domenica, Dicembre 22, 2024

Red Bull: il “fastidio iridato” di Max Verstappen

Ci siamo. Il momento del terzo titolo consecutivo per Max Verstappen è giunto. La cavalcata dell’olandese della Red Bull, che ha contorni epici vista la portata, potrebbe chiudersi, se vogliamo in maniera beffarda, in una gara secondaria come la sprint race del sabato. Tre sono i punti che bastano al leone di Hasselt e probabilmente li otterrà con relativa facilità. 

Nessuno sobbalzi dallo scranno nel leggere che la “sprint” è quasi un evento di contorno. Non è importante che lo pensi chi scrive, lo è invece se lo afferma, senza troppi fronzoli, il diretto protagonista che non si duole per una vittoria iridata al sabato ma che di certo avrebbe preferito scrivere il suo nome accanto a quelli di mostri sacri come Brabham, Stewart, Lauda, Piquet, Senna dopo un gran premio canonico. Ma i tempi cambiano e bisogna adattarsi a nuove esigenze. 


Red Bull: Verstappen ancora critico della Sprint Race

Il terzo titolo? Non è un qualcosa accaduto all’improvviso – ha esordito Max nelle consuete interviste che precedono l’evento – Vincerlo qui o la prossima settimana non cambierà molto. So solo che se vinco o ottengo un buon risultato nella Sprint prenderò il campionato. Ma siamo concentrati sul lavoro principale, ovvero fare un buon weekend”. 

Red Bull
FIA – Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing)

E poi la critica, l’ennesima, ad un format che l’alfiere della Red Bull proprio non riesce a farsi andare a genio visto che è stato oggetto di strali diverse volte da quando è stato introdotto: “La Sprint? Preferisco il formato di gara classico. Penso che sia un po’ più emozionante, soprattutto in qualifica, dove si può andare più al limite perché si sa quel che si è fatto nelle due libere. A Suzuka, ad esempio, se si fanno le FP1 e subito dopo le qualifiche si rischia di avere incidenti gravi”. 

Per me non è così appagante la Sprint, perché una volta che la fai avrai una chiara visione d’insieme per la gara principale e questo toglie un po’ di emozione. Solitamente vedi le qualifiche e pensi: <<Oh, wow>>, ma poi un’auto che parte davanti può arretrare in gara. La Sprint toglie tutto questo. Ti viene da pensare che se non accadrà nulla, le stesse persone vinceranno anche la gara domenicale”.

Singolare che Max, poche ore prima di laurearsi ancora una volta campione del mondo, spenda più tempo a parlare di uno standard organizzativo che gli è rimasto in gola piuttosto che del suo conseguimento. I campioni sono così: inguaribili perfezionisti, eterni insoddisfatti. Ma ci sarà tempo e modo per godersi un traguardo storico che lo lancia nel novero dei grandissimi. 


Red Bull: Sergio Perez alla ricerca del suo mondiale

Dall’altro lato del box fuoriescono pensieri di natura molto diversa. Sergio Perez esce da un Gran Premio del Giappone disastroso. Un’altra pietra tombale in un campionato partito tra gli squilli di tromba e l’idea di poter abbattere il compagno di squadra che, da Miami in poi, si è trasformato in un lungo calvario tanto che Lewis Hamilton, con una modestissima Mercedes W14, è piombato sul collo del messicano insidiandolo per la seconda piazza. Che è diventato l’obiettivo (piuttosto modesto considerando il gap siderale dal compagno di squadra) per un pilota in piena crisi. 

Per me non è andata bene né a Singapore né a Suzuka, però abbiamo imparato molto bene quello che è andato storto in Giappone, quindi mi aspetto di trovarmi in una posizione migliore in questo weekend. Abbiamo imparato principalmente quale direzione prendere in termini di assetto e abbiamo capito cosa sia andato storto e perché abbiamo interpretato male alcune cose. Speriamo di poter avere un weekend più lineare qui”. 

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Sergio Perez (Oracle Red Bull Racing)

Perez non avrà molte cartucce a sua disposizione poiché il weekend sprint limita la possibilità di individuare il giusto setup considerando che la sola Fp1 servirà per” mettere in bolla” la RB19 una vettura che, ad essere onesti, si lascia sistemare abbastanza agevolmente tranne rari ed estremi casi come quello singaporiano. Alla difficoltà suddetta si associano le modifiche al tracciato che danno un po’ d’ansia al driver di Guadalajara:

Le condizioni del circuito saranno diverse da Suzuka e sarà un weekend interessante dato che ci sarà soltanto una sessione di prove libere. Troveremo una pista con una velocità di 2-3 secondi più alta con tutta la sabbia, sarà interessante anche andare in qualifica la sera. Mi aspetto un weekend interessante, nel complesso“.

Chiudere al secondo posto è il minimo sindacale per Perez ma, per come sono andate le cose ultimamente, sarebbe quasi come vincere un mondiale. E questo dà la dimensione di quale sia il delta tecnico tra i due rappresentanti del team di Milton Keynes“È importante per me arrivare 2° in questo campionato perché non posso fare di più al momento. Penso che tutti i piloti vogliano ottenere il miglior risultato possibile e la stagione migliore. Per me sarà importante finire il campionato nel modo giusto perché potrà soltanto aiutarmi per l’inizio del prossimo anno. Sarà importante venire a capo di tutti i problemi e assicurarmi di riuscire a esprimermi al meglio nelle ultime sei gare”.  

Dopo mesi passati ad esprimere critiche feroci che talvolta hanno valicato il buon gusto, Helmut Marko, non ha cambiato approccio anche se è risultato meno tagliente verso Perez: “Le qualifiche sono il suo handicap. Spero che faccia punti. Il secondo posto nel campionato del mondo deve essere difeso, purtroppo Hamilton si sta avvicinando“. 

E poi una sorta di giustificazione per la sua annata opaca che, a leggerla bene, non è poi così lusinghiera: “Anche i compagni di squadra di Senna sono andati tutti in crisi, e Gerhard Berger può dirvi qualcosa a riguardo, ma lui era in cerca di sfide. Con Max è una questione diversa nella sua complessità. Posso solo pensare a uomini più maturi come Alonso o Hamilton come possano competere con lui”.

Red Bull
Helmut Marko a colloquio con Sergio Perez (Oracle Red Bull Racing)

Marko è così: prendere o lasciare. Questioni di rapporti interni che ovviamente sono marginali alla vigilia di una gara che presenta sfide tecniche interessanti e che fanno tenere agli uomini di Milton Keynes le antenne ben drizzate per evitare una nuova Singapore. Rispetto a due stagioni fa, quando la F1 debuttò a Losail, si dovrebbero incontrare temperature elevatissime. La sera potrebbero esserci ancora picchi di 37 gradi. 

Red Bull ha lavorato parecchio a questo aspetto al simulatore e gli elementi emersi sembrano essere stati incoraggianti. La gestione degli pneumatici è uno dei fiori all’occhiello di un progetto sbalorditivo. Si conta, quindi, di amministrare bene il degrado termico delle coperture e di poterlo fare nonostante la limitata possibilità di definire il setup in una sessione che si terrà in orari molti diversi rispetto alle gare del sabato e della domenica. Altra variabile da considerare in quello che dovrebbe essere il weekend della festa di Max Verstappen.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Oracle Red Bull Racing

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