Red Bull vuole ristabilire le gerarchie. Fare subito capire alla Ferrari che la parentesi Singapore non si verificherà più nei restanti round della campagna agonistica 2023. Senza dubbio il team di Maranello ha dato il meglio di se tra Monza e Marina Bay e nonostante l’approccio mantenga parte della fiducia, Suzuka non porta con se l’ottimismo recente all’interno della gestione sportiva.
Durante l’ultima settimana si è parlato molto dell’update relativo alla direttiva tecnica TD039. Alcuni sono conviti che in gran parte il rendimento fallimentare della RB19 nella città stato asiatica sia proprio dovuto a questa ragione. La teoria è stata immediatamente “soppressa” sul nascere da Christian Horner, definendo illusi quelli che ritengono valida. A tal proposito, restando nel campo delle congetture, facciamo un rapido ragionamento.
Annata 2022, Ferrari F1-75: dopo Spa-Francorchamps la rossa palesò evidenti limiti sulla performance. Le altezze da terra modificate distrussero di fatto tutte le ambizioni della rossa. Mattia Binotto, all’epoca team principal, sostenne che proprio nulla del rendimento fallimentare della seconda parte di stagione aveva a che fare con il provvedimento della FIA, esattamente quello che ha detto lo “Spice Boy“, riferito ai bolidi austriaci, qualche giorno fa.
Come sempre l’unico giudice supremo resta la pista. A nostro modo di vedere si potranno sgomberare le congetture sull’ipotetico scenario una volta che le monoposto di Milton Keynes effettueranno la prima sgambata nelle Fp1. Se così non fosse saremo felici di sbagliare però, soprattutto perchè la competitività del campionato con una Red Bull ridimensionata sarebbe decisamente più alta.
Gp Giappone 2023/Ferrari SF-23 vs Red Bull RB19: carico posteriore equiparato al 2022
Come ci si poteva aspettare Ferrari e Red Bull hanno scelto la direzione intrapresa lo scorso anno. I tecnici capeggiati da Adrian Newey propongono un’ala da medio/medio-alto carico, con la presenza di un nolder sul bordo d’uscita. Specifica vista in Azerbaijan con un main plain già utilizzato nel corso di questo mondiale. In questo caso non sembrano adottare la soluzione Alpine/Mercedes con la giunzione tra endplate e secondo flap, abbinata solitamente all’alto carico.
Red Bull tornerà a testare il fondo introdotto a Singapore successivamente scartato. Le modifiche rientrano nella micro-aerodinamica. Cambi che riguardano la zona laterale del pavimento dove troviamo un “ricciolo” che ha il compito di generare una sovrappressione locale per separare il fluido che scorre adiacente le pance e quello “più sporco” che viaggia parallelo all’auto proveniente dalla gomma anteriore.
Per quanto concerne la storica scuderia italiana si opta per la “classica ala monopilone” introdotta all’inizio del campionato, mediamente più carica rispetto alla media delle altre squadre. Ricordiamo infatti che se la RB19 domina in termini di efficienza aerodinamica, la SF-23 è seconda in questa particolare classifica. Per questo motivo anche la rossa può godere di tale vantaggio su Mercedes e McLaren anche se informa minore.
Tema altezze da terra e messa a punto generale: a Suzuka sarà interessante capire quali scelte realizzeranno i tecnici. Il primo settore è un insieme di curve veloci in appoggio, tratto che genera ingenti trasferimenti di carico. La stabilità della piattaforma aerodinamica è quindi messa a dura prova e le regolazioni in merito alle barre anti rollio saranno piuttosto rigide.
D’altro canto nella pista nipponica ci sono anche diversi punti in cui la trazione è davvero utile. Come nel secondo settore, ad esempio al tornantino, oppure nel terzo in uscita dall’ultima chicane, che tra le altre cose annovera cordoli piuttosto alti. Nel complesso ci aspettiamo una Red Bull molto competitività, sebbene come accennato in precedenza qualche dubbio ancora esista.
Rispetto agli avversari, le due RB19 contano di adottare altezze minime ridotte di alcuni millimetri a Suzuka, come di fatto è sempre stato nell’arco dell’anno. Se tale fattore non fosse possibile per l’aggiornamento della TD039, il bilanciamento aerodinamico con diverse misure dal piano di riferimento (asfalto) andrà necessariamente incontrato. Aspetto che potrebbe, come a Singapore, creare qualche grattacapo di troppo.
Anche la SF-23 dovrà confermarsi su questo aspetto, in quanto benchè sia vero che le ultime due gare siano state al di sopra del livello medio stagionale, in nessuna di queste piste erano presenti curve rapide ad ampio raggio. Tenendo presente che in linea di massima il ride height delle monoposto sarà superiore in Giappone, il dubbio competitivo sulle curve ad alta velocità di percorrenza per la Ferrai resta.
L’iterazione aero-meccanica è fondamentale in questo caso. Ecco perchè, come anticipato nella nostra consueta anteprima tecnica del Gran Premio del Giappone, sulle vetture italiane dovrebbe fare presenza una nuova specifica di fondo aggiornata, capace di gestire in maniera migliore la struttura vorticosa che scorre nel pavimento della rossa. Il target è chiaro: massimizzare l’equazione tra spinta verticale e resistenza all’avanzamento.
Autori: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Albert Fabrega – @AlbertFabrega