In casa Mercedes il conto alla rovescia è partito da un bel po’. Non è servito molto per capire che le modifiche massicce apportate alla W14, quelle introdotte a Monaco dopo l’annullamento del Gran Premio dell’Emilia Romagna, non sarebbero bastate per riscrivere i destini di una stagione nata nella grande illusione che il concept zero sidepod, dopo la vittoria del GP del Brasile 2022 e la chiusura in crescendo, potesse essere lo strumento per ricucire uno strappo prestazionale che, invece, appare addirittura più profondo di quello che emerse nell’arco del campionato scorso.
A Brackley, dunque, non aspettano altro che il 2023 vada definitivamente in archivio. Un atteggiamento comprensibile che non sottende al lassismo generale. Anzi, i lavori fervono più frenetici che mai, ad essere cambiato è semplicemente l’oggetto dello sviluppo. Al centro delle cure dei tecnici c’è la W15 che sta prendendo forma e vita nei mainframe inglesi e per la quale il modello attuale è usato come tester; un laboratorio di comprensione per evitare essere nuovamente illusi come accadde l’anno passato.
A sentire James Allison, Mike Elliot, Andrew Shovlin e gli altri pezzi grossi del team anglotedesco pare che si sappia già dove mettere le mani. Un buon segno? Lo diranno solo i test invernali 2024 nei quali, a causa dell’iper compressione degli stessi, non ci sarà troppo da nascondersi.
Mercedes: Hamilton ha la testa al 2024
Nel frattempo quella che inizia oggi è la settimana che ci condurrà al Gran Premio di Singapore, tappa che qualche anno fa ebbe il dolce sapore della svolta iridata con Hamilton che iniziò ad aprire definitivamente la forbice in punti su Sebastian Vettel che dovette svegliarsi di colpo dal sogno iridato. In pochi anni le cose sono del tutto mutate visto che il sette volte titolato non nasconde le frustrazioni generate da una macchina inefficace.
La situazione vigente nel clan Mercedes è stata ben sintetizzata da Lewis al termine di un difficile Gran Premio d’Italia: “[…] Devo convivere con la macchina che abbiamo al momento. Attualmente è la terza vettura più veloce, è doloroso per tutti noi. Vorremmo essere più veloci. Stiamo contando i giorni che mancano da qui a febbraio per vedere la nuova vettura”. Se non è un atto di sfiducia totale poco ci manca.
Il succo della questione è semplice: non c’è ulteriore potenziale da estrarre dalla W14 che bisogna settare al meglio per cercare di ottenere il massimo da ogni singolo weekend di gara per provare a mantenere la seconda posizione nella classifica costruttori. Questo è l’obiettivo deliberato di Toto Wolff ma che anche i rivali, specie in Ferrari, hanno messo in cima alle loro priorità.
Mercedes W14: il riadattamento di Russell
In questo percorso di ottimizzazione del materiale a disposizione che, ribadiamo, non sarà più aggiornato massicciamente, George Russell si sta adattando dopo mesi difficili in cui è emersa una piccola crisi di rigetto alle nuove caratteristiche della vettura generate dal “package Monaco”. La perdita di prestazioni era dovuta ad un generale abbassamento della fiducia.
“Ho sicuramente fatto un passo indietro nelle prestazioni in qualifica ma, se non altro, il mio passo gara in questa stagione è stato davvero uno dei miei punti di forza, ed è qualcosa di cui sono davvero contento. La conclusione a cui siamo giunti è che abbiamo sbagliato direzione di setup nelle ultime gare, e questo ha compromesso la mia fiducia e le prestazioni in qualifica e forse abbiamo messo troppa enfasi sul passo gara”, queste le osservazioni del pilota fresco di rinnovo contrattuale.
A Zandvoort, Russell ha cambiato passo per concentrarsi maggiormente sulle qualifiche con lo scopo di ritrovare la fiducia nel pilotaggio che è l’elemento basilare per limare decimi di secondo. Cosa che non basterà fare per il 2024 quando sarà necessario introdurre un progetto immediatamente efficace e che non impone ai piloti un periodo di apprendistato lungo sei mesi come è accaduto per Russell. Le macchine vincenti sono quelle “plug and play”, per usare una metafora informatica: vanno in pista e subito si dimostrano valide. E soprattutto lo fanno in tutte le condizioni. Un po’ ciò che accade con la fantasmagorica Red Bull RB19.
E’ questo tipo di versatilità che in Mercedes stanno provando a replicare e non a caso, col succedersi degli upgrade, la W14 è andata incontro ai dettami filosofici imposti da Milton Keynes in una convergenza tecnica che ormai accomuna ognuna delle squadre presenti in griglia, ad eccezione della Haas che, almeno per ora, è rimasta fedele ai principi ispiratori definiti nella pausa tra il 2021 e il 2022.
Mercedes “punta” Aston Martin e McLaren
Il futuro della Mercedes ruota tutto intorno al seguente quesito: riuscirà a raggiungere la Red Bull entro i prossimi due anni? Russell ritiene che sia difficile fare una proiezione, ma non chiude le porte alla possibilità che ciò possa accadere. Sono Aston Martin e McLaren gli esempi che danno speranza.
La scuderia di Silverstone ha operato recuperi mirabolanti in inverno, quella di Woking ha coperto certe lacune in poche gare. Nulla che sia servito per vincere, ma di certo qualcosa che dimostra con numeri e dati che è possibile tagliare parecchi decimi di secondo con modifiche mirate e che vanno in linea con quanto ha funzionato, nemmeno a dirlo, sulle vetture di Milton Keynes.
L’Aerodynamic Testing Regulation, chiaramente, è la discriminante che potrebbe condizionare la progressione della Stella a Tre Punte. Russell non sarebbe sorpreso se vedesse il suo ex team, la Williams che sta godendo del metodo Vowles, fare buoni progressi avendo più tempo nella galleria del vento. Cosa che è servita proprio ad Aston Martin e McLaren per recuperare terreno in maniera piuttosto rapida.
Per tali motivazioni Russell non si sbilancia sulla buona riuscita del piano “aggancio alla vetta”. L’obiettivo è chiaramente quello di lottare per i campionati del mondo sin dal prossimo anno, ma non v’è certezza che la cosa sia possibile nonostante gli enormi sforzi che si stanno compiendo a Brackley e a Brixworth. Il 2023 è modello che potrebbe anticipare ciò che accadrà nel futuro imminente.
Tutti gli sforzi effettuati per chiudere il gap non hanno permesso alla W14 di scrollarsi di dosso la concorrenza che, in alcune gare, è stata addirittura più solida pur venendo da un anno nero. Il tutto, come sempre, andrà parametrato sulla parabola che gli altri riusciranno a tracciare. E non è detto che Red Bull non abbia ancora in tasca qualcosina che nel 2023 ha potuto tenere celata in virtù del grande vantaggio mostrato in pista.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1 Team, McLaren