Ferrari abita la fila dei disillusi da circa 16 anni, data nella quale si aggiudicò l’ultimo titolo iridato, mondiale costruttori, con al volante delle rosse Felipe Massa e Kimi Raikkonen. Dopo solamente il nulla. Tante, troppe stagioni dove la parola zero ha accompagnato la dicitura “titoli vinti”. Una condizione davvero difficile da sopportare che però, purtroppo, di fatto è divenuta consuetudine. Perdere è divenuto lo sport nazionale anno dopo anno.
Senza dubbio sono cambiate tante cose in questi ultimi tre lustri ma una fatto, appunto perdere, non ha mai abbandonato il Cavallino Rampante. Il 2022 doveva e poteva essere l’anno della rinascita. Per un certo periodo lo è pure stato sino a quando, in piena estate, la TD039 ha stroncato la competitività della rossa. Nell’inverno seguente la vettura ha subito un restyling. L’obiettivo era quello di far lavorare la monoposto al meglio considerando le nuove regole relative alle altezze da terra imposte dalla FIA.
Dati alla mano i tecnici di Maranello non sono stati in grado di ribaltare tale situazione. Per di più il front end si è addirittura indebolito, aspetto che ha fortemente limitato il funzionamento di pacchetti aerodinamici più carichi, in quanto un posteriore più deportante sbilanciava la vettura, incapace di produrre la giusta spinta verticale all’avantreno. Per questo la SF-23 ha sempre funzionato meglio adottando impostazioni di carico medio-basse.
Si tratta di un aspetto con il quale Ferrari ha dovuto convivere durante l’intera stagione agnostica 2023. Tuttavia i continui test aerodinamici messi assieme ad ogni appuntamento competitivo, hanno portato parecchia “cognizione di causa” in GES. Sebbene in epoca budget cap non si potesse certo stravolgere la vettura, la strada verso lidi decisamente più fattuali è stata imboccata e percorsa nei mesi successivi. Obbiettivo? Tornare nella lotta al vertice dalla prossima primavera.
Ferrari: i difetti cronici della SF-23 hanno fornito le basi tecniche sulle quali ostruito il futuro
La Ferrari SF-23 non era affatto semplice da guidare. Si tratta di un aspetto acclarato da Frederic Vasseur che ha voluto lui stesso sottolinearlo al termine di questo mondiale complicato. Un elemento che di riflesso ha spesso lenito la necessaria confidence ai piloti rendendo il tutto tremendamente più difficile. Per questa ragione abbiamo assistito a week end altalenanti di ambedue i ferraristi, offrendo prestazioni spesso distanti fra loro.
Nell’arco del campionato diversi step evolutivi hanno fatto presenza. Sforzi profusi di continuo per limare un gap su Red Bull in certi casi quasi imbarazzante. Il ritmo di lavoro è stato molto alto e senza dubbio dovrà continuare in tal maniera percorrendo la curva di apprendimento con profitto. Uno degli obiettivi era quello di sviluppare la vettura il più possibile nel 2023, per comprendere aspetti tecnici rilevanti e al contempo cercare di ottimizzare le risorse.
Secondo le informazioni racimolate da Formula Uno Analisi Tecnica, dopo qualche giorno di pausa comunque meritato, Ferrari provvederà alla mera analisi del mondiale appena concluso. Tirare le somme, in pratica, per sottolineare quello che ha funzionato e quello che invece continua a creare seri grattacapi. Modificare il DNA per trasformare una mentalità affievolita in una vincente, dove la cultura del vittimismo no ha spazio di manovra.
Miami e Zandvoort hanno segnato un chiaro spartiacque, ad esempio. Appuntamenti iridati dove tutto o quasi è andato per il peggio dal quale però, il gruppo di lavoro in fabbrica, è riuscito a trarre insegnamento grazie a quelli da noi definiti in tempi non sospetti come “attrezzi cognitivi“. Una sorta di know how che ha indirizzato il team verso l’impostazione più adeguata, utile a ottimizzare sempre e comunque il pacchetto a disposizione.
Il tutto è stato fatto rendendosi conto delle proprie caratteristiche principiali. Uno studio mirato che ha concesso la possibilità di minimizzare alcuni punti deboli facendo trasparire maggiormente quelli più forti. Conoscere se stessi a livello tecnico è risultato molto importante in questa stagione ma a quanto pare, secondo quello che ci hanno raccontato i diretti interessati, lo sarà ancor di più per la prossima.
Ferrari, progetto 676: la rivoluzione non esiste, parola di Vasseur
La prima vettura disegnata sotto la direzione Frederic svelerà le sue forme al mondo non prima di febbraio. Sarà importante avere le conferme tato attese sulle quali si è speso molto tempo. D’altronde una semplice sgambata in pista è in grado di corroborare o al contrario confutare la bontà del lavoro svolto. Dubbi ce ne sono pochi in questo senso, perchè il team di Maranello è convinto che ai nastri di partenza del campionato 2024 le cose saranno assai differenti.
Uno dei temi “più cari” all’attuale squadra corse riguarda il tipo di atteggiamento specie nei momenti dove le cose non vanno. Aspetto intrinseco che la rossa vuole mantenere e soprattutto affinare. Solo in questo modo la capacità di trasformare i grattacapi patiti i punti forti si palesa. Poi, dal punto di vista tecnico, il supporto deve essere massimo considerando che Ferrari, progetto 676, non ha la minima intenzione di stravolgere l’impostazione. Non sarebbe saggio.
Al contrario il “credo ingegneristico” abbracciato mira a spingere al limite i punti favorevoli della SF-23. Mentre i difetti cronici devono essere corretti, eliminati. Uno di questi senza dubbio riguarda la gestione gomme. Un fatto cruciale in F1. Sembra banale dirlo ma è così: avere una monoposto molto competitiva agevola non poco l’amministrazione delle coperture. Questo perchè la necessità di spingere al massimo per restare incollati ai migliori non è necessaria.
Per il resto è lampante come in linea generale la rossa abbia spesso mostrato un consumo dello penumatico superiore alla media, fattore sul quale si è lavorato parecchio con un focus mirato sulla dinamica sospensiva che, nel prossimo futuro, dovrà essere in grado di produrre l’ottima trazione vista durante tutta l’annata sommata a un degrado in linea con il resto dei competitor. Avere a disposizione una finestra di set up più ampia aiuterà non poco in tal senso.
In ultima istanza un questione che sebbene possa sembrare “di contorno” non lo è affatto. Il manager di Draveil lo sa, non ne fa mistero. Perdere molti punti a causa di un’affidabilità ballerina è uno scenario da non ripetere. Stessa cosa per quanto concerne le operazioni in pista e le strategie a dir poco stravaganti. Insomma… le idee sembrano esserci, la voglia di sorprendere anche. Resta da capire se tutte le belle parole lasceranno spazio ai fatti.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari