lunedì, Settembre 16, 2024

Il “mostro” Ferrari SF-23: genesi e misteri del lambrusco

Ferrari SF-23, la genesi di una monoposto mostruosa, che ha battuto tanti record, compreso quello degli improperi dei tifosi ferraristi, tanto che pure San Pietro, lassù, s’è tappato le orecchie. Eh sì… un giorno ci dovremo interrogare, senza farci corrodere troppo dalla bile in eccesso, ma cercando di ragionarci su con calma (non è detto che ci si riesca) su come sia stato possibile passare dalla F1-75, che qualche limite certo lo aveva, soprattutto dopo la famigerata direttiva tecnica TD039 della matrigna FIA, ma che comunque qualche soddisfazione ce la dava, alla mostruosa SF-23.

Già il “soprannome” negli anni, quel “SF” (scuderia Ferrari), non ha portato granché bene di recente. E quando si è tifosi della rossa anche l’aspetto scaramantico ha, purtroppo, il suo perché. Poi ci si è messo un tizio passato da Maranello per caso (e che forse si sta ancora interrogando su cosa siano le corse) che ha parlato di “monoposto che non avrà precedenti in termini di velocità”. Comunque…era San Valentino di quest’anno e forse il nostro si era fatto trasportare dal “love is in the air” (ricordate la canzone) che dicono si respiri in quei giorni.

Ferrari SF-23
Mattia Binotto ex team principale della storica Scuderia Ferrari

A meno che nell’aria non ci fosse l’amore, ma esalazioni di amabile Lambrusco, magari da mesi, il che spiega come tutti fossero felici e contenti e certi di aver partorito un capolavoro e non, invece, uno scava foro (come s’è dimostrata quasi subito la SF-23). D’altronde il presidente megagalattico era passato alle cronache, qualche tempo prima, con il mitico meme: “però abbiamo fatto il giro veloce”. E, d’altro canto, l’ex gran capo sportivo-so-tutto-io-controllo-tutto-io, alias il faraone, alias Egon Spengler, rimosso e non promosso, aveva parlato con grande amore del suo lascito alla Ferrari, monoposto di cui diceva “è nata bene”, aggiungendo che avrebbe eliminato i limiti della progenitrice. E difatti s’è visto.


Ferrari SF-23: il “mistero” di un’auto partorita dal vecchio mandato

Con quel po-po di monoposto partorita non dalla sua mente, ma comunque avallata da lui (tanto da fermare lo sviluppo della F1-75 praticamente a metà 2022), s’è creato un tale seguito che pare stiano facendo la fila, a Losanna, per cercare di accaparrarselo. Anche perché, diciamocelo, come team principal in pista ha dato prove mirabolanti. E che fai, te ne privi? Il problema è che questa vettura sovra e sottosterza, ha sospensioni anteriori antidiluviane (un tecnico le ha definite “scolastiche”, è non è un complimento), se carichi troppo il posteriore poi va per conto suo all’anteriore.

E, soprattutto, consuma le Pirelli come se non ci fosse un domani. Sembra la Mercedes del 2013. E’ che a noi mica ce li regalano 1000 chilometri “gratis et amore Dei” come fecero “illo tempore” chiudendo in FIA non uno ma otto occhi? Già, le Pirelli, incubo arcano che manco un novello Sherlock Holmes riuscirebbe mai a svelare. Perlomeno in accoppiata con le monoposto di Maranello: un matrimonio impossibile, altro che Promessi Sposi…

Ferrari SF-23
Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) sorridente a bordo della SF-23 – Gp Usa 2023

Un altro dei misteri della tecnica sul quale si interrogheranno in futuro gli aspiranti ingegneri aerodinamici della F1: come sia stato possibile passare dalla F1-75 alla SF-23. Una cosa è certa: bisognerebbe dare un premio “IGNobel” a chi ha progettato e avallato questa figlia degenere (apparentemente molto simile nelle forme alla monoposto precedente), diventata un dragster rispetto alla progenitrice… Ma forse ci converrà dire, senza conoscere la riposta e alzando gli occhi al cielo: misteri delle fucine di Maranello. Amen.


Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi

Immagini: Scuderia Ferrari

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2 Commenti

  1. Personale opinione: la SF-23 è nata sulla buona base della F1-75 e le basi del progetto son state poste prima della direttiva TD039 che di fatto ha azzoppato non uno ma ben due progetti. A quel punto le strade erano due percorribili: rivedere il progetto SF-23 cercando di modificarlo adattando la vettura alla nuova direttiva oppure utilizzare la F1-75 come laboratorio per aggirare la direttiva senza stravolgere il progetto. Utilizzare dunque il resto dell’anno cercando soluzioni che si sarebbero potute applicare alla SF-23. E penso che gli ingegneri si siano ingannati pensando di aver trovato la quadra ed in un certo senso la SF-23 è migliore della F1-75 ma quello che hanno fatto è stato per la maggior parte recuperare ciò che avevano perso con la direttiva. Nel frattempo le altre squadre hanno semplicemente migliorato le vetture più di quanto previsto e quel guadagno non era più sufficiente. La SF-23 potenzialmente è veloce, infatti in qualifica non sfigura tantissimo e qualche lato positivo lo ha (ottima trazione, ottimo power train) ma il vero tallone d’achille è l’anteriore; debolezza che si ripercuote su tutta la piattaforma incapace di trovare una stabilità aerodinamica.

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