McLaren non è partita affatto bene in questa seconda campagna agonistica che abbraccia il nuovo regolamento tecnico. La dirigenza ha messo di immediato le mani avanti raccontando la verità. Un approccio sincero dove in fase di presentazione ha chiesto pazienza ai propri tifosi. Una MCL60 che ha mostrato diversi limiti durante le prime gare. Ma i tecnici di Woking non si sono arresi affatto. Al contrario hanno lavorato molto sodo.
I risultati in merito agli sforzi profusi sono finalmente arrivati. Il pacchetto di aggiornamenti importante di fatto ha stravolto le performance della vettura color papaya. Diverse le modifiche che sono andate ad abbracciare la filosofia downwash con relative modifiche al pavimento dell’auto. Correzioni che hanno permesso ai due giovani piloti della McLaren di lottare per le prime posizioni.
Sebbene il carico totale della vettura non sia ancora quello voluto e il punto di lavoro ottimale della MCL60 non sempre venga centrato, lo step evolutivo risulta senza dubbio notevole. Nella giornata di ieri, tramite le prime immagini in arrivo direttamente dalla pitlane di Monza, abbiamo osservato un’ala posteriore che ricalca la scelta fatta dalla Ferrari.
Il main plain della McL60 è inedito e a quanto sembra parecchio scarico. Per essere competitiva al tempio della velocità, gli ingegneri della McLaren hanno deciso di puntare sulla top speed per essere competitivi. Ma come detto un po’ per tutti nelle altre analisi, a differenza di quanto si possa pensare, anche nel circuito italiano la spinta verticale che deriva dal fondo ha un ruolo molto importante.
Facendo un passo indietro andiamo ora a prendere in esame una parte della vettura inglese che necessariamente va attenzionata. In seguito all’incidente che ha coinvolto Oscar Piastri nello scorso Gran Premio d’Olanda, abbiamo la possibilità di commentare la struttura al di sotto sotto della MCL60. Riuscendo a “sbloccare” prestazione derivante dal sottosuolo della monoposto il team inglese ha fatto un grosso passo avanti, raggiungere quasi lo stesso livello della RB19 nelle curve ad ampio raggio.
A livello di efficienza c’è ancora tanto del lavoro da fare, ma il “grosso” per riportare in alto squadra è stato fatto. Mettiamo subito in chiaro che solo una parte del merito arriva dalla conformazione fisica del fondo. Tutto il resto deriva dalla sua comprensione e di riflesso nella capacità di farlo lavorare al meglio. Un ulteriore merito viene attribuito alla capacità di utilizzare le giuste altezze da terra, cosa per niente facile da realizzare.
McLaren MCL60: l’interessante struttura vorticosa del fondo
Le corrette forme del fondo consentono che il fluido garantisca una certa stabilità di carico alle varie velocità, fattore discriminante nelle prestazioni di questa prima parte stagionale. Passando ai fatti, notiamo che i quattro profili all’entrata del canale Venturi sono un mix tra gli elementi visti su Ferrari e su Red Bull. I tre profili più esterni hanno un raggio pressoché costante, mentre quello più interno, di maggiori dimensioni, presenta un andamento non lineare.
La conformazione di questi elementi è molto importante per consentire generare la struttura vorticosa che scorre verso il retrotreno, fondamentale in quanto determina la stabilità del carico. Di fatto, se i vortici generati attraversando il diffusore si rompono la perdita di energia è ingente e, di conseguenza, il fondo perde un notevole numero di punti di carico.
A differenza della RB19, la chiglia non possiede molti “kick” nella sua porzione iniziale. Elementi che servono a generare ulteriori vortici che vanno a sommarsi al resto della struttura vorticosa. Inoltre questi dispositivi danno vita a un abbassamento locale della pressione che di riflesso si incarica di diminuire ulteriormente la depressione nel fondo. Ciò in cui appare simile e decisamente diversa dalla SF-23 riguarda la struttura generale. Il pavimento è decisamente più arrotondato, creando due canali molto utili ad alloggiare i vortici generati.
Questo ci fa capire che la strada non è annovera l’interesse di “copiare” le forme della RB19 , ma bensì sceglie di far lavorare a dovere il proprio fondo cercando di trovare il range di altezze appropriato. Insieme alla Red Bull, McLaren è la scuderia che riesce maggiormente ad abbassare la vettura restando all’interno dei regolamenti relativi all’usura della piattaforma in legno.
Osservando invece il diffusore stesso nella sua parte inferiore, salta alla vista come sulla chiglia trovino ubicazione diverse insenature, in questo caso decisamente simili a quelle viste sulla vettura in testa al mondiale. Tale situazione porta con se l’obiettivo di aumentare l’espansione d’aria del fondo stesso. I due canali laterali ricavati del fondo sono molto profondi, ulteriore peculiarità che viene condividono con la monoposto di Milton Keynes.
Autori: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich –@niccoloarnerich
Immagini: Formula Uno