venerdì, Novembre 22, 2024

F1 a undici team: la FIA prende tempo per l’ultima mediazione

Il momento tanto atteso ama farsi attendere. Altrimenti che attesa sarebbe? Settembre doveva essere il mese buono ma dell’annuncio ufficiale non v’è traccia. Di cosa parliamo? Ovviamente della comunicazione relativa all’esito del bando di concorso per la partecipazione dell’undicesimo team al campionato del mondo di F1. La dead line iniziale era fissata nel mese di luglio, poi è stata posticipata alla pausa estiva.

Attese inevase che ci hanno condotto direttamente all’autunno. Oggi, venerdì ventinove settembre 2023, non è arrivata ancora nessuna nota ufficiale da Place de la Concorde, Parigi. Ogni momento è buono per saperne di più ma le tempistiche annunciate da Mohammed Ben Sulayem non si sono concretizzate. Un motivo potrebbe esserci, ci arrivammo più avanti. 

Andretti-Cadillac, Hitech, Craig Pollock’s Formula Equal, Rodin F1 e LKY SUNZ, le cinque realtà che avrebbero inoltrato formale richiesta alla  FIA per l’ambito posto (il condizionale è d’obbligo poiché sui nomi l’ente francese non si è sbilanciato per un obbligo di riservatezza, ma le indiscrezioni parlano dei succitati cinque team), sono ancora a braccia conserte in attesa di conoscere il proprio destino. Che dovrebbe compiersi a breve. Anzi, che pare essersi realizzato visto che è uno dei candidati ad aver svelato l’arcano prima che da Place de la Concorde partisse il comunicato ufficiale.

F1
Michael Andretti a colloquio con Mohammed Ben Sulayem

F1: Andretti avrebbe vinto il contest

La notizia, tutta da confermare, l’ha data uno dei candidati che sarebbe stato escluso per la mancanza di alcuni dei requisiti richiesti. Il Team Rodin, nel comunicare il respingimento della propria candidatura ha fatto le congratulazioni all’Andretti Global che sarebbe l’unico soggetto ad avere superato lo sbarramento federale. 

Apprezziamo l’opportunità di aver partecipato al processo di selezione FIA – ha dichiarato David Dickerin nella qualità di rappresentate della scuderia – ed estendiamo i nostri migliori auguri ad Andretti per la loro candidatura che ha avuto successo. Rodin Cars rimane impegnata a superare i confini del motorsport e continuerà a perseguire l’eccellenza nel mondo delle corse”.

La missiva aperta non va proprio incontro allo spirito del bando che esigeva segretezza sui nomi. Ma, evidentemente, la chiusura anticipata del cammino ha rappresentato un lasciapassare mediatico che, diciamolo, ha un po’ rotto le uova nel paniere alla F1 che avrebbe voluto dare il benvenuto (?) ad Andretti in maniera più solenne. 

F1
Andretti Global: il gruppo che incamera tutte le attività nel motorsport degli Andretti

F1: il silenzio della FIA ha un’altra motivazione?

Ricordiamo che a inizio settembre Michael Andretti e il socio Dan Towriss avevano accorpato tutti i team presenti nelle varie categorie in cui corrono (IndyCar, Formula E, l’Extreme-E, la Supercar australiana) in un unico e più riconoscibile marchio. Il raggruppamento delle varie branche sportive sembrava essere un atto propedeutico all’ingresso nella serie iridata. Cosa che puntualmente è avvenuta. Almeno stando a quanto emanato da Rodin F1.

Allora perché da Parigi tutto tace? Non è un mistero che gli attuali membri del Patto della Concordia non siano proprio entusiasti di allargare la serie e dividere con un altro soggetto i profitti che potrebbero cominciare a diminuire considerando anche un netto calo di interesse per la F1. I team, arrivati a questo punto, non intendono entrare in rotta di collisione con la Federazione e, con l’appoggio discreto di Liberty Media, dovranno mediare invece che arrivare alle carte bollate

Andretti, che porterà con sé Cadillac, rappresenta un’opportunità per la F1 visto che, nel tempo, potrebbe addirittura accrescere sia la cifra tecnica che quella economica grazie all’introduzione di un gruppo veramente americano in una categoria sportiva che negli States prende sempre più piede. Non è da escludere che l’annuncio ufficiale stia slittando proprio per preparare il campo e fugare ogni minimo rischio di scontro legale. 

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Ben Sulayem (FIA) – Stefano Domenicali (CEO F1)

In questo processo è decisivo il ruolo di Mohammed Ben Sulayem che, sin dal primo giorno, è stato il grande architetto di un’operazione il cui epilogo era piuttosto scontato come ci aveva confermato Mario Andretti in un’intervista esclusiva rilasciata alla nostra testata.

Il manager emiratino, che sta lavorando sottotraccia anche con Stefano Domenicali, sta facendo capire ai reazionari guidati da Toto Wolff che l’accresciuta capacità di fatturare grazie ad un gruppo solido, riconducibile ad un colosso come General Motors, è un’opportunità per una F1 che rischia di andare incontro ad una fase piatta dopo anni di crescita del brand

Mohammed Ben Sulayem è stato un apripista, uno che ha visto più lungo di chi pensa che non ci fosse altra strada che quella rappresentata dal cerchio magico dei dieci. Manca poco per una delle più grandi rivoluzioni della Formula Uno moderna: l’allargamento a 22 vetture. Un processo che nel tempo potrebbe proseguire visto che le regole attuali prevedono che le vetture in griglia possano essere 24.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Andretti Global

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