Di premesse e discorsi vari sulla Ferrari ne abbiamo fatti parecchi in questi ultimi giorni. Per questa ragione, esauriti i convenevoli, partiamo con l’analisi schietta della gara. Tranne Lewis Hamilton che ha preferito la Hard, la maggioranza dei piloti ha scelto di partire con le Pirelli a banda gialla. Questo perchè i riscontri ottenuti nella giornata di venerdì erano ottimi, specialmente in termini di durata. Durante le prime tornate le mescole hanno bisogno di scaldarsi per attivare la struttura molecolare che le permette di lavorare a dovere. Operazione importante soprattutto sull’asse anteriore. Raggiunta questa condizione lo pneumatico comincia ad offrire il massimo della performance. Ci vogliono circa 2/3 giri.
Ferrari e Red Bull hanno giocato ad armi pari almeno per quanto riguarda le gomme, in quanto le tipologie di compound riservate per la gara erano le medesime. La partenza ritardata ha causato una serie di problemi. Prima di tutto, una volta che si posizionano in griglia, i piloti non possono più modificare il punto di stacco della frizione, ricercato in modo molto delicato durante le prove di partenza e su consiglio di ingegneri specializzati.
Tale scenario può portare a partenze non perfette poiché il software dedicato allo start prende in considerazione molti parametri dell’asfalto, che nel mentre possono cambiare. La pausa prolungata ha consentito alle squadre di rimettere le termocoperte, tuttavia nel terzo outlap effettuato i piloti devono aver cercato di mettere molta energia sull’asse frontale. Questa operazione va in porto spostando il bilanciamento dei freni sull’avantreno per scaldare la carcassa dall’interno.
Gp Italia 2023/1° stint: Ferrari quasi all’altezza Red Bull con la Medium
Durante i primi giri del Gran Premio d’Italia edizione 2023 si è verificato ciò che si pensava: il posteriore “più leggero” ha di fatto reso più complicata l’amministrazione delle mescole sulla lunga distanza. Le velocità di punta erano presente e tale fattore ha reso più difficile il sorpasso per la Red Bull. Verstappen, disquisendo con il proprio ingegnere via radio, ha riferito che la SF-23 scodava parecchio. Per questo ha deciso di gestire la gara aspettando il momento propizio per attaccare Carlos Sainz
Parlando di “tattica dei sorpassi” la RB19 era molto forte alla parabolica, riuscendo a produrre un delta velocistico a favore sino a 9km/h. Un vantaggio del genere li consentiva di avere un spunto sulla retta principale davvero ottimo. Ferrari dalla sua aveva una buona stabilità in frenata a ruote dritte e un ottima velocità di punta. Due elementi che hanno sommato una cifra al valore della difesa sulla monoposto austriaca.
Il pilota spagnolo ha commesso due errori cruciali nel primo stint: non gestire a dovere il posteriore più scarico e il bloccaggio in curva 1, aspetto che di fatto ha favorito non poco il sorpasso di Verstappen alla seconda chicane. Vale la pena rimarcare che Max sarebbe passato lo stesso, in quanto il ritmo della RB19, anche se non di molto, senza dubbio era superiore.
Dando un’occhiata ai numeri, dopo il sorpasso ai danni del ferrarista al passaggio 14, notiamo che il due volte campione del mondo è stato 1 decimo al giro più rapido dell’iberico. Segue Leclerc che pagava un delta prestazionale pari a due decimi. Mettendo da parte la considerazione, possiamo dire che la SF-23 si è adattata molto bene alla Medium, riuscendo in linea generale a tenere un passo molto simile a quello della RB19. Forse, senza il bloccaggio di Sainz, Verstappen avrebbe dovuto rinunciare avvalendosi della strategia per scavalcare Carlos solamente nel secondo stint.
Gp Italia 2023/2° stint: Ferrari soffre la Hard
Ferrari è stata tra le prime a rientrare ai box. Anticipando la sosta l’intento mirava all’undercut su Red Bull. Tuttavia il margine di Verstappen era sufficiente per sventare l’attacco della rossa, considerando peraltro che il degrado non eccessivo ha tolto margine di manovra al tentativo. Per di più, a margine della sosta delle due SF-23, è andata in onda una lotta interna per la posizione che di fatto ha contribuito a perdere race-time. I questo caso il muretto avrebbe dovuto anticipare la questione e vietare il duello inutile in quel momento.
Max si è fermato al giro successivo coprendo la strategia del Cavallino Rampante. Mentre Perez, effettuata la sosta ha messo Ferrari nel mirino. Sulla gomma Hard la storica scuderia modenese ha dovuto giocoforza diminuire il proprio ritmo. Con meno grip a disposizione le due SF-23 hanno perso parte della performance, consentendo al messicano di avvicinarsi e, seppure con molta fatica, superare le vetture emiliane.
Hamilton con la sua strategia differente ha guadagnato molte posizioni “calzando” la Hard sin dalla partenza. Il britannico ha potuto allungare di alcune tornate lo stint per poi passare alla gomma Medium nel finale della corsa. Nessuno dei piloti ha deciso di utilizzare le Pirelli a banda rossa. Questo perchè la media offriva comunque ottime prestazioni e, ovviamente, funzionava decisamente meglio in termini di durata.
In questa seconda parte di gara Verstappen ha dominato utilizzando alla perfezione la mescola Hard. Le difficoltà della Ferrari vengono rispecchiate nei numeri. Sono infatti 4 i decimi al giro rifilati alla rossa dall’attuale leader del mondiale. La seconda Red Bull ha invece girato su tempi più alti, risultando più rapida di “soli” 2 decimi al giro. Russell è risultato ancora più lento del suo stesso compagno di squadra autore di un’ottima rimonta.
Gp Italia 2023: Ferrari, nel computo totale della gara, produce un ritmo medio inferiore di “soli” due decimi rispetto a Red Bull
Attraverso la grafica a seguire troviamo le forze in campo. Sull’intera gara, Ferrari è stata in media a 2 decimi dalla RB19 di Verstappen. La senza dubbio più complicata gestione gomme della rossa ha di fatto servito su un piatto d’argento la gara a Red Bull. In generale dobbiamo ribadire che il setup sulle SF-23 azzeccato, riuscendo a far leva sui punti di forza del progetto. Inoltre il fine settimana è stato lineare, senza sbalzi competitivi tra le sessioni.
Individuare la finestra operativa della vettura italiana è stato possibile pertanto, con il reparto dinamico della GES che ha profuso parecchi sforzi sul passo gara in parte ripagati in pista. Tuttavia Ferrari ha necessariamente dovuto adottare un maggior angolo di camber all’anteriore, fattore che di sicuro ha inciso sull’amministrazione delle coperture.
Pensando al futuro parliamo brevemente di Singapore. Gli “usuali” problemi della SF-23 potrebbero tornare a fare presenza, in un circuito dove l’arma sulla quale Ferrari punterà in toto si chiama trazione. C’è poi un ultimo aspetto interessante che andrà valutato e riguarda la flessibilità della ali. La direttiva TD018, di fatto, potrebbe dare una mischiatina alle carte in tavole d’ora in poi. E chissà se per una volta a beneficiarne sarà proprio il team di Maranello.
Autori: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich –@niccoloarnerich
Immagini: Scuderia Ferrari