Quando c’è poco da raccontare circa le questioni tecnico sportive tutto il contorno prende il sopravvento. Accade in qualsiasi ambito e la F1 non ne è esente. Il 2023 ha offerto ben pochi spunti visto che è stato egemonizzato dalla Red Bull per quanto riguarda le vicende tecniche e da Max Verstappen per quanto attiene la sfera sportiva.
Eventi come Las Vegas, in questo meccanismo, diventano giocoforza più importanti di quanto accade in pista. Ma anche altre vicende, normalmente secondarie, assumono una valenza centrale quasi fosse il vero perno intorno al quale si avvita l’intera Formula Uno. Nei giorni che hanno preceduto l’avvio del week end di Abu Dhabi, ha tenuto banco la querelle Hamilton – Red Bull.
F1, Hamilton – Red Bull: un matrimonio impossibile usato per scopi personalistici
La bomba era stata sganciata da Chris Horner che, in un’intervista rilasciata al Daily Mail, aveva sostenuto che l’entourage del sette volte iridato aveva vagliato se Red Bull, stante le difficoltà di Sergio Perez, era disposta ad imbastire una trattativa per formare, nel 2024, una coppia da urlo in Red Bull. Idea affascinante ma che presenta delle difficoltà talmente grandi da sembrare una boutade.
Eppure Horner ha assicurato che l’abboccamento è stato reale visto che anche in passato ve ne erano stati degli altri. Hamilton non è rimasto in silenzio ed ha replicato rimandando la palla nel campo avversario. “No, non li ho avvicinati io… Christian mi ha mandato un messaggio. Ho controllato con tutti i membri del mio management e nessuno ha parlato con loro. Sono loro che hanno provato a contattarci“, ha spiegato il britannico nella conferenza pre Abu Dhabi.
Lewis non ha lesinato dettagli per autoscagionarsi dall’accusa di aver flirtato con Red Bull nel bel mezzo delle trattative che poi hanno portato al rinnovo biennale con la Mercedes: “Ho preso il mio vecchio telefono che ho trovato a casa. L’ho acceso e ovviamente mi sono arrivati centinaia di messaggi: ce n’era uno di Christian che mi chiedeva di vederci e fare due chiacchiere a fine stagione”.
In un botta e risposta sempre più serrato, Horner ha poi aggiunto altri particolari: “I contatti sono arrivati attraverso Anthony, il padre di Lewis”. Sarebbe poi stato il dirigente inglese a chiudere la porta in faccia al pilota della Mercedes: “Non riesco a vedere Max e Lewis lavorare insieme. La dinamica non sarebbe giusta. Siamo soddisfatti al 100% di ciò che abbiamo“.
Per chiudere la questione, Horner ha evidenziato come Lewis non sia nuovo a certe pratiche: “Ha incontrato anche John Elkann. Penso che ci siano state trattative serie intorno al weekend del GP di Monaco. Ci sono state sicuramente delle chiacchierate, forse anche con Vasseur. Di sicuro c’era Elkann”.
Quanto clamore per una dinamica normalissima. Chi si scandalizza per eventi del genere probabilmente vive su un mondo alieno. La cena tra Hamilton e il presidente della Ferrari è stata confermata da fonti autorevoli. Tra l’altro non si tratta di un inedito assoluto visto che Lewis, prima di ogni rinnovo con la Mercedes, ha incontrato esponenti di spicco di Maranello per fare i suoi “carotaggi contrattuali”. Ma non solo.
Sedersi al tavolo delle trattative con il team rivale più forte in una data fase storica è un meccanismo che serve per essere più forti nel discutere con chi somministra il contratto finale. E’ il normalissimo gioco delle parti: Lewis ha racimolato offerte da terze parti, Wolff si è cautelato parlando con altri conducenti. Quando i due si sono visti si sono reciprocamente scambiati questi documenti non firmati che sono serviti a definire il giusto ingaggio e la consona durata dell’intesa.
E’ prassi che un driver, si chiami Hamilton, Verstappen, Leclerc o Sargeant, “usi” altre scuderie per strappare condizioni vantaggiose in sede di contrattazione. Se ci si meraviglia di questo giochetto antico vuol dire che non si riesce ad avere un punto di vista lucido su certe dinamiche.
Ancora, che la F1 nel suo insieme, ma anche chi la racconta, senta la necessità di pubblicizzare e sovraesporre una facezia simile è indicativo di quanto certe polemiche e il gossip si rendano necessari per colmare il vuoto lasciato da uno sport tutto lustrini e luci abbaglianti ma che, da due anni a questa parte, si è appiattito pericolosamente dopo aver offerto, nel 2021, uno dei campionati più belli di sempre.
Una stagione che, attenzione, veniva dopo anni in cui un altro soggetto aveva reso tutto troppo prevedibile. Quel che vorremmo vedere è uno sport che sappia accendere la fantasia con sfide tra piloti e tra ingegneri, non una serie che deve accontentarsi di episodi marginali e soprattutto extra pista spacciati coma leitmotiv. La F1 non è Drive to Survive anche se a certe latitudini sembra che debba essere così…
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1 Team, Oracle Red Bull Racing