Il sistema F1 non può reggersi sui monopoli sportivi. Una verità talmente evidente che Liberty Media, in collaborazione con la FIA, ha fatto di tutto per modificare quel contesto tecnico-sportivo che aveva favorito l’ascesa della Mercedes che è stata in grado di guidare il carro per otto stagioni. Proprio nell’ultima annata, a seguito di un cambio regolamentare di cui non troppo spesso si valuta la portata, Red Bull e Max Verstappen hanno saputo sovvertire i valori vincendo il titolo piloti praticamente all’ultima curva dell’ultimo gran premio.
Una stagione indimenticabile per un duello senza esclusioni di colpi che ha tenuto i tifosi incollati agli schermi televisivi e a tutti gli altri medium che oggi permettono di fruire dello spettacolo della Formula Uno. Il nuovo recinto normativo, dopo due anni di operatività, non ha centrato gli obiettivi.
Eclissatasi la stagione Mercedes è emersa, ancor più prorompente, quella Red Bull. Le regole tecniche e finanziarie, unite al meccanismo dell’Aerodynamic Test Regulation, hanno quasi protetto il dominio di Milton Keynes dagli attacchi – onestamente sterili – di una concorrenza con le polveri bagnate.
Stefano Domenicali, a più riprese, ha affermato che nessun cambio regolamentare sarebbe intervenuto in corso d’opera per mettere il bastone tra le ruote alla scuderia austriaca. Concetto da sposare poiché la mano del legislatore deve essere poco visibile e soprattutto non deve bloccare chi ha saputo lavorare meglio degli altri a parità di contesto. La meritocrazia, anche nella F1 dello show e del business a tutti i costi, resta ancora un caposaldo da tutelare. Ma questa linea di pensiero, chiaramente, non farà sì che tutto resterà immobile.
Nel 2026 vi sarà una nuova rivoluzione che qualcuno ritiene essere stata teorizzata e messa in cantiere proprio per spezzare l’egemonia della Red Bull ed evitare, una volta e per tutte, che un altro gruppo possa stravincere un campionato con mesi d’anticipo. Cosa che, alla lunga, sta iniziando a stancare.
Certe scelte operate dall’alto vengono prese leggendo i numeri degli ascolti medi. La tendenza, in questo 2023, non è delle migliori. E non poteva essere altrimenti visto che la platea è ormai assuefatta alle vittorie di Max Verstappen che ne ha inanellate 17 su 20, lasciandone solo due a Sergio Perez e una a Carlos Sainz in una (guarda caso) delle gare più avvincenti del mondiale.
Se riduciamo l’oggetto d’analisi all’Italia osserviamo che l’emorragia di spettatori è piuttosto evidente. Il recente Gran Premio del Brasile ha segnato uno share che non ha toccato i due milioni di telespettatori sommando la diretta di Sky Sport F1 e la differita diramata da TV8, canali che posseggono i diritti di trasmissione.
La concomitanza con altri eventi sportivi e il ritiro di Charles Leclerc a operazioni nemmeno avviate ha decretato che sia stata una delle gare meno viste dell’intero mondiale. Si tratta del sesto evento a non raggiungere la soglia di 2 milioni di visualizzatori. L’anno passato solo due GP si erano attestati sotto questa quota. Una triplicazione che spaventa i dirigenti e che fa riflettere.
Red Bull: un dominio che fa male alla F1?
Il caso Italia, ovviamente, non fa legge generale, ma il trend osservato altrove non è dissimile. Ci si comincia ad interrogare se questo tipo di imperio non possa essere la motivazione di una perdita strutturale di clienti che Liberty Media Corporation intende scongiurare in ogni modo. Timo Glock, pilota con oltre 90 partenze nel Circus, ritiene che la parabola tracciata da Max Verstappen non stia facendo bene alla F1. In un’intervista a LuckyBlock il tedesco ha offerto il suo punto di vista:
“Non direi che il dominio della Red Bull sia malsano, ma tutti vorremmo vedere un finale come quello del 2021, quando si è arrivati all’ultimo giro. Questa è la magia della F1 e si riflette nei numeri degli ascolti. All’epoca erano molto alti. Non è così in questa stagione: gli ascolti calano quando si decide il campionato troppo presto“, ha osservato Glock che è stato, suo malgrado, protagonista di uno dei titoli più incerti di sempre: quello vinto da Lewis Hamilton ai danni di Felipe Massa, nel 2008.
Secondo l’ex Toyota, se le condizioni tecniche lo consentiranno, nel futuro potrebbero essere Verstappen e Lando Norris ad animare un duello in stile 2021: “Sarebbe fantastico vedere di nuovo questo tipo di lotta. Credo che le regole debbano andare nella direzione di un duello serrato e spero che ciò accada l’anno prossimo. Il campionato sarebbe molto interessante se escludessimo Max. Al momento, però, le cose stanno così e i team devono alzare il tiro per permettere ai piloti di mettere Max sotto pressione“.
“Norris è sicuramente uno dei piloti in grado di sfidare Max. Lando è stato messo sotto pressione da Oscar in alcune occasioni e si sono visti piccoli errori da parte di Lando. Se parliamo di ritmo puro, però, Norris è davvero impressionante. Riesce a partire dal fondo dello schieramento e a finire tra i primi cinque! Sa esattamente cosa fare per non commettere di nuovo questi errori e può sicuramente sfidare Verstappen se ha il pacchetto giusto“, ha concluso il pilota di Lindenfels.
Se dovessimo affidarci a quanto visto negli ultimi due anni questa prospettiva, seppur esaltante, è di difficile concretizzazione. Il vantaggio accumulato dalla Red Bull, che da ottobre non è più afflitta dagli effetti della sanzione ricevuta per lo sforamento del budget cap nella stagione 2021, difficilmente si dissolverà nel giro di un inverno. Anche se lo slancio della McLaren dice chiaramente che queste vetture hanno ancora dei margini di crescita nonostante un regolamento incatenante.
Proprio nella sagacia tecnica dei rivali della franchigia di Milton Keynes risiedono le speranze di Liberty Media di vedere, già prima della rivoluzione tecnica del 2026, una serie più combattuta per le posizioni di vertice oggi totalmente monopolizzate dai soliti noti. Il 2024 sarà l’anno buono per osservare nuovamente un duello serrato? Difficile immaginare una risposta pienamente affermativa, ma ai desideri non si possono porre limiti…
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing