La FIA è un bersaglio facile per molti e lo è sotto parecchi punti di vista. Senza dubbio per la Federazione Internazionale non è facile stillare “regolamenti impermeabili”, soprattutto quando quasi sempre hai a che fare con tecnici più bravi te. Sotto questo aspetto ci sarebbero tante le cose da dire, ma lo scritto odierno non pretende classificarle tutte quante. Prima di approcciarsi al tema di riferimento un paio di precisazioni in merito.
Benché la parola “mutazione” si attesti come un fattore imprescindibile nella massima categoria del motorsport, d’altronde non potrebbe essere altrimenti visto la continua crescita delle scuderie sotto il profilo squisitamente tecnico, pare che durante gli ultimi lustri i cambi siano stati dettati in gran parte dall’esigenza di stravolgere uno schema non funzionante. Ci riferiamo al fatto che, quando un corpo normativo non è in grado di riprodurre su pista lo scenario ipotizzato su carta, in automatico la rivoluzione scatta.
Un po’ quello che sta succedendo attualmente. Il 2022 doveva essere l’anno zero, capace di spettacolarizzare la F1 rendendosi famosa agli occhi dei più. Il tutto partendo da un presupposto ben preciso: restringere il campo d’azione di tecnici e ingegneri per livellare il sistema. Considerando che al secondo anno della “sommossa normativa” stiamo vivendo il dominio più grande di tutta la storia, probabilmente (eufemismo) qualcosa non ha funzionato.
Sulla regolamentazione 2026 che chiuderà questo quadriennio fallimentare, in base alle aspettative nutrite, la guerra di potere messa in piedi abilmente da alcune scuderie sta facendo presenza. Un esempio? La lotta mediatica e strisciante tra Red Bull e Mercedes, portata avanti dai capopopolo Christian Horner e Toto Wolff. Entrambi sono impegnati nelle loro personali rimostranze dove l’obiettivo, nemmeno a dirlo, mira a creare terreno fertile dove impiantare il seme della propria competitività futura.
FIA: le manovre tecniche future per evitare il fallimento
Il tanto vituperato spettacolo relativo ai sorpassi è quasi totalmente sorretto da un artifizio che oramai, benché da anni si parli sella sua soppressione, continua ad essere la colonna portante senza la quale crollerebbe tutto. Sì perché alla fine dei conti, tranne rari casi, le manovre di sorpasso senza DRS arrivano solo in determinati contesti: condizioni meteorologiche avverse oppure disparità schiacciante di mescola. Per il resto, senza l’utilizzo dell’ala mobile, la percentuale scende drasticamente.
Eppure l’ex ferrarista Nikolas Tombazis, boss del direttivo tecnico FIA, sostiene che esita un discreto vantaggio per quanto concerne la possibilità di sorpassi rispetto a prima. Probabilmente la sua disamina non mette da parte i casi suddetti, perchè altrimenti anche le sue argomentazioni sarebbero ben diverse. Inoltre, in tutto questo, c’è un fatto preoccupante in chiave futura che non può far a meno di essere commentato.
Si tratta della “troppa libertà” di sviluppo concessa in alcune zone delle monoposto. Fattore che secondo l’ingegnere greco ha compromesso i “loschi piani” originali della Federazione Internazionale in merito all’attuale corpo normativo. Per questo, sottolinea il “nostro”, nel prossimo ciclo regolamentare tale situazione verrà senza dubbio risolta applicando diverse restrizioni.
Stiamo parlando di uno scenario che, palesemente, andrà ancor più a mortificare lo spirito della massima categoria del motorsport. Un colpo ben assestato alla base del collo per neutralizzare sul nascere possibili “furbate” prodotte dalle menti ingegneristiche brillanti che popolano il paddock di F1. Una sorta di appiattimento prestazionale studiato con le gambe sotto al tavolo, per evitare che il lavoro della FIA possa nuovamente essere definito fallimentare.
Non abbiamo volutamente parlato del budget cap. Lo faremo nei prossimi giorni tramite uno scritto dedicato, dove andremo ad analizzare con tutti i crismi del caso il tetto spesa imposto in questa Formula Uno futuristica. In ultima istanza “attenzioniamo” una questione molto gettonata quest’anno, tirata in ballo da vari media e presunti esperti, riproposta addirittura dallo stesso Tombazis.
Si tratta della narrazione distopica secondo la quale, non considerando lo strapotere del team Red Bull, la lotta alle spalle della squadra di Milton Keynes è davvero sempre molto interessante. Noi rispondiamo così, con un tono scherzoso ma al medesimo tempo un pelo gaudente: “Se mio nonno avesse le ruote sarebbe una carriola…”
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: FIA – Formula Uno