McLaren e Red Bull si presentano al Gran Premio del Brasile non soddisfatti appieno. Il team di Woking non è riuscita a massimizzare il fine settimana messicano. Piastri al momento sembra aver smarrito il feeling con la vettura visto in Qatar, mentre Norris non è riuscito, con la pressione addosso del “one shot”, a qualificare la propria monoposto nelle Q2. Tuttavia il giovane britannico durante la gara ha conquistato la sesta posizione, dimostrando un gran passo nella seconda parte di gara, dopo una prima metà corsa sofferta con gomme soft.
Il team di Milton Keynes, invece, si ritrova spaccato a metà. Lato Verstappen nulla da eccepire. Una sorta di “robot” programmato per vincere sempre e comunque. Incetta di record e vittorie tanto da rendere noiosa e scontata l’intera campagna agonistica. Per quanto concerne Perez regna confusione e insicurezza. Checo non riesce più a essere un tutt’uno con la propria RB19 e probabilmente è sempre più preoccupato dal suo futuro. D’altronde Ricciardo è in agguato speranzoso di essere nuovamente assunto.
Per la tappa finale di questo triple header il carrozzone della F1 si sposta a Interlagos. La pista che sorge nelle vicinanze di Sao Paolo sollecita le monoposto sotto diversi punti di vista. Le vetture si presenteranno in terra brasiliana con una configurazione da medio-alto carico aerodinamico, essendo il circuito un mix di tratti ad alta velocità di percorrenza intermezzati da un tratto di curve lente.
Gp Brasile 2023/Anteprima Red Bull vs McLaren: MCL60 anteriore puntato per esaltare l’inserimento, EOSS problematica
McLaren arriva in Brasile forte della quarta posizione conquistata in Messico nel campionato costruttori. Conti alla mano sembra difficile un’ulteriore risalita in classica. Nonostante questo, il team guidato da Andrea Stella può ritenersi sicuro della medaglia di legno, date le difficolta che sta riscontrando Aston Martin. È bene ricordare che fino alla gara del Canada, l’ottava del campionato, il team di Woking aveva conquistato solo 17 punti.
La maggior parte delle curve di Interlagos prevede una velocità minima inferiore ai 150 km/h. Sotto questo punto di vista si possono vedere alcune similitudine con la pista del Messico. La messa a punto meccanica della MCL60 verrà esaltata dall’ottima capacità di rotazione, favorita dalla geometria sospensiva, punto di forza della vettura di Woking. Inoltre la buona cooperazione dei triangoli sospensivi con molla, ammortizzatore e terzo elemento, può aiutare i piloti nell’avere la miglior trazione nelle curve dotate di banking.
Tuttavia va ricordato un fatto: la necessità di adottare elementi sospensivi più morbidi per favorire il trasferimento di carico e incrementare il grip meccanico verso il retrotreno. Una monoposto con un anteriore molto solido come la McLaren, pertanto, potrebbe incappare in qualche problema che limita lo spostamento di carico suddetto limitando il grip all’avantreno.
La grande differenza con la pista messicana è il carico aerodinamico installato in vettura. La pista è posizionata a un terzo dell’altitudine del circuito dedicato ai fratelli Rodríguez. La densità dell’aria, che varia seguendo la legge di un esponenziale negativo, è più alta di circa il 20%. L’aumento delle particelle d’ossigeno “non consente” alle scuderie di installare il carico massimo per guadagnare downforce, mentre l’efficienza sui rettilinei torna ad essere molto importante. Motivo per il quale McLaren “giocherà” con il carico installato per non avere un’eccessiva resistenza all’avanzamento.
La “S di Senna” così come la 6 e la 11 richiedono un livello di spinta verticale ottimale per essere effettuate alzando meno possibile il piede dal gas. Per il resto diversi tratti ad alta velocità di percorrenza obbligano al compromesso tecnico che lo storico team inglese dovrà trovare. Si tratta dell’oramai nota equazione della F1, specie in queste wing car moderne, tra efficienza e carico per avere la giusta downforce con un livello di drag non eccessivo.
Gp Brasile 2023/Anteprima Red Bull vs McLaren: RB19, l’efficienza maggiore permette più carico
Per Red Bull la pista di Interlagos ha rappresentato l’unico neo nel girone di ritorno dello scorso anno. Nel 2022 infatti, è stato George Russell a vincere, regalando a Mercedes, team dominatore dell’era turbo-ibrida, l’unica vittoria da Jeddah 2021 sino ad oggi. Nonostante l’en plein di vittorie, il team guidato da Christian Horner vorrà continuare a vincere e macinare record. Il raggio più dolce delle curve e il loro angolo di sviluppo più ampio non dovrebbe dare gli stessi problemi visti a Singapore, sebbene le velocità di percorrenza del T2 siano simili.
Anche in Brasile gli ingegneri capeggiati da Adrian Newey cercheranno un assetto che esalti l’inserimento e la precisione della vettura in ingresso curva. Queste peculiarità sono garantite dai cinematismi della sospensione anteriore, i quali permettendo una risposta perfetta agli input del volante. Questo punto di forza può essere sfruttato nelle curve lente e aiuta notevolmente nella fase combinata di frenata e trazione.
Il carico aerodinamico installato dovrebbe essere leggermente più elevato rispetto ai competitor, grazie alla facilità di penetrazione dell’aria mostrata dalla RB19. Fattore che facilita la percorrenze con una rapidità più elevata. D’altronde è noto a tutti come l’efficienza sia una grande dote della Red Bull. Nelle curve da trazione, sebbene non siamo molte, il team austriaco cercherà di far valere le sue buone doti anche se spesso non all’altezza rispetto a quelle della Ferrari.
Per il resto vale la pena sottolineare un fatto. In configurazione gara i bolidi colorati di blue racing restano imbattibili. Il loro gap tra qualifica e gara è decisamente più ristretto, potendo garantire un passo rapido con altro quantitativo di carburante a bordo. Secondo le informazioni raccolte dalla nostra redazione, il Cavallino Rampante è considerato da Red Bull il primo sfidante in Brasile.
Autori: Leonardo Pasqual – @PasqualLeonardo – Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Oracle Red Bull Racing – McLaren F1 Team