domenica, Novembre 17, 2024

F1, esaltare un dominio. Istruzioni per l’uso di Liberty Media

Greg Maffei, anni 63, imprenditore newyorkese proprietario della F1 con Liberty Media ha fatto parlare di sé per la seguente dichiarazione rilasciata nei giorni scorsi alla rivista “The Paddock Magazine”: “A parte rompergli una gamba, come Tonya Harding, non so cosa possiamo fare, ma è un fenomeno (si parla di Verstappen ndr). Sta guidando quella che sembra essere la macchina più veloce e la sta guidando molto bene. Se si guarda alle linee che prende, a quanto siano aggressive, e a come lui sia in grado di percorrerle, è davvero sbalorditivo. E si capisce perché statisticamente è più veloce di chiunque altro”.

Parole che hanno suscitato inevitabili polemiche. Ma era chiaro che si trattava di un’iperbole per sottolineare che attualmente il binomio VerstappenRed Bull è una corazzata invincibile che può essere fermata solo fuori dall’ambito prettamente agonistico. E quindi l’esempio è perfettamente calzante. Rapido riepilogo per chi non conoscesse il celebre caso Kerrigan, dal nome della vittima, la pattinatrice Nancy Kerrigan. In vista delle Olimpiadi del 1994 l’atleta fu aggredita, mentre era impegnata in una sessione di allenamento ai campionati nazionali, con un manganello dall’ex marito della rivale Tonya Harding con lo scopo di impedirle fisicamente di partecipare all’evento sportivo.

La Kerrigan fu costretta a ritirarsi momentaneamente, e il titolo nazionale andò alla Harding. Dalle indagini risultò che Jeff Gillooly, ex marito della Harding, con l’aiuto dell’amico Shawn Eckardt, aveva ingaggiato l’aggressore Shane Stant affinché colpisse la Kerrigan al ginocchio destro (con appunto un manganello). Disse di averlo fatto d’accordo con l’ex moglie per mettere fuori gioco la rivale in vista dei Giochi olimpici invernali. Giova sottolineare che la Harding si è sempre dichiarata innocente ma, ovviamene, la sua è stata una parabola discendente dal 1994.


F1, Liberty Media: quando il marketing non è un’opinione…

Le parole di Maffei, prese nel giusto contesto, fanno seguito a quanto ha affermato ripetutamente Stefano Domenicali, cioè che non ci si può fare nulla se c’è uno più forte, anche perché nello sport (in tutti gli sport) può capitare. E, dal punto di vista dell’etica sportiva, è coerente e corretto quanto affermato dal patron della F1. Non so se l’idea sia venuta a Domenicali, (o se gli sia stata suggerita) ma credo sia stata un’intuizione geniale. Cioè, se lo spettacolo latita, trasformi quel latitare in uno spettacolo unico, che tutti dovrebbero vedere.

La “narrazione” è questa: “Non capiterà più di vedere un pilota che domina in questo modo, venite a vederlo. Proprio perché è noioso!”. Una trovata di marketing da “scuola” di comunicazione. Certo, poi c’è la realtà. Opaca. Numeri di tifosi che non conosciamo né guadagni globali (li possiamo ipotizzare); audience della F1 che conosciamo si e no, numeri di coloro che vanno in circuito che ovviamente conosciamo, ipotetici nuovi tifosi i cui gusti li conosciamo solo per interpretazione che da Domenicali, di ciò che loro pensano etc etc…

Cose di cui abbiamo già parlato e sulle quali non torneremo. Per ora. E’ tuttavia lapalissiano che se uno sport diventa noioso, meno gente lo vede e meno soldi guadagna il Circus. E questo lo sanno tutti. Quindi, pare evidente che oltre le dichiarazioni di facciata, qualcosa si farà. E anzi, qualcosa già si muove, se pensiamo alla direttiva tecnica sulle ali flessibili che debutterà a breve. E’ materia della Federazione, ma pare evidente che si cerchi in qualche modo di limitare chi è più bravo in quell’area “grigia” del regolamento.

F1 Liberty Media
Greg Maffei, CEO Formula Uno

Per farla breve, scommetto i miei due centesimi che con una motivazione plausibilmente legata alla sicurezza (così non si può controbattere), Fia e F1, di concerto, cercheranno di ridurre la durata del regno imperiale della Red Bull. Viceversa sarebbe esiziale per la pecunia. D’altronde la DT39, fatta salva la foglia di fico del mal di schiena dell’acciaccato sir Lewis settimo, nelle intenzioni del legislatore e del venditore di diritti tv aveva lo scopo di allargare la platea dei potenziali vincitori ad almeno tre team (Red Bull, Ferrari e Mercedes).

Il risultato lo conoscete tutti. Red Bull che prende il volo e gli altri a mangiare i marbles di Max e Checo sino a soffocarne. Questo per dire che intervenire a gamba tesa a mondiale in corso è sempre fonte di guai, oltreché eticamente riprovevole. E ovviamente io (e molti altri come me) sono contrario a questo andazzo. Ma ciò non significa che Fia e F1 non agiranno di nuovo. La ritengo una certezza. Resta da capire come agiranno. Vista la noia mortale di questo dominio Red Bull, anche ciò potrebbe essere fonte di svago e curiosità. Questo passa il convento, per ora.


Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi

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