giovedì, Novembre 14, 2024

F1, Sprint Race: un format “irrequieto” che non soddisfa appieno

La F1 del 2024 presenta poche novità. All’interno della cornice di un regolamento stabile ed immodificabile fino al 2026 e che genererà monoposto che andranno in continuità con i modelli del biennio 2022-2023, la stagione si svilupperà su 24 gare. Nessun circuito nuovo rispetto all’anno passato se non Imola, saltata a causa dell’alluvione, e Shanghai, vecchia conoscenza che ritorna finalmente dopo gli anni difficile del Covid-19

Riconfermati anche i sei weekend sprint che ormai sono una colonna del modello tutto intrattenimento voluto da Liberty Media Corporation. I teatri protagonisti degli eventi saranno Shanghai, Miami, Austria, Austin, Brasile e Qatar. C’è la possibilità – se ne è discusso nella F1 Commission – che il meccanismo delle qualifiche o della stessa gara breve siano oggetto di ulteriori modifiche.

Negli anni il sistema ha subito variazioni che, a quanto pare, non soddisfano appieno la proprietà che punta ad accrescere ulteriormente la quota media dei tifosi collegati per vendere ancora meglio il prodotto. Il weekend sprint deve essere necessariamente perfezionato, soprattutto su questioni correlate, come quella inerente il Parco Chiuso.

F1
la Ferrari SF-23 all’interno dei box durante la stagione 2023

F1, Sprint Race: modifiche al Parco Chiuso e non solo

Dopo il fine settimana del Gran Premio di Austin le critiche al Parc Fermé sono deflagrate. L’accusa è che il sistema non sia compatibile con il formato a gara veloce perché limita al solo turno del venerdì mattina la definizione dell’assetto. I fatti texani sono noti: due vetture, la Ferrari n°16 e la Mercedes n°44, non erano risultate conformi all’Articolo 3.5.9 comma E del regolamento tecnico. 

La squalifica per Leclerc e Hamilton era quindi scattata automatica e inappellabile. Entrambi i team coinvolti, dopo le osservazioni di Jo Bauer, delegato tecnico della FIA, avevano inviato un rappresentante per parlare con i commissari provando a spiegare che l’elevata usura dei pattini antiscivolo era stata probabilmente il risultato della combinazione scaturente da una pista accidentata e dal programma di gara sprint che aveva ridotto al minimo il tempo per impostare e controllare la vettura prima della gara.

Giustificazioni comprensibili ma che non potevano generare deroghe non previste dalle norme. I commissari non avevano potuto far altro che escludere le due auto dall’ordine d’arrivo. In altre circostanze nessuno avrebbe effettuato rimostranze, ma il fatto che Austin coincideva con un weekend sprint ha di fatto scatenato le reazioni di sanzionati e non. Quel che è nato è un movimento trasversale che invoca a gran voce alcuni cambiamenti nel sistema della Sprint Race in modo da evitare che alcune squadre possano incappare in situazioni analoghe a quelle statunitensi.

Ma non si tratta dell’unica falla nel meccanismo. Ciò che manca, soprattutto alla garetta da 100 km, è quel pizzico di pepe che rende la pietanza più gustosa. Sovente i GP sono stati una teoria di trenini senza guizzi che, invece, potrebbero essere garantiti da un mezzo artificio che avrebbe il merito di portare un po’ di imprevedibilità: una sosta ai box imposta che determinerebbe anche un ventaglio di scelte di pneumatici più ampio. 

F1
amministratore delegato della McLaren Racing

Zak Brown, patron della McLaren ha avanzato una proposta che potrebbe essere di non difficile realizzazione: “Credo sia necessario rivedere il format e lo stiamo facendo”, ha spiegato al podcast Track Limits.Ritengo che le soste obbligatorie ai box sarebbero una buona cosa. Se avessimo gomme super morbide che si consumano a metà gara bisognerebbe prendere la decisione di tenerle o di cambiarle”. 

“Credo che sarebbe un modo per condensare la gara in un mini-gran premio e renderla più efficace, perché al momento non c’è una strategia”. Punto di vista interessante che sarebbe più semplice da mandar giù rispetto a provvedimenti cervellotici come quello pensato, tra gli altri, da George Russell che spingeva per la griglia invertita. Un artificio troppo grosso anche per il meno reazionario dei tifosi.

Chiaramente siamo nell’alveo delle proposte che, nel caso, vanno vagliate dalla F1 Commission che è preposta alle modifiche normative di tale portata. C’è tutto il tempo per cambiare le cose già nel 2024. Anche perché la Formula Uno ci ha abituati a cambiamenti last minute, specie quando questi incontrano i favori della squadre.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1, McLaren

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