Ferrari SF-23, una “vettura cavia”. Sì… il discorso è proprio questo. Parliamo di una monoposto concepita male che nonostante le modifiche aerodinamiche non riesce a sfruttare i concetti vincenti del corpo normativo vigente. Per questa ragione, Enrico Cardile supportato da Frederic Vasseur, ha deciso di testare ogni fine settimana l’auto italiana in chiave 2024. Una scelta che non paga attualmente ma lo farà nel prossimo futuro.
Ne abbiamo parlato giusto ieri su queste pagine, unitamente “all’impostazione unica” scelta per il progetto 676. Un approccio che mira a massimizzare i principi del regolamento tecnici seconda una propria e definita identità. D’altronde copiare chi vince fa di te un perdente secondo la squadra di Maranello e a pensarci bene tutti i torti non li ha di certo. Esiste anche il presente però e nonostante anche in suolo statunitense continuerà la ricerca ingegneristica, offrire il meglio di se è d’obbligo.
Gp Usa 2023/Anteprima Ferrari: una SF-23 “sacrificata” nel T2
La F1 sbarca in Texas. Parliamo di una pista, quella di Austin, senza dubbio parecchio sensibile all’efficienza aerodinamica. Oltre al rettilineo principale, infatti, troviamo un secondo tratto ad alta velocità di percorrenza collocato nel settore centrale. Vetture quali Red Bull e Ferrari, pertanto, potrebbero godere di alcuni vantaggi su avversari come Mercedes e McLaren. Il carico ottimale dovrebbe essere medio-alto, con la RB19 che potrebbe montare ali a maggior incidenza sfruttando il basso drag che produce la vettura austriaca.
Il T1 richiede un buona spinta verticale e soprattutto un bilanciamento ottimale della downforce fra i due assi. Una porzione del circuito dove fanno presenza diverse curve ad ampio raggio. Di conseguenza è necessario un anteriore molto solido per non soffrire di sottosterzo, aspetto sul quale Ferrari dovrà porre parecchia attenzione, mentre McLaren e Red Bull avranno benefici. Senza contare che anche Mercedes pare aver fatto un passo in avanti in termini di stabilità nel range di velocità più alto.
Dal punto di visto prettamente meccanico il compromesso in termini di rigidità sarà complicato da ottenere, con valori più bassi rispetto al Qatar poiché al COTA fanno presenza zone dove le velocità si abbassano e serve maggior grip prodotto delle sospensioni. Parliamo ad esempio del tornantino, curva 11, che immette nel lungo rettilineo del T2, ma anche delle molte curve lente a 90° nel settore finale di questo bellissimo circuito a stelle e strisce.
C’è da dire che l’asfalto americano offre un livello di aderenza medio. I tecnici del Cavallino Rampante dovranno cercare di fornire abbastanza grip al front-end della SF-23, pur conferendo al medesimo tempo una buona rigidità per ottenere una risposta reattiva nei cambi di direzione. Sacrificare in parte il posteriore per spostare il bilanciamento meccanico verso l’anteriore. Oppure rinunciare a un certo quantitativi di competitività tra T1 e T2 per sfruttare appieno nel terzo settore l’arma migliore della monoposto italiana: la trazione.
Su questo punto vale la pena ricordare un fatto: lo schema sospensivo anteriore della Ferrari verrà modificato per il 2024. Come abbiamo analizzato ampiamente, ciò che funziona al meglio sulle attuali wing car vettura è una sospensione con più millimetri di scostamento tra i due triangoli sovrapposti. La rossa ha cercato di far funzionare le proprie soluzioni senza riuscirci e proprio per questo, l’anno prossimo, diversi punti dei cinematismi andranno modificati.
Il team campione del mondo in carica troverà largo spazio di manovra per far funzionare al meglio i propri punti forti. Parliamo di un anteriore solido e della grande efficienza aerodinamica che offriranno ottimi riscontri sul cronometro. L’asfalto presenta vari bump per di più, aspetto che complicherà non poco la ricerca delle altezze da terra ottimali. Da questo punto di vista le difficoltà saranno diverse. Red Bull e in parte McLaren avranno il vantaggio di sapere “assorbire” le asperità del piano di riferimento (asfalto) preservando lo skid block.
La scorsa annata la F1-75 ottenne ottimo riscontri sia nel primo che nel terzo settore, mentre mostrò una certa fatica in quello centrale. Nel T1 l’auto modenese portava tanta velocità a centro, decisamente superiore se paragonata a Red Bull e Mercedes. Mentre nel lungo tratto rettilineo del T2 perdeva molto, per poi recuperare nel T3 grazie alla trazione. Questo ci fa pensare che, nel prossimo fine settimana, la SF-23 potrebbe montate un’ala posteriore più carica cercando di ottimizzare il rendimento sacrificando le performance nella parte centrale del tracciato.
Gp USA 2023/Anteprima Ferrari: SF-23 “settata” per risparmiare le gomme
A complicare ulteriormente la situazione mescolando le carte in tavola gli pneumatici. Nelle curve veloci del primo settore l’anteriore tenderà a surriscaldarsi maggiormente. Il T3 è composto da un mix di varie tipologie di curve a raggi variabili, dove il posteriore sarà sollecitato in fase di trazione. Durante l’arco del giro tutti le 4 gomme saranno sollecitate in momenti differenti ma in modo equo. Motivo per il quale il ciclo termico di ogni penumatico potrebbe essere piuttosto impegnativo.
L’asfalto piuttosto sconnesso della pista americana produrrà micro scivolamenti che aumentano la temperatura superficiale dei compound. Si tratta di un aspetto che ovviamente va a complicare l’amministrazione della gomma durante la tornata. Il degrado maggior sarà quello termico, vista la presenza di curve veloci e di un terreno come detto “sconnesso”. Da questo punto di vista la SF-23 dovrà giocare in difesa, con l’obiettivo di non essere costretta ad abbassare il ritmo e risultare più lenta del dovuto.
Un comportamento sottosterzante, di fatto, potrebbe aumentare il degrado e aumentare una caratteristiche negativa della rossa: monoposto front-limited. Ultimo aspetto da tenere presente su questa pista concerne le varie escursioni termiche da una sessione all’altra. Parliamo di un fattore che potenzialmente, visto il particolare orario scelto dalla Formula Uno, potrebbe provocare scompiglio a molti team tra cui la Ferrari, vettura con una ridotta finestra di funzionamento e difficile da centrare.
Ecco perchè la storica scuderia italiana ha studiato al simulatore un assetto “cucito su misura” per la SF-23. Sotto questo aspetto, secondo le informazioni racimolate dalla nostra redazione, si tratta di una messa a punto di base più congeniale al pilota monegasco che di riflesso potrebbe portare più difficoltà allo spagnolo. Attendiamo le verifiche in pista pero, considerando che in questi frangenti le scelte degli alfieri della rossa potrebbero essere lievemente dissimile e ugualmente fattuali per ambedue.
Autori: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Scuderia Ferrari