La F1, come ogni altro sport, è caratterizzata da due spinte concettuali centrifughe: lasciare che i valori tecnici emergano senza un argine più o meno immateriale o incatenare gli stessi con interventi visibili che modificano normali dinamiche? Nel motorsport ci sono diversi sistemi che bilanciano la competitività. Viene in mente il balance of performance in voga nel WEC e in altre categorie. Ma anche il meccanismo dell’Aerodynamic Test Regulation che limita gli slanci dei team che operano meglio. E questo è un marchio di fabbrica della F1 che potrebbe, nel futuro, essere affiancato da un altro sistema equilibrante: la griglia invertita.
Calma, allo studio non c’è nulla, si tratta di un parere espresso da un pilota di primo livello. Ma ci arriveremo più avanti. Nell’eterno “conflitto” – che tale non dovrebbe essere perché l’una sarebbe naturale conseguenza dell’altro – gli organi regolatori della serie cercano il giusto punto di stabilità tra sport e spettacolo.
Negli ultimi anni, specie dall’avvento di Liberty Media Corporation che nasce come gruppo che si occupa di intrattenimento, sono state individuate e messe in atto diverse iniziative per far pendere l’ago della bilancia verso lo show. La sprint race, ottimizzata nel format e nel sistema dei punteggi in tre stagioni, è uno di quegli espedienti per rendere il prodotto più accattivante e quindi vendibile. Dalle tre gare a stagione si è passati alle sei attuali e la prospettiva per il futuro è quella di raddoppiarle, magari sfruttando anche il sistema dell’Alternative Tyre Allocation che ha debuttato in Ungheria e che nelle intenzioni della proprietà deve diventare lo standard dei weekend di gara.
Proprio la gara veloce, che per un certo periodo di tempo ha rischiato di generare una profonda frattura tra Place de la Concorde e Englewood, sede di Liberty Media, che non riuscivano ad accordarsi su questioni economiche, potrebbe essere oggetto di un’ulteriore revisione che va a rendere il formato ancora più particolare.
F1: le proposte di Sainz per rendere pepata la Sprint Race
Come riportato in apertura non si tratta di una notizia, ma di una proposta che giunge direttamente da Carlos Sainz che veste i panni del consigliere federale. La sorte di questo suggerimento non è prevedibile, ma non sarebbe la prima volta che certe mozioni private svolgono il ruolo del piccone che, colpo dopo colpo, abbatte il muro della tradizione per aprire un varco verso il futuro.
Il pilota della Ferrari, nel contesto molto leggero (quindi è necessario parametrare l’ambito in cui ci si esprime) del podcast P1 curato da Matt Gallagher e Tom Bellingham, ha lanciato la sua idea che suona più o meno così: “Vedo le Sprint Race con una griglia di partenza invertita, basata sulla classifica del campionato. Immaginatevi Max che parte ultimo, le Ferrari che partono nella seconda parte del gruppo, le macchine più lente davanti. Tutto il gruppo sarebbe molto compattato”.
Ma non termina qua, Carlos si veste da architetto dei regolamenti ed entra nei dettagli della sua concezione tutta adrenalina: “Se si prevedessero punti fino alla decima posizione, inizierei la gara pensando di poter entrare in top 10 o addirittura nei primi cinque. Uno come Verstappen, partendo dall’ultima posizione, penserebbe di poter arrivare almeno tra i primi dieci con una Red Bull”. A tutto vantaggio dei sorpassi e dello spettacolo.
“Chi parte davanti darebbe tutto per tenere la posizione perché potrebbero essere gli unici punti che fan nella stagione. Queste giornate sarebbero incredibili e non inciderebbero sul resto del weekend. Avresti comunque la gara principale, che è quella che tutti vorrebbero comunque vincere”, ha argomentato l’ex McLaren che viene dal primo podio stagionale strappato con le unghie e coi i denti in una difesa strenue sul suo compagno di squadra.
Quelli dello spagnolo sono desideri per ora immateriali ma, stando a quanto ha poi aggiunto ai microfoni dei due giornalisti inglesi, a supporto del fatto che certi cambi normativi nascono da idee apparentemente estemporanee, c’è una base solida che sarebbe disposta ad accettare una proposta così rivoluzionaria per la Formula Uno: “Insieme ad alcuni altri piloti abbiamo detto: <<Se volete davvero rendere il weekend della Sprint interessante e provare qualcosa di diverso, perché non provare questo?>>.
Ribadendo che le osservazioni di Sainz sono giunte in un contesto non certo istituzionale né nelle canoniche conferenze pre-evento, va comunque sottolineato che c’è una “nidiata” di piloti che non si dice refrattaria a questo tipo di format che rappresenterebbe una netta sterzata rispetto a quanto siamo abituati a vedere.
Certe proposte, dunque, non possono essere bocciate in maniera aprioristica e senza i necessari approfondimenti sui costi e benefici. Sta di fatto che Liberty Media intende spingere sull’acceleratore dello show e trovare sponda in chi si cala direttamente nell’abitacolo potrebbe essere lo stimolo all’iniziativa.
Dei suggerimenti di Sainz resta un punto chiave che merita di non essere cestinato: quello della divisione netta tra il sabato sprint e la domenica canonica. Un po’ quello che succede oggi ma ulteriormente affinato ed ottimizzato in nome della variabilità e dell’imprevedibilità che stanno così a cuore a Stefano Domenicali e al colosso che rappresenta.
Per ora la F1 non risponde e prosegue con un calendario a 24 appuntamenti con sei gare veloci a corredo. Ma non è da escludere che, dopo le necessarie revisioni dei testi di riferimento, la classe regina del motorsport possa pensare di aumentare il numero di gare introducendo nuovi sistemi come quello teorizzato da Carlos Sainz.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Haas, Scuderia Ferrari