Le due Ferrari SF-23 sono partite in prima fila. Era passato più di un anno da quando due rosse non monopolizzavano una qualifica, troppo per il Cavallino Rampante. Una vettura “strana” quella modenese, capace di rendere spesso al meglio in qualifica per poi sprofondare in gara. È successo domenica scorsa e altre volte. Tuttavia, ieri sera, il team di Maranello non aveva nessuna intenzione di perdere. Al contrario il sogno vittoria esisteva, ma ovviamente con uno straripante Verstappen alle spalle le cose si complicavano non poco.
L’asfalto dell’autodromo Hermanos Rodríguez è liscio, poco abrasivo. Ciononostante le SF-23 hanno sofferto di graining, fenomeno che rallenta il passo delle vetture. Per il resto vale la pena menzionare le condizioni climatiche. Smaltire il calore delle componenti interne con una differente rarefazione dell’aria ha messo a dura prova le auto emiliane durante le libere. Parliamo di un aspetto tecnico che non può certamente essere sottovalutato, specie perché nell’assaggio di gara tramite le prove high fuel del venerdì, i ferraristi erano costretti a gestire il calore extra realizzando un lift and coast reiterato. Medesimo discorso per l’impianto frenante.
Le vetture dopo aver volto i soliti giri che portano alla grigia di partenza sono pronte per la gara. Durante questa mezz’ora si è palesata l’ultima occasione per testare la vettura e magari apportare una modifica al carico sviluppabile sul l’avantreno. Le condizioni meteo erano buone: 25,°C la temperatura dell’aria, 48,°C quella dell’asfalto. Umidità al 26%, 1.2 Km/h l’intensità del vento che soffia dal quadrante est. I ferraristi sono a bordo delle proprie vetture.
Ferrari SF-23: live on board Gp Messico 2023
A stretto contatto di gomito con gli ingegneri arrivano gli ultimi consigli sul come approcciare la partenza, contesto competitivo nel quale non sarà affatto semplice tener dietro il tre volte campione del mondo di F1, specie considerando la grande distanza che divide la linea dello start da curva 1. Radio check in corso, tutto è ok. Si parla dei soliti procedimenti per la partenza. A seguito della consueta stretta di mano ciascuno con il proprio ingegnere di pista, il muretto box italiano svela le mescole degli avversari. Tra i primi dieci la mescola usata è la Medium.
Espletato l’installation lap tutto è pronto per il via del Gran Premio del Messico edizione 2023. Alla partenza arriva il contatto tra Sergio Perez e Charles Leclerc. Il messicano ha la peggio ed è costretto a prendere la via dei box. Ne approfitta Verstappen che infila i due ferraristi e si mette in testa alla gara. Marcos fa sapere che c’è un danno sulla numero 16 sull’ala anteriore, ma non essendo particolarmente grave il ferrarista non viene richiamato ai box. Si parla di circa 5-10 punti di carico persi all’avantreno.
Alla tornata 4 la direzione gara utilizza la Virtual Safety Car per pulire la pista da alcuni detriti. I piloti della Ferrari non vengono richiamati ai box. Due giri più tardi la corsa riprende forza attraverso la bandiera verde. L’obiettivo è quello di restare incollati alla RB19 di Verstappen. Purtroppo però l’operazione non riesce. Il tyre management, per di più, sta rallentano il passo delle rosse, ma d’altronde la necessità di gestire al meglio le coperture impera. Curva 5 e 9 sono individuati come punti cruciali dove non spingere più del dovuto.
I suggerimenti sono diversi in radio. Si parla di cambiate, mappature ibrido, e differenziale a centro curva. Osservando con estrema attenzione le vetture italiane, l’handling può essere definito tutto sommato buono. Tuttavia un certo atteggiamento sottosterzante si palesa tra T2 e T3. Per di più il lift off è sempre presente per non fare alzare le temperature, Sembrerebbe un “problema minore”, ma in realtà è fondamentale per evitare brutti scherzi a livello di affidabilità. Nel mentre Max sta poco a poco scappando. Il suo passo è superiore e alle spalle dei ferraristi Hamilton ha messo dietro Ricciardo avvicinandosi pericolosamente.
Si inizia a parlare di strategia: “plan A” perchè le vetture italiane sono “front limited”, questo si dice in radio. Viene ora richiesto il primo tyre phase up date, per accedere a tutti i dati utili relativi alle coperture. Inoltre viene chiesto un possibile cambio di carico all’anteriore per la prima sosta. Il lift off è quasi un incubo per i ferraristi: “siamo al limite e dobbiamo necessariamente abbassare le temperature di esercizio“. Risulta più che chiaro come guidare in questo stato mentalmente sia molto difficile. Per fortuna gli alfieri della rossa non mollano e stanno dando il massimo.
Nel frattempo il Re Nero è arrivato negli scarichi di Sainz. Il sette volte campione del mondo di F1 ha tutta l’intenzione di attaccare lo spagnolo che per il momento resiste. Adami gli concede di utilizzare l’overboost K1 in maniera anticipata per difendersi al meglio, massimizzando l’uso del sistema ibrido passando alla mappatura Soc 9. Il consumo gomme è in linea con quello che ci si aspettava secondo il remote garage. Le due Ferrari si trovano ora in testa perchè Verstappen ha “pittato” due tornate fa e nel mentre arriva uno switch strategico legato alle gomme per sfruttare appieno il Plan A.
Leclerc mostra un passo superiore al suo compagno. Il monegasco riesce moto bene la vettura malgrado i punti di carico mancati all’anteriore. Charles accumula un vantaggio superiore ai sette secondi sul madrileño che di fatto ha Verstappen alle sue spalle benchè abbia già effettuato la sua prima sosta. Il giovane talento di Hasselt arriva come un treno e infila il ferrarista senza troppi problemi che d’altro canto non oppone resistenza per non perdere race time prezioso. D’altronde la differenza di ritmo era davvero tanta. L’olandese non è domo ovviamente e dpo aver superato la numero 55 si lancia all’inseguimento del leader della gara, Charles.
Tornata 31, Sainz viene richiamato ai box. La sosta fila via liscia e sulla vettura viene montato un treno di Hard. Il giro successivo avviene lo stesso per Leclerc. Il muretto della rossa si premura di ricordare come le gomme debbano essere “protette” in questi primi giri, per evitare a tutti i costi di accorciare la vita utile dello penumatico. Due passaggi più tardi ecco la prima Safety Car della gara per il crash di Magnussen in curva 1. In questo caso il monegasco non è fortunato che avrebbe potuto approfittare di una sosta gratis se avesse realizzato la sosta un giro e mezzo più tardi.
La direzione gara, dopo che il gruppone ha seguito per due passaggi Bern Mayländer, decide di fermare la corsa per mettere apposto le cose. Tutti in pit lane insomma e fuori dalle vetture, per dar modo agli steward di aggiustare le barriere. Il lavoro non è rapido. D’altro canto gli uomini al lavoro in pista devono assicurarsi di ripristinare al meglio le barrire. Il tempo scorre e nel frattempo i piloti si prendono un pausa scendendo dalle proprie vetture anche per espletare bisogni fisiologici.
Dopo circa 20 minuti di attese qualcosa inizia a muoversi. Il restart dovrebbe arrivare tra poco con il piloti che tornano a bordo delle proprie vetture. Tre minuti alla ripartenza. Si procederà nuovamente con il formation lap per poi affrontare una standing start. In casa Ferrari si parla ancora di gomme valutando le mescola Medium. Inoltre l”importanza delle temperature di esercizio è sempre al centro dell’attenzione. Motori accesi finalmente. Alla fine remote garage “consiglia” l’utilizzo delle Pirelli a banda bianca, mentre Hamilton sceglie le Medium.
Ci siamo, tutti nuovamente sulla griglia di partenza, Leclerc secondo e Sainz quarto. K2 On e massima potenza endotermica. Il monegasco non parte bene ma prendendo la scia si avvicina all’olandese mantenendo la seconda piazza. Stessa cosa per Sainz che cerca di seguire Hamilton da vicino. In curva uno le cose non cambiano, pertanto. I ferraristi cercano di dare il massimo anche se consci di non dover stressare le gomme a banda bianca per garantire la massima resa.
Hamilton è incollato agli scarichi della numero 16. Il ritmo del Re Nero con gomme medie pare superiore in questa fase di gara, mentre Sainz è impegnato a tenere a bada Russell. Nel mentre, metro dopo metro, Verstappen sta allargando il distacco sul ferrarista ex Alfa Romeo. Il DRS è ora utilizzabile. Vedremmo cosa succederà con le W14 alle spalle delle due Ferrari. Si passa ala modalità ibrido Soc 7 per massimizzare l’utilizzo dell’overboost K1 Plus.
Al sette volte campione del mondo bastano solo 2 tornate con l’ala mobile per “sbarazzarsi” di Leclerc. Lo fa alla fine della retta principale toccando addirittura l’erba alla sua destra. Il secondo posto è ora nelle mani di Lewis. Siamo al giro 40 e il sogno di vittoria del Cavallino Rampante pare spegnersi definitivamente. Il monegasco prova a restare incollato al Re Nero ma non gli riesce. Inoltre gli ingeneri di pista non fanno altro che ripetere una frase in maniera assillante: “increase lift off“. Parliamo di una condizione assai limitante a livello di passo.
Per lo meno lo spagnolo sta avendo la meglio nella lotta con Russell. L’inglese ci sta provando in tutti i modi ma la difesa di Carlos è ottimale. Il leit motiv della gara a questo punto pare molto chiaro: raggiungere il podio con Leclerc e mantenere la quarta piazza con Sainz. Di più non è possibile considerando il passo delle Ferrari, di certo non aiutate dalle alte temperature di esercizio che incidono sul rendimento. Per di più le Hard non rendono come dovrebbero sulla SF-23 che come successo altre volte non “digerisce” questa tipologia di compound.
Sebbene le mescole “pennellate” di bianco esigano più tornate per centrare la corretta finestra di funzionamento, dopo averle attivate a dovere non sembrano offrire il ritmo sperato, specie se messe a confronto con le Medium di Hamilton che invece sta cercando di avvicinarsi al fresco tre volte campione del mondo delle Red Bull peraltro riuscendoci. Il tyre management per i ferraristi è ottimo, questo viene riferito in radio. Tuttavia, considerando la gamma di pneumatico più dura utilizzata, il consumo deve stare costantemente sotto sorveglianza.
Quando mancano circa 20 passaggi alla fine della corsa il pilotaggio dell’iberico è davvero encomiabile. Preciso e attento, il madrileño chiude tutti gli spiragli all’indiavolato Russell che ogni giro lancia l’attacco alla vettura italiana. Sangue davvero freddo per lo spagnolo. La gara corre via lisca. L’intensificarsi delle manovre per mantenere “vive” le vetture modenesi continua indisturbata: tyre management e lift off come se non ci fosse un domani. Basicamente la corsa finisce qui, considerando come unico obiettivo rimasto portare le monoposto sotto la bandiera a scacchi mantenendo le posizioni.
Una considerazione a monte sulle gomme va fatta, in ultima istanza. Il primo stint di Leclerc su gomma media è stato davvero buono. Pochissimo degrado, minore rispetto a Verstappen. Mentre sulla Hard resta il problema di base per la Ferrari. Parliamo di una mescola che non si adatta quasi mai bene sulla rossa. Solo in poche occasioni la Pirelli a banda bianca sono state sfruttate a dovere. Per noi sapere il perchè resta parecchio complicato soprattutto pensando che, lo stesso reparto dedicato alla dinamica del veicolo, non ci ha capito molto nell’arco di ben 19 gare.
Per il resto il rammarico di non aver tenuto dietro ambedue le Mercedes resta. Passi Verstappen che sappiamo essere sempre molto rapido a bordo di una vettura spettacolare, ma la W14 vista sino a domenica non sembrava fantastica. In conclusione il Cavallino Rampante è contento a metà: felice di aver portato al traguardo entrambe le auto considerando lo scontro tra Leclerc e Perez nel primo giro con tanto di podio, un po’ meno raggiante tenendo a mente che in partenza le due SF-23 erano davanti a tutti.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari