A Maranello, poco fuori dai locali della GES, Ferrari ha festeggiato alla grande. Sembra incredibile ma è proprio così! Dopo il terzo posto costruttori, i tecnici presenti hanno preso le poche scocche in loco della “meravigliosa” SF-23 e ne hanno ricavato una bella pira funeraria. In attesa di un evento simile, ci fanno sapere, appena arriveranno le altre scocche, alettoni e fondi dalla trasferta in medio oriente, ultima tappa di questo mondiale dalla potenza narcolettica di diversi megatoni.
Il problema, quando il rogo è entrato nel vivo, con scintille sprigionate ovunque, è che si è alzata una lunga colonna di fumo nerastro e quando se ne è saputo il motivo è subito scattata la denuncia degli ambientalisti. Greta Thunberg ha tuonato sui social contro il “folle inquinamento” generato dalle fibre di carbonio, lanciando pesantissimi strali sulla Ferrari. A poca distanza alcuni parlamentari verdi hanno invece annunciato, nientepopodimeno-ché, una interpellanza parlamentare.
E, dulcis in fundo, una nota associazione di consumatori ha subito annunciato un esposto, per non meglio precisati motivi. Tutte queste cose assieme hanno messo in dubbio il rogo-bis con le scocche di Sainz e Leclerc fresche d’Arabia. Nella peggiore delle ipotesi alcuni tecnici Ferrari (di cui non possiamo fare i nomi) ci hanno spifferato che potrebbero optare per l’uso di un compattatore. Per poi smaltire ciò che resta nel secco-indifferenziato. Sempre bruciato va, ma almeno lo si fa rispettando la legge!
Però poverini, dobbiamo pure capirli a Maranello e dintorni. Non ne potevano davvero più di questa macchina geniale, questo marchingegno diabolico con gli input fondamentali di Mattia Binotto, che sovra e sottosterza, che con le gomme a banda bianca Pirelli sembra un dragamine della prima guerra mondiale, che degli suddetti pneumatici ci ha capito tanto quanto io di fisica quantistica, che sembra un dragster e in curva spancia e vola su Plutone con il rischio di schiantarsi su Atlas Ufo Robot (quello che mangia libri di cibernetica e insalate di matematica). E poi chi lo sente ad Actarus?
Insomma, cavare sangue dalle rape è un mestiere difficile, quasi impossibile, al limite dell’esoterismo. Come a suo tempo l’alchimia cercava la pietra filosofale per trasmutare vili metalli in pregiato oro. E non pare, o almeno così c’è stato tramandato, ci siano stati risultati decenti… E così a Maranello, metteteci tutto assieme e immaginate com’era cominciata e come è finita, è cominciata a serpeggiare, quasi spontanea, la voglia di un gesto eclatante. Ma c’è un altro retroscena che abbiamo scoperto.
A far propendere i nostri per la scelta pare sia stata una “bevuta” generale. Infatti ‘ex TP Binotto che, come sapete, si è improvvisato novello viticoltore e vinificatore con straordinari risultati, ha voluto regalare diverse casse del suo vino “Rosso Opaco-amaro, gradazione SF10,00°” che i nostri, per ingannare il tempo durante l’ultimo fine settimana mondiale, hanno cominciato a tracannare. Ma il colpo di grazia l’ha dato la straordinaria “Grappa Binotto” (che, come si legge nell’etichetta, “vinci un botto”, probabilmente riferendosi ai motori flambé dello scorso anno).
E così, i nostri tecnici in sede, obnubilati dai fumi dell’alcol, e come si sa “in vino veritas”, hanno cominciato a pensare al gesto purificatore, e hanno proceduto di conseguenza. C’era pure chi urlava, evidentemente fuori di senno… “Tieni maledetta… altro che non avrà precedenti in termini di velocità, tie!… Altro che è nata bene… tiè”, prendendo a calci e pugni le povere scocche della sciagurata monoposto. Poi, i miserandi resti sono stati piazzati sopra alcune SF1000 accatastate come fossero degli accendifuoco.
Successivamente è stato cosparso il tutto con una strana benzina Shell che sapeva di pompelmo, residuato del 2017, dando il via al fuoco purificatore, catartico, liberatorio. Quando sul posto sono giunti i vigili del fuoco, hanno capito e, da ferraristi doc, al posto di spegnere l’incendio hanno applaudito questo spontaneo gesto abbracciando i tecnici presenti e piangendo assieme a loro.
Gp Abu Dhabi 2023: Ferrari arriva terza in campionato, Mercedes prima dei perdenti
Leclerc. Voto: 10 e lode. Negli ultimi anni questo circuito era la bestia nera della Ferrari. Non si sa come, Leclerc è riuscito a partire a un soffio dalla pole e a fare una gara costante e consistente.
Max cannibale. Voto: inutile (il voto intendo).
Sainz. Voto: 3. Week end incredibile. Botto iniziale, fuori dal Q1, gara assolutamente anonima. E’ impossibile che con la pur scorbutica SF23 non sia riuscito ad arrivare fra i primi 10.
Strategia su Sainz. Voto: un enigma dentro un mistero dentro un altro enigma.
Gnazzino Ruota. Voto: purtroppo esiste ancora a Maranello. E continua nel suo splendido lavoro…
Safety Car. Voto: al muretto Ferrari la stanno ancora aspettando…
Perez. Voto: speriamo per il rinnovo. Tanto qualche casino lo fa sempre…
SF-23. Voto: terzo posto ampiamente meritato. Una vittoria acciuffata per congiunzioni astrali ed errori Red Bull, il resto qualche acuto e spesso un misero naufragare nelle retrovie… non poche pole position che, notoriamente, faranno pure statistica ma non portano punti…
Mercedes. Voto: il secondo è il primo dei perdenti. E mai come in questo caso è vero. Ovviamente, se fosse arrivata seconda la Ferrari, avrei scritto il contrario elogiandola!
Totone. Voto: seduta di psicanalisi? Il nostro ultimamente sembra molto, molto provato…
Festa Red Bull. Voto: sbadigli…
RB19. Voto: altro che Atlas Ufo Robot…
PS: anticipo già che è in preparazione un pagellone riassuntivo per il “mostruoso” anno che abbiamo vissuto…
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi