Giornata di studio per la Mercedes nel venerdì del Gp del Messico. Quel che è sembrato subito evidente è che l’adattamento alla pista non è stato perfetto e che quanto fatto in fabbrica è stato smentito dalle condizioni trovate all’Hermanos Rodriguez. Emblematico è il doppio cambio d’assetto effettuato sulla W14 di Lewis Hamilton prima in Fp1 e poi nella seconda ora di lavoro. Molte variabili da gestire al di là alla rarefazione dell’aria che impone assetti da alto carico.
Pirelli, oltre alla gamma più morbida del ventaglio 2023, ha portato anche una C4 Prototipo che è stata usata da Hamilton e Frederik Vesti (che ha preso il sedile di Russell nelle prime libere) all’avvio delle operazioni e poi da George nella seconda ora di lavoro. Riscontri non brillanti per le vetture anglotedesche che, come spesso accade, non hanno impressionato in configurazione qualifica: Lewis ha fatto meglio di Russell di un paio di decimi, cosa prevedibile visto il minor numero di giri effettuati da quest’ultimo.
Il sette volte campione del mondo ha chiuso in settima piazza, Russell si accontenta del decimo crono. Più incoraggiante – e questa non è una novità – è il ritmo sul passo gara visto che specie la 44 ha palesato un’ottima andatura nel long run, confermando quanto la monoposto sia migliore in configurazione da alto carico di carburante.
Mercedes: l’avvio del weekend non è quello sperato
Andrew Shovlin non ha nascosto le difficoltà: “Abbiamo faticato con la macchina e non è stata l’introduzione più facile a una sessione di prove libere per Fred. Lewis ha ritrovato la vettura dopo un bel po’, ma Fred ha fatto un buon lavoro per superare i test, non ha commesso errori e si è divertito a guidare in pista”.
Il lavoro, come specificato in apertura, è stato condizionato dalla presenza di pneumatici test. Il trackside engineer della Stella a Tre Punte lo ha ribadito: “I set di gomme extra che abbiamo dovuto valutare tendono a far sì che i programmi per le auto in griglia divergano un po’. Cosa che rende più difficile il confronto. Ma abbiamo visto abbastanza per sapere che abbiamo del lavoro da fare sia sul giro singolo che sul long run”.
Per Russell ha pesato l’assenza in Fp1: “George sta ancora cercando velocità dopo aver saltato la prima sessione. Entrambi i piloti hanno perso un po’ di tempo sul giro singolo con il traffico, ma abbiamo bisogno di fare qualcosa in più”. I margini di distacco non sono elevati. Questo può essere interessante nell’aggredire le posizioni d’avanguardia ma al contempo un pericolo perché si rischia di restare fuori dalla Q3.
“I distacchi sono limitati, arrivare alla parte finale delle qualifiche non sarà comodo”, ha ammonito Shovlin che, in chiusura, si è detto speranzoso di aver individuato alcune buone linee di indagine da seguire durante la notte per centrare i giusti correttivi. Il bilanciamento della W14 è stato piuttosto scarso per tutto il giorno, nella nottata messicana servirà il cambio di passo.
Fred Vesti è stato proiettato in un contesto operativo non proprio felicissimo visto che anche un super esperto come Hamilton ha lottato col setup. Ne è venuta fuori una sessione di studio in cui si è puntato a non far danni e a prendere fiducia col materiale. “Questo è un weekend molto speciale per me, è un sogno che si avvera e sono molto grato al team per l’opportunità”, ha esordito il ventunenne danese che corre in F2 col team Prema.
“Nel complesso è stata una buona sessione per noi, siamo riusciti a ottenere alcune informazioni utili dai long run e a capire i prototipi e il degrado su questa pista. Non ho mai corso qui prima d’ora ed è sicuramente un tracciato difficile con poco grip, che si sente davvero anche in macchina. Un sacco di cose da imparare per me e per la squadra oggi in questa sessione di prove libere di un’ora e, si spera, una buona preparazione per risultati decenti domenica. Non vedo l’ora di tornare ad Abu Dhabi e sedermi di nuovo in macchina”.
Poche le indicazioni che un rookie può offrire in questo contesto. Per questo è più importante il giudizio dei piloti titolari che non è proprio lusinghiero. La W14, a conferma del fatto che si tratta di una vettura capricciosa ed imprevedibile, è apparsa quasi indomabile tra i cordoli dell’impianto che sorge ad oltre 2200 metri sul livello del mare.
“E’ stata una giornata impegnativa – ha esordito Hamilton – La macchina sembrava completamente diversa da come si sentiva ad Austin una settimana fa e dobbiamo capire perché. Non abbiamo mostrato i long run più competitivi, quindi ci siamo concentrati sulla prova di diversi set-up. La pista qui ha le sue sfide, ma abbiamo fatto bene qui negli anni precedenti”.
“Per questo – ha proseguito l’inglese – non siamo ancora completamente dove vogliamo essere in vista di domani, ma lavoreremo sodo per migliorare e apportare le modifiche necessarie. La macchina ha mostrato un passo promettente ad Austin e sono fiducioso che possiamo portarla in una buona posizione. C’è molto spazio per migliorare”
George Russell non è stato autore di un venerdì da ricordare. Dopo aver saltato le prime libere in una rotazione programmata ha dovuto affrontare un po’ di pioggia verso la fine delle FP2 che hanno compromesso il programma di simulazione. “C’è una griglia di partenza che ha mostrato valori molto serrati, quindi è una delle sfide che dovremo affrontare questo fine settimana. Dobbiamo migliorare il passo della nostra vettura se vogliamo essere in Q3, ma so che lavoreremo sodo durante la notte per raggiungere questo obiettivo”.
Lavoro. E’ questa la parola del giorno in casa Mercedes. Nella nottata messicana le luci sono rimaste accese nei motorhome alla ricerca delle giuste chiavi per trovare la soluzione al rebus tecnico. Ora intense anche al simulatore di Brackley nel quale sono stati caricati i dati raccolti ieri. Nel terzo turno di libere capiremo se i progressi saranno fattuali.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1 Team
