Dinamico immobilismo. Un ossimoro in piena regola che descrive perfettamente la fase che sta attraversando il confronto tra la Ferrari e la Mercedes. Dinamico perché i due team non sono fermi in classifica. Si muovono e la muovono. Non procedono col passo della saetta ma nemmeno sono ferme al palo. Immobile poiché, negli ultimi tempi, i distacchi sembrano essersi quasi congelati. Nessuna delle due squadre riesce ad avere un weekend solido, tale da dare l’accelerata decisiva.
Con questa stabile linearità si procede nell’avvicinarsi all’epilogo di Abu Dhabi. Tre gare al termine, il monte punti a disposizione che si riduce inesorabilmente nonostante nel prossimo weekend, quello paulista, vi sia la sprint race che offre la possibilità di rimpinguare i bottini di caccia.
Meno punti sul tavolo, possibilità di rimonta che si riducono. Dopo che entrambi i mondiali sono stati assegnati ai legittimi proprietari restano accesi due obiettivi secondari ma non per questo meno nobili o entusiasmanti. Uno è quello in cui sono coinvolti Lewis Hamilton e Sergio Perez che si giocano la seconda piazza nella classifica costruttori; l’altro è quello che vede impegnate Ferrari e Mercedes che nella graduatoria costruttori sono divise da 22 lunghezze. Un gap relativamente limitato ma che, tornando all’incipit dello scritto, si chiude con troppa lentezza.
Un attento osservatore di certe dinamiche non può che registrare che, dati gli andamenti recenti, sia difficile ritenere semplice l’operazione aggancio-sorpasso. Alla categoria appartiene di certo Frédéric Vasseur che, nel presentare il Gran Premio del Brasile ha affermato di non aspettarsi che la distanza possa essere colmata così facilmente. Tra il circuito intitolato a Josè Carlos Pace, l’incognita Las Vegas e Abu Dhabi, Mercedes, storicamente, è andata bene sulle piste dove esistono dei riscontri archiviati.
Forse è questa natura che fa essere cauto il team principal ferrarista che non sembra fare pretattica quando afferma “[…] Nelle scorse due gare abbiamo portato a casa due podi e siamo stati il team che ha raccolto più punti tra quelli che lottano per il secondo posto. Ma i valori sono molto ravvicinati e appare chiaro che colmare il distacco che ci separa dalla seconda posizione sia molto difficile“.
Un atto di pragmatismo che deriva dalla consapevolezza che anche a Interlagos la SF-23 sarà – e accadrà fino al suo pensionamento – un mezzo di difficile lettura: spesso strabordante in qualifica, ma assai debole in gara. Difetti endemici che non è stato possibile correggere in corso d’opera. Sul tracciato brasiliano verrà protetto l’avantreno che sarà messo a dura prova in più punti a causa delle particolari pendenze in molte curve.
Ferrari deve fare attenzione alle trappole che presenta Interlagos
La SF-23 potrà contare una buona velocità di punta, esattamente come successo nella prima sezione del tracciato messicano. Nel secondo settore invece, dove le velocità si abbassano, l’aderenza al posteriore assumerà maggiore importanza è la vettura modenese potrebbe esaltare le proprie capacità. Attenzione però alla debolezza dell’avantreno causata dal minor grip meccanico che potrebbe infastidire Sainz e Leclerc nell’affrontare di queste particolari pieghe.
Bisognerà far attenzione anche ad alcuni bump che potrebbero limitare l’abbassamento della monoposto. E’ questo un fattore chiave poiché chi riuscirà a produrre maggiore carico aerodinamico tramite il fondo sicuramente avrà un vantaggio in termini di efficienza. Viste le similitudini con Austin (presenza di un solo turno di libere) la Ferrari deve alzare il livello di guardia. E forse pure la SF-23.
Delle insidie del weekend sprint è ben conscio il numero uno della GeS: “A San Paolo saremo impegnati nell’ultimo weekend Sprint della stagione, il terzo negli ultimi quattro Gran Premi. Le due gare più recenti, a Austin e Città del Messico, ci hanno visto brillare in qualifica con due pole position consecutive di Charles e la prima fila tutta Ferrari di domenica scorsa, mentre in gara ci siamo dimostrati ancora vulnerabili agli attacchi dei nostri rivali“. Debolezze acuite da tattiche non perfette, vedasi Gran Premio degli Stati Uniti.
“Siamo pronti a garantire anche in Brasile è il massimo impegno. Ci aspettiamo che Mercedes sarà molto competitiva. Dobbiamo continuare a lavorare su noi stessi, a crescere e a migliorare sotto ogni aspetto, in particolar modo nella gestione delle gomme e delle strategie in gara. Carlos e Charles, al pari di tutta la squadra, in Brasile come a Maranello, sono molto motivati: non vogliamo fermarci fino alla bandiera a scacchi di Abu Dhabi“.
Con queste premesse il Cavallino Rampante si approccia a un fine settimana che potrebbe smuovere l’inerzia manifestata nelle ultime uscite. Il tempo stringe, Ferrari dovrà essere perfetta in ogni aspetto se vorrà avere la meglio dei rivali di Brackley nel centrare un obiettivo, il secondo posto nel mondiale 2023, che sembra essere diventato vitale per entrambi i sodalizi.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari, Mercedes AMG F1 Team