La McLaren MCL60 ha subito una netta trasformazione nell’arco della campagna agonistica 2023. Parliamo di una vettura nata sulla base della precedente che, durante la prima parte del mondiale, ha mostrato tutti i suoi limiti in pista. Le cose sono però cambiate in maniera radicale dal Gran Premio di casa, Silverstone, dove le vetture color papaya hanno improvvisamente mostrato una competitività sorprendente, specie considerando il recente passato.
Tuttavia, sebbene i fondamentali della monoposto britannica siano senza dubbio migliorati, restano alcuni deficit da sanare che di fatto, a seconda del tracciato, pesano enormemente sul rendimento dell’auto inglese limitando il potenziale intrinseco. Senza dubbio il problema maggiore riscontrato dagli aerodinamici di Woking consiste nell’efficienza aerodinamica prodotta dal corpo vettura. Troppo scarsa per poter competere ad armi pari con Red Bull e Ferrari.
Parliamo di una questione assai delicata che, secondo le informazioni raccolte dalla nostra redazione, al momento nemmeno i tecnici sanno spiegarsi del tutto. Ci stanno lavorando su parecchio, è ovvio, specie in chiave 2024 quando l’idea di base fondamentalmente è una: realizzare un ulteriore step competitivo per capire se la prossima opera di ingegneria meccanica prodotta dalla McLaren potrà dare del filo torcere, sin dai primi appuntamenti iridati, ai piani alti della classifica. Questa la mera volontà degli omini capeggiati dall’ottimo Andrea Stella.
Tornando al presente resta un round da affrontare nel meglio dei modi. Si cercherà pertanto di “far pesare” al massimo i propri punti forti provando a limare quelli deboli della MCL60. Il tutto passa attraverso la solita e cruciale equazione tecnica alla base delle vetture di nuova generazione: carico/efficienza. Una tematica fondamentale per poter offrire la migliore versione di se sempre e comunque, nonostante alcune piste siano di base più o meno favorevoli.
Gp Abu Dhabi 2023/Anteprima tecnica McLaren MCL60: setup mirato per trovare bilanciamento in frenata. EOSS “critica”
Sebbene la pista di Yas Marina possa presentare sotto certi aspetti alcune caratteristiche analoghe a quelle del tracciato americano che sorge nel bel mezzo del Nevada, nel circuito mediorientale cambia nettamente la mera configurazione aerodinamica delle vetture. Durante il prossimo fine settimana la deportanza al posteriore era molto prossima ai livelli di Monza, mentre ad Abu Dhabi le auto di F1 disporranno di una configurazione da medio o medio-alto carico.
La telemetria relativa alla qualifica nel Las Vegas Strip Circuit ci sottolinea come McLaren soffrisse principalmente due grandi fondamentali: l’EOSS, questione nota da inizio stazione e la fase di frenata. Parliamo di un bilanciamento errato della MCL60 che ha costretto Piastri e Norris ad anticipare costantemente il punto di staccata perdendo tempo, sebbene la velocità minima in curva fosse comunque buona malgrado i limiti imposti dalla configurazione errata.
Volendo proiettare questi dati su quanto potrebbe accadere a Yas Marina, l’aumento della deportanza genera un drag maggiore che di riflesso diminuirà ulteriormente l’efficienza aerodinamica della vettura inglese. L’impostazione sulla messa a punto, pertanto, cercherà di lenire i problemi in fase di staccata grazie al maggiore carico e, con ogni probabilità, non sacrificando in modo eccessivo l’ingresso in curva, i riscontri cronometrici dovrebbero essere all’altezza di quanto atteso.
Il primo settore dovrebbe essere il più “amico” per la scuderia di Woking. Tenendo presente il nuovo layout reso ancor più rapido durante gli ultimi anni, la MCL60 dovrebbe ben figurare nelle curve veloci in appoggio. Di riflesso il setup dovrà tener conto anche del T3 dove, fatta eccezione per la 9, anch’essa ad alta velocità di percorrenza, il resto delle pieghe presenta “angoli” a 90 gradi dove la trazione reciterà un ruolo cruciale. Parliamo di un fondamentale che ha fatto presenza solo in determinate occasioni, peccando di costanza specie nell’ultimo mese.
D’altronde quando la coperta è corta, Ferrari conosce bene questa sensazione da molto tempo oramai, sfruttare appieno le proprie doti non è sempre facile. Al contrario si sceglie spesso di sacrificare qualcosa di buono per rendere meno penalizzanti altri fattori che non si riescono a gestire. Questo punto, in linea generale, sembra l’argomento tecnico che spesso ha frenato McLaren passando da prestazioni strepitose ad altre totalmente incolori.
Autori: Leonardo Pasqual – @PasqualLeonardo – Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: McLaren F1 Team