presentarsi ai nastri di partenza più forte che mai.
Ecco perché, a voler pensar male, dalle parti dei Silverstone nessuno si struggerà oltremodo se l’annata continuerà su questa china che non sembra reversibile con poche gare alla fine, budget ridotti all’osso e progetti 2024 in fase avanzata di definizione.
Autore e infografica: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Aston Martin