Riavvolgiamo il calendario a Domenica 17 settembre 2023 quando si è disputato il Gran Premio di Singapore. La gara deviante, il gran premio che ha rotto momentaneamente il monologo di Max Verstappen permettendo alla Ferrari, con Carlos Sainz, di ottenere l’unica vittoria nella stagione di F1 2023 di una monoposto che non fosse la RB19.
Ci siamo divertiti a guardare quell’evento. E non per il gusto di veder fallire i più bravi della classe, ma semplicemente perché l’esito della gara è stato incerto fino all’ultimo istante. La Ferrari davanti a giocare d’astuzia col cronometro per tenere la McLaren esposta al DRS aperto delle due Mercedes che, con una strategia diversa, sopraggiungevano da dietro come furie. I tentativi di Lando Norris, Lewis Hamilton a incalzare George Russell, quest’ultimo a commettere un errore fatale che lo ha messo fuori da giochi all’ultimo istante. Insomma, quel trenino a quattro ci ha fatto sobbalzare dalle sedie e divertire parecchio.
Mentre là davanti, a modo loro, quattro piloti facevano la storia del campionato, Max annaspava più indietro attardato da una vettura fuori assetto. Gli errori del team anglo-austriaco, per una volta, ci hanno lasciato intravedere la Formula Uno che ha in mente Liberty Media e per la quale la FIA ha riscritto le regole introducendo le wing car che avrebbero dovuto produrre una categoria più combattuta. Anche col supporto del meccanismo ATR e del pilastro finanziario rappresentato dal budget cap. L’esaltazione è durata una gara, poi Verstappen ha ripreso le redini e le ha infilate tutte fino alla fine dell’anno riportando la prevedibilità ad essere grande protagonista.
F1: convergenza prestazionale per realizzare la visione di Liberty Media
Se il 2023 si fosse giocato senza la Red Bull avremmo probabilmente assistito a uno dei campionati più equilibrati di sempre con quattro squadre in lizza per la vittoria (Aston Martin, McLaren, Ferrari e Mercedes) e otto piloti a prendere possesso, di volta in volta, del gradino più alto del podio. Un sogno a tinte forti per i dirigenti di Englewood che sperano che l’onirico desiderio prenda forma e sostanza già l’anno prossimo grazie all’agognata convergenza prestazionale, concetto tanto nominato quanto, per ora, indefinito nei contorni.
Ma non è solo Liberty Media a credere che già prima del 2026, anno dell’ennesimo rimescolamento del mazzo di carte, la serie iridata possa finalmente diventare la casa dell’imprevedibilità. Affinché ciò accada è necessario che gli inseguitori si presentino già dal 2024 con vetture capaci di stare in scia della Red Bull il cui vantaggio tecnico è forse più grande di quello mostrato in un 2023 in cui ha potuto giocare col cronometro per manifesta incapacità dei rivali di far il solletico alle creature di Adrian Newey.
Liberty Media – non ne ha mai fatto mistero pur non alludendone pubblicamente – immagina di realizzare una F1 in stile IndyCar: meno sfida tecnica grazie a un livello di standardizzazione più elevato e piloti decisamente più preponderanti del mezzo nella definizione dei valori in pista. Visione delle corse tipicamente americana che fa fatica a prendere quota in uno sport che prova a non perdere la sua anima europea.
Un altro soggetto statunitense pensa che la Formula 1 possa diventare la casa dell’ultra competitività, ossia Zak Brown, CEO della McLaren e fiero sponsor del budget cap che intendeva ancora più ferreo di quello che poi è stato deliberato dopo un lungo contrasto politico che si consumato con la Ferrari a spingere per un tetto molto più elevato.
“Se si guarda una delle liste dei tempi al termine di una qualifica tenutasi quest’anno, ci si accorge di quanto anche le squadre arrivate in nona e decima posizione nei costruttori siano state spesso in grado di arrivare in Q3. Molto probabilmente vedremo sempre gli stessi piloti lottare per il mondiale, ma credo che la F1 sarà molto più avvincente nel 2024”. Questo il pensiero espresso da Brown a Soymotor.
“Penso che la situazione sarà molto più simile alla IndyCar, dove ci sono diversi piloti in grado di vincere gare. Con l’alternanza di piloti che c’è stata sui podi credo che avremmo vissuto un campionato molto diverso se Max avesse commesso degli errori. Ritengo che potremmo vedere fino a otto piloti contendersi le vittorie nel corso dei weekend di gara”, ha spiegato il n°1 della McLaren che molti individuano come il vero avversario della Red Bull in chiave 2024.
Chiaramente non bisogna fare i conti senza l’oste. Tutto dipenderà da quanto margine avrà ancora nel taschino Adrian Newey. Se la RB20 sarà ingiocabile come il modello che l’ha preceduta si può dire addio alla convergenza prestazionale e all’idea che i valori tecnici possano essere livellati. Anche perché, dopo un altro ipotetico anno dominato da un unico soggetto, è inverosimile che nel 2025 le squadre si sforzino per recuperare terreno quando l’anno successivo c’è un nuovo corpo normativo da cavalcare.
“Tutto dipenderà da Verstappen e dalla Red Bull – ha messo in guardia Brown – Ovviamente se continueranno ad esibirsi al livello del 2023 sarà complicato per tutti. Credo però che le prestazioni convergeranno e quel momento non è così lontano”. Speranza o parabole tecnica che deve compiersi? Questo lo capiremo solo nel corso della stagione senza emettere verdetti definitivi dopo le prime gare.
E’ stata proprio la McLaren a dimostrare che è possibile prodursi in recuperi quasi miracolosi in corso d’opera. A questa capacità di reazione non si aggrappa solo Woking ma la Formula 1 nella sua totalità. La partita per il 2024 – e per gli anni a venire – non si gioca solo in pista, ma soprattutto nelle fabbriche in cui staff tecnici si sfidano a distanza avendo finalmente capito che la filosofia da seguire è quella definita dalla Red Bull.
Ecco perché c’è chi ritiene che Milton Keynes abbia minori margini di sviluppo rispetto ad una concorrenza attardata che, pensando di aver capito i trucchi del mestiere, ritiene di poter colmare il gap. A meno che quel geniaccio di Adrian Newey non abbia in serbo altre sorprese tenute ben celate in un 2023 in cui non è stato necessario somministrare tanti sviluppi a una monoposto soverchiante.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, McLaren, Oracle Red Bull Racing