giovedì, Novembre 14, 2024

L’ATA conquista la F1: ecosostenibilità, razionalizzazione e spettacolo

In F1 certi test non sono mai fini a se stessi. Quando, in Ungheria, è stato introdotto il meccanismo dell’Alternative Tyre Allocation (ATA per comodità) si pensava che questo potesse diventare, alla lunga, il nuovo standard della categoria. Ed è quello che potrebbe accadere stando agli ultimi rumors provenienti da “radio paddock”.

Va subito detta una cosa una con grande onestà: piaccio o no, l’ATA non è il solito meccanismo cervellotico e poco fluido nel funzionamento. E il fatto, di per sé, è una sorpresa dato che parliamo delle regole di uno sport che non si tira indietro quando c’è da impostare procedure che hanno il sapore del rompicapo e che siano generalmente poco leggibili da parte di tutte le parti in causa, a partire dai protagonisti per finire ai tifosi. 

Sintetizzando all’estremo, il sistema prevede che i team siano costretti a utilizzare le gomme dure in Q1, le medie in Q2 e le Soft in Q3. Questo, chiaramente, in condizioni da asciutto. Pirelli, in questo modo, ridurrà anche il numero di set di pneumatici disponibili per pilota da 13 a 11. Il format è stato sperimentato con buon successo a Budapest e a Monza, piste non scelte a casa visto che sono caratterizzate da layout diametralmente opposti. 

F1
Mario Isola, direttore della divisione motorsport di Pirelli

Mario Isola, commentando la seconda uscita dell’ATA ha confermato che le indicazioni sono positive anche se perfezionabili. “Personalmente – ha spiegato il dirigente di Pirelli Motorsportcredo che la sessione di qualifica con questo format sia molto più interessante, perché i piloti devono adattarsi velocemente a diversi livelli di grip”.


ATA modello standard per soddisfare due esigenze

L’ATA, che fa storcere il naso ai tifosi più oltranzisti, quelli legati alla tradizione e che si oppongono forse ciecamente ad un cambiamento resosi necessario, risponde a due esigenze: semplificazione procedurale e ecosostenibilità. Sul primo fronte si sta provando ad imporre lo schema a undici treni di gomme sia nei weekend standard che nel format con la sprint race, che di set ne prevede dodici. 

La partita si gioca sulla doppia qualifica nella quale andrebbe confermato il meccanismo hard-medium-soft nelle tre sezioni. Tale formula permetterebbe al legislatore di definire i set sessione per sessione, favorendo la standardizzazione numerica per tutto l’arco del campionato con benefici nella logistica dei trasporti di materiale pesante come gli pneumatici. Ma anche con ricadute positive sulla produzione degli stessi.  

E così si giunge all’altro punto in agenda: la sostenibilità ecologica. Alla base dell’ATA c’è la razionalizzazione della logistica poiché troppi treni di pneumatici viaggiavano in giro per il mondo senza produrre un risvolto veramente utile al lavoro da svolgere in pista. Rendere più logici i trasporti di merci pesanti e ingombranti significa impiegare meno risorse energetiche per la movimentazione. 

Ancora, ridurre da 13 a 11 i set a disposizione per 20 macchine significa produrre 40 treni in meno per weekend. Ossia 160 gomme che, nell’arco di 24 gare, riferendosi al mondiale 2024, significa 3840 coperture in meno da produrre e da spostare intorno al globo. Numeri di un certo rilievo che hanno un impatto fattivo. 

F1
coperture Pirelli 2023

Ma c’è un’altra ragione che spiega perché soprattutto Liberty Media spinge per standardizzare la formula e non è meno importante delle altre: lo spettacolo. L’operazione messa su dalla F1, quindi, non ha solo il nobile scopo di far risparmiare energia dimostrandosi maggiormente sostenibile, ha anche quello di provare a creare un po’ di variabilità in un contesto che si sta dimostrando abbastanza rigido.

La presenza di traffico con auto che fanno più giri consecutivi è una novità da gestire che ha imposto nuove sfide strategiche con i muretti molto attenti al track position e all’evoluzione dell’asfalto. Esigenze di spettacolo e relativa vendibilità del prodotto per qualcuno sono le vere ragioni del concepimento dell’ATR che si appresta a diventare un pilastro della F1 dei prossimi anni. Se poi ha anche risvolti ecologici ben venga, ma la sensazione è che sia nato per rendere più accattivante il prodotto.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Pirelli Motorsport

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