Frustrazione, autolesionismo, occasione sprecata. Queste le tre immagini del GP del Qatar della Mercedes. La gara che poteva consolidare le classifiche iridate e dare una mazzata alla rimonta Ferrari è stata rovinata in partenza con una manovra improvvida di Lewis Hamilton che, a freddo, si è preso piena responsabilità dell’accaduto.
I semi del mezzo disastro sono stati piantati quando è stata sdoppiata la strategia tra i due piloti. Lewis con gomma soft nuova sfruttando il set a disposizione, George con pneumatico medio C2 in linea con le attesa e con le scelte degli altri competitor. L’extra-grip della copertura a banda rossa ha consentito a Hamilton di scattare come una molla e di annusare la possibilità, concreta a un certo punto, di virare in prima posizione a Curva 1. Ma, come sovente accade, chi troppo vuole nulla stringe.
La dinamica è nota ed è stata approfondita ovunque, inutile tornarci su. Le due Frecce Nere si toccano: la 44 ha la peggio e si deve fermare, la 63 prosegue dopo essere crollata nelle retrovie del gruppone. La quarta posizione finale di Russell dà la cifra di quale fosse il passo della W14 e di come sia stata gettata alle ortiche un’occasione più unica che rara visto l’andazzo stagionale.
A ringraziare sono stati Max Verstappen che ha vinto senza troppi affanni, la McLaren che piazza un altro podio e, in parte, la Ferrari che limita i danni su una pista assai sgradita e che poteva rappresentare una epistassi di punti di un certo rilievo. Si morde le mani il reo, Lewis Hamilton, che poteva e doveva approfittare dell’ennesima gara orribile di Sergio Perez per dimezzare il deficit in classifica e provare a puntare convintamente alla seconda piazza iridata.
Mercedes: Hamilton e Russell minimizzano l’accaduto
Il sette volte iridato – il suo status viene ribadito per mostrare che ha le spalle larghe per fare mea culpa – non si è nascosto davanti ai microfoni assumendosi colpe evidenti: “Era una grande opportunità per ottenere dei buoni punti per la squadra e, nella foga del momento, non capivo davvero cosa fosse successo. Non credo che George avesse un posto dove andare. È stata una situazione davvero sfortunata e mi dispiace per tutta la squadra”.
“Faccio le mie enormi scuse a tutti a Brackley e Brixworth e mi assumo la piena responsabilità. Tutti stanno lavorando duramente, quindi è enormemente frustrante avere un risultato come questo. Gli aspetti positivi sono che il ritmo della vettura è stato forte per tutto il fine settimana. George è stato anche in grado di fare un buon lavoro nel tornare a segnare alcuni punti importanti”.
Russell si tiene alla larga dalle polemiche e mostra un costruttivo spirito di squadra nell’analisi post gara: “L’incidente alla prima curva non è stato assolutamente intenzionale né da parte mia né da parte di Lewis. La visibilità è così difficile in queste auto e soprattutto quando si gareggia. Ci sono grandi punti ciechi ed entrambi abbiamo così tanto rispetto l’uno per l’altro. Faremo in modo di uscirne più forti”.
“Ci sono ancora molti aspetti positivi da portare via da questo fine settimana – ha arringato il pilota di King’s Lynn – Il nostro obiettivo è quello di ottenere la seconda piazza nel Costruttori e siamo riusciti a superare la Ferrari in questo weekend. Anche il nostro ritmo era molto forte, quindi possiamo essere fiduciosi per queste ultime cinque gare. Il Gran Premio stesso è stato incredibilmente duro. È stata di gran lunga la gara più fisica in cui abbia mai gareggiato. Era come essere dentro un forno! Sono stato abbastanza felice di vedere la bandiera a scacchi”.
Ad Andrew Shovlin l’ingrato compito di analizzare i fatti dall’esterno e di farlo in vece di Toto Wolff ancora rimasto a casa ma comunque in collegamento radio col muretto. “Abbiamo avuto una serie di gare difficili nell’ultimo mese. Questo succede nello sport, però, ed è un buon test di quanto sia forte la tua squadra. C’è molto poco altro da dire sull’incidente alla prima curva”.
“Nessuno dei due piloti aveva intenzione di scontrarsi. Lewis si è preso la piena colpa dell’incidente e George ha riconosciuto il ruolo che queste auto di grandi dimensioni possono avere in questi momenti. Alla fine entrambi sono arrabbiati per il fatto che sia costato alla squadra un sacco di punti. Sappiamo che entrambi sono impegnati a fare in modo di poter garantire il secondo posto nei Costruttori”.
“Abbiamo cinque gare da disputare e guardiamo avanti. Ci sono aspetti positivi che possiamo portare via dal Qatar. Oggi abbiamo avuto un buon ritmo; George si è ripreso dall’ultimo al quarto posto. Operativamente, il team ha lavorato molto bene in un fine settimana molto impegnativo. Abbiamo una macchina solida, due piloti forti e una squadra molto impegnata Brackley e a Brixworth dietro di noi”.
Mercedes: pesa l’assenza di Wolff?
Forse è un caso, ma con l’assenza di Toto Wolff certe dinamiche nascoste sono deflagrate. E’ inutile minimizzare e derubricare tutto a fato: tra Hamilton Russell la tensione sale. Uno scricchiolio sinistro in vista della prossima stagione. Non c’è una frattura sistemica, ma già a Marina Bay, quando la W14 era la vettura più veloce in pista, Lewis, pur non avendolo apertamente affermato, riteneva di dover essere favorito dal team in virtù di un passo gara nettamente più solido nelle ultime fasi.
In Giappone, prima gara senza Toto Wolff, i due “uomini in nero” se le sono date nuovamente in pista e nel finale la gestione strategica non ha soddisfatto Russell che aveva dovuto cedere il passo prima al compagino di squadra e poi a Sainz. Da qui le lamentele via radio circa una mancata protezione da parte di Hamilton che, oggettivamente, nulla poteva fare per evitare l’inevitabile sorpasso dello spagnolo.
Il manager viennese, in altre circostanze, è spesso intervenuto direttamente per dirimere questioni che da delicate rischiavano di trasformarsi in roventi. Non che non l’abbia fatto anche nelle ultime due situazioni, ma l’assenza fisica ha di certo pesato visto come sono andate le cose.
A questo punto della stagione serve tutta l’ars diplomatica dello scafato timoniere che deve rendere noti ai piloti gli obiettivi e le strategie per raggiungerli, chiedendo sacrifici ove necessari e soprattutto ottenendo collaborazione e non musi lunghi. Wolff, in poche parole, deve fare da pompiere per evitare che tensioni striscianti deflagrino l’anno prossimo quando il team è chiamato ad uno sforzo tecnico e sportivo sovrumano per provare a recuperare terreno su una Red Bull che ieri ha dimostrato di possedere ancora un bel margine di sicurezza sulla concorrenza.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG