Per Aston Martin la pista di Marina Bay potrebbe rappresentare l’ultima chance per provare a vincere una gara nell’arco della stagione 2023. Il tracciato che sarà sede del Gran Premio di Singapore è quello più favorevole alle caratteristiche tecniche della monoposto britannica per tentare quello che potrebbe essere definito un vero e proprio miracolo sportivo: vincere battendo la solidissima Red Bull RB19 mettendo fine, almeno per una tappa del mondiale, a questo dominio schiacciante.
La natura stessa della pista di Monza era molto poco congeniale all’AMR23. Lo spagnolo Fernando Alonso ha comunque lottato come sempre portando la vettura numero 14 a punti, in nona posizione, con soli due secondi di distacco dalla settima piazza della Williams guidata da Alexander Albon. Tuttavia, quello che fa ben sperare alla galassia Aston Martin è il 2° posto colto dal pluri iridato nella tappa antecedente di Zandvoort.
La pista olandese ha visto un miglioramento delle performance notevoli della monoposto inglese, sia per gli alti livelli di downforce richiesti sia per l’introduzione della nuova specifica del fondo che ha migliorato i punti di carico aerodinamico generati al retrotreno e, contestualmente, corretto gli upgrade inefficienti di Montreal e Silverstone. Il punto di lavoro ottimale, in Olanda, è stato centrato appieno.
Aston Martin: AMR23 competitiva nelle sezioni a bassa velocità di percorrenza
Il Marina Bay Street Circuit può rappresentare il terreno di caccia ideale per l’Aston Martin. Questo perchè il suo layout è composto prevalentemente da curve a bassa velocità di percorrenza e richiede conseguentemente il massimo livello di carico aerodinamico sommato a tanto grip al retrotreno. Riavvolgendo il nastro del campionato 2023, possiamo facilmente capire come nelle sezioni a bassa velocità di percorrenza la AMR23 si sempre stata capace di offrire prestazioni di spessore, mettendo in luce i propri punti di forza con estrema chiarezza.
A Sakhir il tratto centrale era quello dove la “verdona” ha quasi tenuto il ritmo della Red Bull, dove Alonso ha costruito la propria rimonta con una gestione degli pneumatici davvero straordinaria. A Baku ambedue le vetture hanno brillato nel secondo settore, mentre a Miami l’auto britannica era l’unica, assieme alla RB19, a massimizzare la trazione in uscita dalle curve 10-11-12-13-14, dove il grip meccanico generato all’asse posteriore si attesta come valore cruciale.
A Monte Carlo si è vista la miglior versione dell’Aston Martin nel corso dell’annata. Alonso aveva perso la pole position per soli 84 millesimi, merito anche del T3 mostruoso fatto registrare da Max Verstappen, Mentre durante la gara una strategia non peretta che non ha previsto il rapido passaggio dalle hard C3 alle intermedie senza pit stop extra, ha di fatto cancellato i sogni di vittoria del sempre ottimo Fernando.
Infine a Montreal, nello splendido tracciato che porta il nome dell’indimenticato talento Gilles Villeneuve, la monoposto inglese si è messa in luce nei tornanti e nelle chicane, denotando quanto sia una vettura ben bilanciata dal punto di vista aero-meccanico. L’unica circostanza in cui le wing car di Alonso e Stroll non hanno brillato nella propria comfort zone è all’Hungaroring, scenario dove per stessa ammissione dei protagonisti l’assetto scelto era sbagliato.
Aston Martin AMR23: la preview tecnica di Singapore
L’imminente edizione del Gran Premio di Singapore vedrà l’esordio del nuovo layout che di fatto andrà a rivoluzionare il terzo settore. Le due chicane lente composte dalle curve 16-17 e 18-19 sono state rimosse e sostituite con un rettilineo che inizia all’uscita della staccata della 14. L’assenza di ben quattro pieghe a basa velocità di percorrenza rappresenterà probabilmente uno svantaggio per l’Aston Martin, dato che in questa tipologia di curva ad angolo retto con velocità di circa 90/100 km/h, la monoposto inglese era in grado di fare la differenza rispetto alle rivali.
Sia nel giro secco che sul ritmo nell’arco della gara, il terzo settore di Marina Bay ha sempre rappresentato una sfida tecnica per piloti e tecnici. Sollecitando molto l’asse posteriore, la gestione delle coperture al retrotreno risultava fondamentale per non incappare nell’overheating con annesso calo della performance.
Con la configurazione ad alto carico aerodinamico, la AMR23 difficilmente riscontra criticità legate all’handling come il sottosterzo, fenomeno che invece si innesca sulle piste che richiedono efficienza aerodinamica, dato che per recuperare velocità di punta sui rettifili viene sacrificato il carico in curva.
Alti livelli di downforce, la condizione tecnica nella quale l’AMR23 sa muoversi con estrema agilità. A Singapore un altro elemento in grado di fare differenza è l’assetto meccanico, data la successione di curve lente e i vari cambi di direzione. Fondamentale la precisione di inserimento con l’avantreno e la reattività nelle chicane, così come la stabilità del posteriore in fase di accelerazione.
Tutti aspetto tecnici che Aston Martin ha sempre esibito, punti cardini per massimizzare la propria competitività in pista. Come detto in precedenza a Monte Carlo l’ex ferrarista Fernando Alonso andò vicino alla vittoria, a Singapore l’obiettivo realista può essere il podio. Tuttavia la concorrenza è agguerrita ma per il resto si sa, sognare non costa nulla…
Autore: Dennis Ciracì–@dennycira
Foto: Aston Martin F1 Team