L’obiettivo per le Ferrari SF-23 in Messico è chiaro: ottimizzare il rendimento su una pista che, ancora una volta, spingerà tecnici e ingegneri verso un setup di compromesso. Abbiamo ampliamente sviscerato le caratteristiche fondamentali della pista americana proprio in mattinata. Lo abbiamo fatto tramite un articolo che analizza il tracciato dal punto di vista telemetrico, aspetto che ci permette di capire i parametri fondamentali da tenere in considerazione per costruire una messa a punto fattuale.
Per il resto la rossa potrebbe soffrire ancora specie nel T2, tratto del circuito dove si palesano le curve rapide ad ampio raggio maldigerite dalla SF-23. Senza ombra di dubbio prescindere da una piattaforma aerodinamica stabile in questa zona non è affatto una buona idea. Senza contare l’atteggiamento sottosterzante che nella parte conclusiva farà presenza con ogni probabilità. Per di più c’è un aspetto che ancora una volta va necessariamente menzionato, purtroppo, in quanto continua a ripresentarsi bellamente senza pudore.
Sì… parliamo delle strategie a dir poco “fantasiose” che il muretto capeggiato da Jain Ravin con il supporto telematico del remote garage continua a proporre in maniera insistente, quasi come fosse un obbligo. Sebbene provare qualcosa di diverso per massimizzare un risultato non soddisfacente risulti più che corretto, bisognerebbe analizzare e capire se i rischi corsi siano proporzionati allo scenario competitivo ipotizzato. E invece, a posteriori, ci si trova puntualmente nel medesimo caos.
C’è poi il fattore gomme. Un’amministrazione dei compound che pare più semplice rispetto al recente passato ma che, anch’essa, pare un male difficilmente debellabile. Ma d’altronde quando la coperta è corta non ci si può coprire del tutto. Bisogna pertanto sceglie la parte che resterà scoperta, consci che nell’arco del fine settimana si attesterà come carenza effettiva. Certo di può scegliere quale caratteristica sia più facilmente minimizzabile, ma il problema resta comunque.
Ferrari SF-23: configurazione ad hoc per ottimizzare potenza ed efficienza della PU 066/10
Innanzi tutto un fatto importante: l’altitudine elevata influisce in maniera assai negativa sul comportamento delle monoposto, in maniera più evidente per quanto concerne il lato motoristico. Il turbocompressore, di fatto, componete estremamente importante per le attuali power unit, “si nutre” di ossigeno che successivamente viene spinto diretto nella camera di combustione dell’endotermico. La quantità di particelle d’aria e la sua densità, quindi, si attesta come parametro fondamentale per il corretto funzionamento della componente.
In Messico la densità dell’aria è circa il 27% minore. Ciò significa che l’ossigeno presente è circa un terzo in meno rispetto ad una pista sul livello del mare. Fattore che non inficia solamente su aerodinamica e raffreddamento ma anche sul corretto funzionamento dei sistema propulsivo, pertanto. Per questo si aumentano le rivoluzioni della turbina che pompa aria nel motore, cercando di compensare questa carenza e di riflesso recuperare prestazioni.
Inoltre la scarsa densità dei flussi producono effetti negativi anche sulla parte ibrida. Il moto generatore che recupera energia tramite l’entalpia dei gas di scarico, in effetti, risulta meno efficiente per via della potenza minore erogata dal motore a combustione interna. Interessate sotto questo aspetto il dato inerente alla potenza. La proporzione recita questo: per ogni 10Cv il miglioramento prestazionale stimato si attesta sui 0.27 secondi al giro.
Considerazione espletate sino ad ora a parte, la componente elettrica delle unità di potenza resta assai incisiva. 2496 i Kj ottenuti attraverso L’MGU-H che vanno sommati a 985 Kj recuperati dall’MGU-K, per un totale di 3481 Kj spendibili ogni tornata. Si tratta di un vantaggio che al cronometro “regala” circa 2.6 secondi al giro, con un incremento della velocità massima pari a 16Km/h. Numeri importanti che senza dubbio vanno sfruttati al meglio. Proprio per tale ragione, alla luce delle riflessioni sugli questi elementi in relazione al layout del tracciato, Ferrari ha studiato a fondo i dati raccolte durante le ultime gare.
Gli uomini del Cavallino Rampante pensano di poter sfruttare al meglio le doti motoristiche. Oltre al recente update realizzato al software che gestisce l’erogazione della potenza, provvedimento che ha ulteriormente migliorato la fase di trazione, è stata studiata una particolare configurazione inerenti all’ubicazione del circuito. La turbina del propulsore 066/10 è tutt’altro che piccola e i settaggi che verranno proposti nel fine settimana dovrebbero azzerare il deficit in merito all’altura. Parliamo di un beneficio importante che Ferrari ha tutta l’intenzione di “far pesare” nell’economia del giro.
Inoltre, secondo le informazioni raccolte dalla nostra redazione, la squadra italiana potrebbe utilizzare power unit fresche per massimizzare il rendimento. Lo scopriremo solamente nella giornata di venerdì però. Nel mentre possiamo affermare che, Frederic Vasseur, evitare brutte figure e ottenere il massimo dal pacchetto a disposizione è l’unico obiettivo del weekend.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz