giovedì, Novembre 21, 2024

Il pieno successo di Andretti passa da una mutazione nell’approccio alla F1

Alla fine ce l’ha fatta: Andretti sarà in F1. Calma, non è proprio così. Il gruppo americano ha semplicemente vinto il primo round perché la sua richiesta ha soddisfatto per intero i requisiti richiesti dal banditore. Ma questi si sposano con le necessità di chi la Formula 1 la detiene? Ancora, l’accettazione del richiedente scavalca automaticamente il Patto della Concordia? Due domande che da sole bastano a far capire che l’odissea di Michael è solo a un fase iniziale e che il mare tempestoso verrà affrontato da questo momento in poi.

Mohammed Ben Sulayem, il grande sponsor-architetto dell’operazione, ora non ha più poteri. La palla passa ad altre autorità. La FIA aveva la forza, regolamento alla mano, di provvedere al bando di concorso. Place de la Concorde ha sfruttato queste prerogative anche se, in una fase iniziale, ha strappato con la proprietà generando una certa tensione che aleggia ancora nel paddock

E’ chiaro che la Federazione si sia premurata che un undicesimo team facesse il bene della categoria, ma la cosa potrebbe non bastare ai detentori del pacchetto azionario e ai team che hanno più voci in capitolo di quanto si possa immaginare.

F1
Andretti Global: il gruppo che incamera tutte le attività nel motorsport degli Andretti

Andretti: inizia un iter di fuoco

La FIA, dopo aver promosso la candidatura di Andretti Formula Racing LLC, trasmetterà il fascicolo alla Formula One Management (FOM) per le necessarie discussioni commerciali. E qui comincia il difficile. Anche se Place de la Concorde è stata molto chiara nello stabilire criteri rigorosi per l’ingresso e ha approvato solo le iscrizioni che soddisfacevano i criteri che dimostrava che avrebbero aggiunto valore allo sport, ciò potrebbe non bastare.

Vero che Andretti Formula Racing era l’unica entità che aderiva ai criteri di selezione stabiliti sotto tutti gli aspetti materiali, ma la FOM potrebbe pretendere di più in un contesto non proprio sereno. I team e Liberty Media non hanno apprezzato lo slancio del manager emiratino poiché vogliono proteggere il business basato sulle dieci franchigie sportive; un modello che è stato in grado di superare la crisi che la F1 ha conosciuto a causa della pandemia e che sta generando tutt’oggi profitto ad alto voltaggio.

Il timore è che il giocattolo possa rompersi e che i 200 milioni totali da pagare per chi entra siano un obolo che non crea ricchezza strutturale. La questione è semplicissima: anche se la FIA ha fatto tutti i passi restando nell’alveo del regolamento potrebbe profilarsi una guerra legale che rischia di rallentare o addirittura di rendere vano il processo di allargamento. Potrebbe succedere che il team entrante ottenga l’approvazione di base tecnica (cosa verificatasi), ma quello della FOM per mancati accordi commerciali. 

A questo scenario si associa anche il nodo clausola anti diluizione. Oggi è fissata a 200 milioni di dollari, allo scadere della versione attuale del Patto della Concordia (2025), potrebbe salire a 600, come si vocifera ormai da molto tempo.

Una potenziale guerra di ricorsi e appelli non è da escludere. Ben Sulayem ne era consapevole già qualche settimana fa quando fu interrogato sulla vicenda. Il manager emiratino, dinanzi a questa prospettiva, aveva fatto spallucce quando aveva detto “[…] Cosa succede se una delle squadre richiedenti ci porta in tribunale? Sto solo attuando le regole“.

Andretti
Michael Andretti a colloqui con Mohammed Ben Sulayem

Andretti deve cambiare approccio per ottenere la vittoria piena

Tutti vorrebbero scongiurare un tourbillon di carte bollate e di ricorsi. Per questo le parti – membri del Patto della Concordia, FOM e Andretti Formula Racing LLC -presto si siederanno intorno ad un tavolo. I rappresentanti del team americano devono fornire risposte concrete per convincere le controparti e forse devono accettare che l’ingresso possa avvenire alla scadenza dell’attuale patto che comprende una clausola anti diluizione di soli 200 milioni di dollari. 

Una cifra stabilita quando la F1 era sferzata dalla crisi Covid e che era figlia di quello scenario in cui giravano pochi soldi e lo stesso futuro di alcuni team era seriamente a rischio. Oggi, dopo che le cose si sono normalizzate, il valore del marchio è schizzato alle stelle e le squadre non possono accontentarsi di un pagamento una tantum di 20 milioni a testa. 

La cifra potrebbe addirittura triplicare e gli Andretti non potrebbero che adeguarsi poiché la vittoria del bando FIA non è vincolante per la FOM. Per tale ragione l’eventuale ingresso potrebbe slittare al 2026. Ma molto dipende dalle risposte che il gruppo americano darà nei round che si stanno organizzando. 

Ad oggi Andretti si presenta con un motorista di supporto che non ha avviato un progetto per realizzare un V6. La cosa accadrà portando ulteriore valore tecnico e commerciale alla F1 o si chiederà il supporto di un’azienda esistente? Tutti gli occhi cadono su Renault, l’unico costruttore che oggi offre una mono-fornitura. 

F1
Toto Wolff (Mercedes AMG F1) – Christian Horner (Oracle Red Bull Racing)

Questo potrebbe essere il grimaldello per sbloccare la serratura visto che la F1 teme che Alpine, nel lungo periodo, possa uscire dal giro. Ma al contempo potrebbe rappresentare quell’elemento frenante poiché dà l’idea di minor solidità totale dell’operazione che non sarebbe supportata nel merito tecnico da General Motors, la controllante di Cadillac

La sensazione è che ora il gruppo Andretti sia più incudine che martello e che la sicurezza a volte ostentata, anche ai nostri microfoni in un’intervista esclusiva, debba trasformarsi in un atteggiamento più collaborativo e diplomatico. I reazionari capeggiati da Toto Wolff e Chris Horner sono ancora piuttosto agguerriti e vorranno essere certi che un undicesimo team non assottigli la fetta di torta che ogni anno le scuderie mangiano. 

Servono garanzie di lungo periodo: Andretti e i partner coinvolti nell’operazione dovranno essere molto convincenti per superare lo sbarramento che la F1 sta approntando.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Andretti

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