Scuderia Ferrari, due paroline che in F1 continuano a fare la storia. Nel bene o nel male, si intende, ma comunque sempre presenti. Negli ultimi giorni abbiamo disquisito parecchio sulla rossa. Lo abbiamo fatto a livello tecnico e non. Sotto il profilo squisitamente giornalistico, abbiamo commentato le parole di Sainz. Un pilota che a Maranello ha saputo dimostrare il proprio valore. Questo sebbene al suo fianco c’è un certo Charles Leclerc, ritenuto dai più un ragazzo dallo straordinario talento. Con cognizione di causa, aggiungiamo noi, considerando la sua traiettoria con il Cavallino Rampante cucito sul petto.
Tornando al Carlos, possiamo dire che sebbene il madrileño riesca spesso a disimpegnarsi con successo al volante della vettura modenese, in talune occasioni da mostra dei suoi lati deboli. Punti caratteriali che probabilmente non lo lasciano esprimere sempre al massimo delle sue possibilità. Un esempio la questione prima guida. Parliamo di una tematica esistente all’interno del paddock da quando la massima categoria del motorsport esiste. Forse, in questo caso, invece di commentare chiacchiere da bar, era meglio glissare ragionando su tematiche più importanti.
Ma d’altronde si può anche capire l’atteggiamento di chi viaggia verso la scadenza di contratto e, in qualche modo, forse consigliato dal suo entourage, sta cercando di farsi notare dentro e fuori dalla macchina. Un atteggiamento anche giusto che mira a ribadire un concetto: sebbene i risultati personali contino, l’anelito bramato più importante sul quale puntare riguarda il solo bene della Ferrari. La scuderia al primo posto, insomma. Sempre e comunque.
Per il resto notiamo un Leclerc molto carico. Voglioso di scendere in pista. Sempre pronto a crescere, lottare, capire. Gli ultimi 6 round della stagione agonistica serviranno pure a questo. Si tratta di massimizzare il rendimento ma soprattutto continuare a percorrere questa lunga e tortuosa parabola cognitiva verso la “salvezza tecnica”, se cosi possiamo definirla. Una sorta di studio mirato utilizzando la SF-23 come cavia per testare set-up, soluzioni aerodinamiche/meccaniche e approcci che l’anno prossimo dovranno risultare fattuali.
Ferrari: i vecchi problemi in fase di risoluzione
La nostra redazione cerca sempre di raccogliere informazioni utili. La fa per provare a informare e anche per capire. Sotto questo aspetto possiamo sostenere che la Gestione Sportiva continua a lavorare sulla vettura 2023 per i motivi suddetti. Per questo, anche se di minore entità, prossimamente vedremo ulteriori aggiornamenti sull’auto modenese e il motivo, appunto, lo conosciamo bene. Per il momento non è dato sapere se già in Qatar ci sarà qualcosa. Tuttavia possiamo parlare su quali punti si sta ancora lavorando.
Lo scritto dedicato alla SF-23 riguardo la sospensione anteriore pretendeva fare chiarezza su alcuni elementi. Sebbene il campo delle ipotesi non possa essere di certo escluso all’interno dei nostri ragionamenti, considerando le caratteristiche della rossa in questi sette mesi di osservazione, i problemi all’anteriore esistono e con ogni probabilità derivano dai fattori da noi citati, almeno in linea di massima. Le modifiche all’avantreno in merito al telaio dell’inverno scorso non hanno funzionato come si pensava.
Lo stesso Adrian Newey ha sottolineato l’importanza di questo fattore e in un certo senso, il britannico, è come se volesse intendere che loro ci sono arrivati e altri no. Ma le zone della Ferrari in mano ai “due Carlo” che non funzionano a dovere sono diverse. Possiamo parlare del fondo, ad esempio, che in Giappone ha subito un ulteriore modifica (quarta della stagione), per andare a ritoccare una struttura vorticosa assai capricciosa. Senza contare una parte della monoposto cruciale per la generazione del carico, quella ubicata tra la spalla della gomma e il “muro” del diffusore.
Tutti aspetti che concorrono alle prestazioni e che, non essendo stati “attenzionati” a dovere di fase di progetto, in questo momento creano diversi grattacapi di fatto irrisolvibili in epoca budget cap. Ma uno sguardo al futuro ottimista esiste, in questo caso. Tecnici e ingegneri della Ferrari sono infatti convinti di riuscire a presentarsi ai prossimi pre season test, a febbraio in data ancora da definirsi, con una vettura “sanata” in diverse aree e al contempo sviluppata nei concetti che hanno funzionato.
Ferrari: cambio mentale alla base dei risultati 2024
Abitare la F1 non è semplice, figuriamoci se l’obbiettivo s chiama trionfo. Il gruppo di individui che spende gran parte della propria vita all’interno della GES ha mutato da tempo il proprio paradigma lavorativo. Un atteggiamento olistico che consente di aprire i propri orizzonti e analizzare gli eventi con occhi diversi. Avere la possibilità di armonizzare un ambiente che di riflesso porti a risultati decisamente migliori. Sì perché Ferrari, per stessa ammissione dell’eforato diretto da John Elkann, è stufa di testimoniare le vittorie altrui.
Torniamo a Newey, per capirci meglio. Il “geniaccio” di Stratford-upon-Avon annovera tra le sue doti un aspetto molto importante: prevedere il futuro. No… Non è una cartomante e tanto meno un indovino, il sessantaquattrenne inglese. Semplicemente, rispetto a gran parte della concorrenza, tramite le sue altissime capacità cognitive innate ha sempre mostrato un forte interesse nell’anticipare i tempi. Il tutto supportato da un equipe tecnica di primordine.
Ma c’è un altro fattore che fa di lui il più grande: la voglia irrefrenabile di migliorarsi e migliorare le sue opere di ingegneria aero-meccanica. Non importa se il domino è schiacciante, progredire dev’essere al centro di ogni pensiero ogni giorno. Questo, sommato alle capacità “endemiche” che si porta dietro da tempo memore, fa si che i risultati siano sempre ottimi o quasi dove mette le mani. La ricerca della perfezione insomma. Una chimera che inseguita con dedizione offre vantaggi mica da ridere.
Ed è proprio su questo punto che Ferrari sta lavorando. Non potendo disporre dei servigi di Adrian, purtroppo, quanto meno sta cercando di attingere dalla sua fonte di inesauribile saggezza a livello tecnico (diverse soluzioni verranno copiate dalla RB19 e utilizzate sulla prossima monoposto italiana) e, come detto, dall’encomiabile voglia di perfezionismo. Vasseur, capo popolo del reparto sportivo, questo dispensa. E a giudicare dalle parole di Leclerc sui progetti in atto, pare che strada imboccata sia quella corretta.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – Oracle Red Bull Racing