La stagione della Ferrari, l’ennesima, purtroppo è ancora fallimentare. Una sola vittoria stagionale quando l’obiettivo era lottare per il titolo. Red Bull ha fatto un lavoro strepitoso, non c’è dubbio, il Cavallino Rampante al contrario si è perso nei dettagli tecnici. Il progetto 675 ha mostrato tante lacune sin dai test pre stagionali in Bahrain, dove in pochi giri, piloti tecnici e ingegneri hanno capito come la campagna agnostica 2023 sarebbe stata assai complicata.
Le correzioni sono arrivate in corso d’opera. Dal Gran Premio di Spagna le nuove pance hanno fatto da apripista alle modifiche che tutto sommato, risultati e rendimento alla mano, hanno senza dubbio migliorato le due SF-23. Il mondiale è divenuto pertanto un campo di studio continuo. Scenario competitivo dove testare le vetture in chiave 2024. Sotto questo profilo le soddisfazioni sono diverse, così almeno dicono i diretti interessati.
Considerando che l’anno prossimo le cose non cambieranno, con il corpo normativo che non subirà alcuna modifica radicale, il recupero sulla mirabolante scuderia austriaca non è cosa semplice. Senza dubbio la possibilità di mettere mano in maniera più cospicua sulla monoposto aiuterà non poco. Proprio per questo la squadra di Maranello è convinta di poter realizzare uno step competitivo in avanti importante. L’obiettivo è chiaro: presentarsi ai nastri di partenza del campionato lottando al vertice.
Per farlo il lavoro svolto durante l’inverso sommato a quello realizzato durante gli ultimi farà la differenza, tenendo presente che tutti i feedback messi assieme nella stagione attuale, almeno in teoria, dovrebbero aver indirizzato gli sforzi profusi verso lidi decisamente più fattuali. Su questo punto i “due Carlo” hanno detto la loro, convinto che il prossimo futuro possa senz’altro essere più roseo del presente.
Ferrari: lo step competitivo futuro potenzialmente è molto grande
Il progetto 676 avrà caratteristiche diverse dalle attuali, su questo i dubbi sono pochi. La riprogettazione deal vettura urgeva d’altronde, considerando che “l’ibrido attuale” a livello aerodinamico mostra diversi limiti che, in epoca budget cap, non è stato possibile abbattere. E allora ecco che la fiducia sale anche in merito a quanto si è appreso durante la stagione in corso. Benchè il gap da recuperare su Red Bull resti ampio, tutti i presupposti per fare bene ci sono.
Questo in estrema sintesi il pensiero di Charles Leclerc, sempre innamorato della rossa. Il monegasco non nasconde l’ottimismo perchè negli ultimi mesi, in GES, diverse cose sono cambiate. E non si tratta della mera metodologia lavorativa. Infatti, a quanto appreso dalla nostra redazione, la base tecnica della nuova monoposto italiana promette. In attesa di vederla in pista il prossimo febbraio Sainz ha lanciato qualche indizio.
Una vettura di F1 è l’insieme di tanti dettagli tecnici. Ottenere una somma più alta, a volte, significa sacrificare qualche punto forte per fornire una caratteristica indispensabile all’auto. Parlando della SF-23, ad esempio, l’estrema competitività sciorinata in qualifica non ha quasi mai avuto conferma in gara. A serbatoi pieni, infatti, le monoposto modenesi hanno sempre sofferto un delta prestazionale verso i propri competitor. Questo significa che qualcosa è sfuggito ai tecnici che, ovviamente, hanno speso parecchio tempo per capire come rimediare su questo punto.
La gestione gomme resta uno dei crucci più ardui da superare. Amministrare a dovere le coperture nei long run significa poter estrarre prestazione. al contrario essere costantemente limitati da del degrado, di riflesso limita tremendamente le performance. Parliamo di un contesto che si è palesato a più riprese nel 2023. il reparto dedicato alla dinamica del veicolo ha profuso parecchi sforzi in tal senso e sebbene la trazione sia uno delle caratteristiche vincenti della rossa, arriveranno delle modifiche in tal senso.
Senza dubbio il front end va rafforzato per poter utilizzare i diversi livelli di carico senza sbilanciare l’auto. Quando una vettura di F1 ha un punto debole così marcato, di fatti, la finestra di funzionamento legata al setup si restringe parecchio e come risultato adattare la monoposto a tutti i tipi di layout diventa praticamente impossibile. C’è poi l’equazione fondamentale che determina le fortune delle wing car all’interno del corpo normativo vigente: carico/efficienza.
Sebbene la rossa abbia mostrato tanta velocità in rettilineo anche grazie all’ottima unità di potenza 066/10, il carico prodotto dal fondo non è ai livelli Red Bull che, come sappiamo, potendo sprigionare tanta downforce attraverso i canali venturi, può “giocare” a suo piacimento con la deportanza indotta. A seconda della pista, pertanto, la RB19 può utilizzare il grado di carico preferito, potendo far conto sul basso livello di drag. Ferrari ha studiato nei minimi particolari i bolidi austriaci e pensa di aver capito i “segreti” che le rendono così dominati.
In ultima istanza vale la pena sottolineare un fatto: il doppio rinnovo dei ferraristi da continuità alla curva di apprendimento e, contestualmente, fa capire come ambedue i piloti abbiano visto il potenziale della nuova auto. Come sempre solo la pista definirà i valori, ma gli ingredienti per poter metter assieme un campionato decisamente più competitivo, l’anno prossimo, ci sono tutti. Sebbene in F1 non si vince dall’oggi al domani, il passo avanti che la storica scuderia può realizzare è grande. Questo ci hanno detto, questo riportiamo.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari