La storica scuderia Ferrari regala un sogno ai propri tifosi. Lo fa per mani di Sainz, autore di un fine settimana da 10. Perfetto è l’aggettivo più idoneo per lo spagnolo. Proprio lui che spesso ha rasentato la perfezione in passato commettendo poi un errore sul più bello. Dall’altra parte del garage un Charles Leclerc un po’ appannato per giunta non troppo fortunato in gara, con il ritardo ai box che di fatto complica tremendamente la sua gara.
Per il resto, con una visione d’insieme più ampia concernente la gara, vanno fatti tanti complimenti a Norris. Il talento britannico ha saputo rispedire al mittente gli attacchi delle due Mercedes, su una strategia che poteva essere vincente. In tal senso, “l’aiuto” dell’ex compagno di squadra Carlos è stato cruciale. Male Russell che getta alle ortiche una possibile vittoria, bene Lewis che alla fine si prende l’ennesimo podio della carriera.
L’analisi odierna sul Singapore prende corpo parlando di gomme. La scelta condivisa per i top ten è ricaduta sulla Pirelli a banda gialla. Tutti tra Charles che d’accordo con il muretto ha montato la Soft. L’obiettivo era quello di approfittare allo start dell’etra grip per mettere dietro Russell, operazione puntualmente avvenuta. In casa Red Bull si è deciso di puntare direttamente alla Hard, per allungare quanto più possibile il primo lo stint. Una tattica, tenendo presente che a Marina Bay le Safety Car fanno sempre presenza, utile per provare l’overcut sui propri avversari.
Leclerc doveva allungare di più il proprio stint in modo da diminuire la differenza di durata delle sue mescole rispetto agli altri. La finestra per il cambio gomme era attorno al 25esimo passaggio per la media. Al giro 20 i servigi di Bernd Mayländer sono richiesti, per dare la possibilità agli steward di pulire la pista dai detriti della Williams di Sargeant. Contesto che di fatto ha anticipato la sosta per molti.
Malgrado tale situazione potesse andare in contro al monegasco, il traffico in pit lane ha giocato un ruolo decisivo facendogli perdere alcune posizioni. In regime di Safety Car le due RB19 hanno scelto di tirare dritto, continuando sulle Hard. Ma quando la corsa è ripresa il loro ritmo non era all’altezza di quello che ci si aspettava. Le vetture austriache scodavano parecchio e in pochi giri hanno perso il vantaggio accumulato non fermandosi.
Gp Singapore 2023/Analisi prestazionale: Ferrari con Sainz gestisce e poi azzecca la strategia finale
Dopo il primo stint notiamo come i tempi in generale siano abbastanza alti. Lo facciamo prendendo visione della successiva grafica che ci conferma come i piloti fossero in gestione gomma. Nel complesso parliamo di un passo gara dei piloti di testa compreso all’interno dei 2 decimi di distacco. La prima Red Bull a fermarsi è quella di Perez, giro 40, dopo essere stata superata dal gruppo di testa. Il messicano ha scelto la Medium per andare sino in fondo. Stratega fotocopia per Max alla seguente tornata. .
Ferrari ha mostrato un buon passo sulla Pirelli a banda bianca specialmente con Sainz. Mentre Leclerc soffriva un leggero innalzamento delle temperature che lo ha costretto a limitare in parte le sue prestazioni. La Virtual Safety Car provocata da Ocon ha dato l’opportunità ai piloti di riportare le temperature delle proprie mescole nel range ottimale. In questo momento, un po’ a sorpresa, Mercedes ha deciso di realizzare una mossa tattiva azzardata: fermare entrambe le vetture per una media nuova.
Una scelta pericolosa, in quanto su questo tipo di tracciati cittadini in genere risulta imperativo mantenere le posizione in pista. Interessante che l’abbiano fatto con entrambi i piloti, segno della convinzione estrema che nutrivano. Nel momento in cui Leclerc è stato avvertito del doppio stop delle W14, il monegasco ha definito questa strategia corretta, che a livello teorico poteva sacrificare il podio per provare a vincere la corsa.
Tale scenario ha messo tanta pressione alla rossa. I ferraristi sono stati avvisati in radio con l’ordine preciso di spingere al massimo sino alla fine. Le due Mercedes hanno chiuso il gap su Charles facilmente e una volta colorato di nero i suoi specchietti si sono “sbarazzate” di lui senza alcun problema sino a raggiungere il duo di testa Sainz–Norris. Lo spagnolo ha mantenuto la calma e per sua spontanea volontà, ha deciso di lasciare avvicinare l’ex compagno della McLaren per concedegli sempre il DRS.
Il ragionamento di Carlos era chiaro: se Lando può utilizzare l’ala mobile sarà più capace di difendersi e le Mercedes non passeranno. Una strategia davvero buona ma altrettanto parecchio pericolosa, anche in considerazione del fatto che le sue gomme anteriore erano praticamente finite, causa un leggero sottosterzo che di fatto limitava il front end della rossa.
Dal grafico in alto si può apprezzare con chiarezza la differenza di passo delle Mercedes dopo il loro secondo pit stop. L’unica monoposto a girare su tempi similari è stata la RB19 di Max Verstappen. In gara le Red Bull hanno comunque fatto un passo in avanti rispetto alle qualifiche, come d’altronde abbiamo sempre potuto apprezzare nelle precedenti quattordici gare.
Tuttavia, partendo fuori dalla top ten, i due bolidi colorati di blue racing hanno potuto fare ben poco. Contestualmente la strategia Mercedes si è rivelata corretta, anche perchè una tattica simile di Sainz o Norris non era prevedibile tramite le simulazioni. Di seguito possiamo apprezzare un ulteriore tabella che riguarda le forze in campo. Un dato interessante visto che emergono dei riscontri alquanto “inaspettati.
La RB19 è stata comunque la vettura più veloce in pista. Si, sembra strano, ma questo ha un significato ben preciso. Il gruppo di testa, come spesso è successo nelle edizioni passate di questo Gran Premio, non ha spinto molto per far funzionare la strategia a singolo pit stop. Non essendo possibile sorpassare, i primi alzano i tempi per non usurare troppo le gomme e allungare la loro vita utile. Red Bull è stata sì la più rapida nell’arco della gara, ma solamente perchè hanno dovuto spingere dal primo giro.
Ferrari e Mercedes hanno gestito la corsa quasi in ogni istante, se non per gli ultimi giri dove le due vetture total black hanno scelta l’ulteriore sosta. A parità di mescola, SF-23, W14 e MCL60 avevano livelli molto simili. Probabilmente i loro tecnici non si aspettavano una performance nettamente superiore della Medium, soprattutto considerando che i piloti avevano gestito e curato il degrado della Hard.
Autori: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Scuderia Ferrari