Leclerc si ritira a bordo della sua Ferrari SF-23. Lo fa in Brasile, Interlagos, durante il così detto formation lap a seguito di sbandata che lancia la numero 16 contro le barriere. Dopo una promettente qualifica conquistando la prima fila, la frustrazione si palesa in curva 6 di li a poco soppiantata dalla disperazione per l’occasione persa. Charles è pertanto costretto ad abbandonare la sua monoposto e osservare il Gran Premio all’interno del garage.
Il Cavallino Rampante ha fatto muro attorno alla vicenda, costringendo il monegasco a non svelare le vere cause dell’inconveniente tecnico che ha messo fuori uso la rossa. Una scelta precisa “comandata” da Frederic Vasseur che ha negato a media e tifosi la verità sull’accaduto. Parliamo di uno scenario già visto nel recente passato, quando la gestione Binotto era solita camuffare i grattacapi con vari rigiri di parole.
Sebbene sia difficile accettare un risultato del genere in molti non capiscono la necessità di occultare fatti. Altri, al contrario, sostengono che farlo sia un metodo più o meno effettivo per evitare che vengano a galla determinate questioni che di fatto andrebbero a ledere l’immagine del team di Maranello, ridicolizzando in qualche modo il gruppo di lavoro ipotetico autore di uno sbaglio imperdonabile che poteva essere evitato con più attenzione.
Qualsiasi essa sia la circostanza, resta il fatto che determinati contesti non dovrebbero verificarsi. Eppure si tratta di una casistica che anno dopo anno continua a ripresentarsi indisturbata, sulla quale mettere la parola fine pare quasi impossibile. Tramite lo scritto odierno cerchiamo di far luce sull’argomento, partendo dal presupposto che i nostri ragionamenti non pretendono essere categorici.
Gp Brasile 2023/Ferrari SF-23: le possibili “failure” della numero 16 di Charles Leclerc
Prima di lasciarsi a qualsiasi tipo di dichiarazione Leclerc ha chiesto alla sua press officer le parole con le quali commentare la vicenda. Proprio da qui nasce la curiosità di capire cosa effettivamente sia successo. Diverse sono le ipotesi avanzate. Da un guasto idraulico, passando per una noia elettronica sino a vagliare l’idea più tragica e pessimistica: la rottura del motore endotermico. Cercando di analizzare le eventualità suddette, proviamo quindi a stabilire quale sia la più probabile.
Guasto idraulico: l’idraulica in una vettura di F1 controlla diversi sistemi principalmente legati agli input che il pilota fornisce alla monoposto: acceleratore, DRS, cambio, sistema brake-by-wire e servosterzo, tutti attivati per mezzo di condotti in cui scorre del fluido in pressione. I vantaggi di usare questo tipo di controlli sono principalmente la loro affidabilità nel lungo periodo, la grande flessibilità nell’installazione e la bassa inerzia offerta.
Il tutto si traduce in un’elevata risposta in frequenza utile per le funzioni di un’auto della massima categoria del motorsport che devono necessariamente essere svolte in millesimi di secondo. Lo svantaggio principale è dato dal fatto che una rottura di un singolo componente può causare il collasso dell’intero sistema. Nel caso del monegasco, ciò che potrebbe rendere fattuale una “hydraulic failure” è proprio la perdita di sistemi come il servosterzo.
Dall’on board camera, infatti, si nota perfettamente come all’improvviso Charles “apre” il volante anziché assecondare la curva, come se il volante stesso fosse diventato durissimo da girare. Inoltre, il bloccaggio al posteriore determinato dal cambio inceppato e il conseguente testacoda sono ulteriori indizi che avvalorano la tesi di una rottura idraulica dato che, come citato in precedenza, la trasmissione fa parte degli organi controllati dall’idraulica.
A margine di quanto detto, quasi certamente possiamo scongiurare questo tipo di guasto vista la repentinità con cui i sintomi si sono manifestati sulla Ferrari SF-23. Generalmente, di fatto, le perdite idrauliche determinano un calo della pressione del sistema e visti gli innumerevoli sensori posti sulla monoposto, tale contesto sarebbe stato prontamente segnalato a pilota e ingegneri.
Malfunzionamento motore a combustione interna: prendendo in esame l’opzione concernente la rottura del propulsore endotermico possiamo immediatamente sostenere un fatto. Di solito le così dette “engine faiulre” sono caratterizzate da un nuvola di fumo spesso accompagnata da un’inconfondibile perdita d’olio. Qualora l’unità di potenza 066/10 avesse tirato le cuoia, probabilmente, per Charles l’uscita di scena sarebbe stata senza dubbio più spettacolare.
Per di più, ascoltando le comunicazioni radio e osservando con attenzione la dashboard del volante Ferrari, nessun messaggio che testimonio tale evento a fatto presenza. Ragion per cui, in mancanza di prove palesi, per il momento scartiamo questa supposizione anche se, la complicatezza delle attuali power unit, in alcune fattispecie ha mascherato grattacapi del genere.
Problema elettrico: l’ultima ipotesi che mettiamo sul tavolo riguarda un possibile guaio derivato dall’elettronica, per essere più precisi in particolare proveniente dalla centralina. Senza dubbi, tale componente è considerata “il cervello” della vettura. La totalità degli input immessi in vettura dal pilota inviati per mezzo di comandi meccanici (pedali, pulsanti, palette, bottoni etc), vengono dapprima tradotti in segnali elettrici elaborati dalla centralina stessa e poi realizzati per mezzo di attuatori, martinetti o servo valvole comandate elettronicamente.
Una momentanea noia all’unità di controllo elettronico spiegherebbe l’istantaneo bloccaggio del cambio e la conseguente perdita dell’idroguida. Si tratta in altre parole di una “safety mode” del sistema idraulico, attivata in seguito al guaio che avrebbe bloccato tutti i sistemi comandati dallo stesso, determinando l’infelice uscita di scena di Charles in curva 6. Quest’ultima supposizione può essere ulteriormente sostenuta dalla recidività di quel che rappresenta un guasto alla centralina: alla gara inaugurale della stagione 2023 Leclerc si ritirò proprio per un cablaggio difettoso della stessa.
Per ovviare il problema, la Ferrari aveva deliberato la seconda centralina per la gara di Jeddah, in Arabia Saudita, esaurendo così il numero massimo di unità per la stagione. Risulta pertanto più che plausibile che, dopo aver sostenuto 19 weekend di gara, quell’unità sia arrivata al termine del proprio ciclo di funzionamento. Ciò sarebbe un enorme peccato per la Scuderia, perché una sostituzione della componente comporterebbe a una penalità in griglia da scontare nella prossima gara, che, ironia della sorte, risulta essere Las Vegas su cui Ferrari punta parecchio.
Ammesso e non concesso che la faccenda verrà scoperta solamente a Maranello in questi giorni e che ogni probabilità le cause resteranno segrete nell’immediato, resta da capire se la scuderia italiana deciderà di fornire un comunicato dove spiegherà nei dettagli l’accaduto oppure, forse più probabile, cercherà in qualche modo di “insabbiare” la vicenda spostando l’attenzione sul fine settimana di gara.
Autori: Andrea Mauri – howf1works – Andrea Bovone
Immagini: F1 TV