Ferrari nutre un chiaro obiettivo per la campagna agonistica 2024: realizzare uno step evolutivo in grado di fornire tanta competitività al progetto 676. Ci stanno lavorando da tempo a Maranello, convinti che correggere i difetti della SF-23 massimandone i pregi possa funzionare. Il target mira al raggiungimento prestazionale della Red Bull, capo fila tecnico dell’attuale corpo normativo. Per farlo non andrà in atto una vera e propria rivoluzione.
Al contrario l’approccio utilizzato prevede interventi mirati in precise aree della monoposto. Si è deciso per una condotta molto simile a quella utilizzata dalla scuderia di Milton Keynes lo scorso anno che, conti alla mano, ha reso fattuali gli sforzi profusi durante l’inverno. A confermare queste parole le dichiarazioni dello stesso Frederic Vasseur. Il manager di Draveil è stato molto chiaro su questo punto, svelando di fatto l’impostazione futura.
Senza dubbio i grattacapi dell’ultima rossa erano diversi. Sulle nostre pagine gli abbiamo analizzati con perizia durante l’anno, cercando risposte plausibili verso una competitività spesso assente. Un comportamento, quello della vettura italiana, che spesso ha rasentato il bizzarro. Uno squilibrio prestazionale apparso in diversi scenari competitivi che poco a poco, nell’arco della stagione, malgrado la “limitante scure” del budget cap, è stato in gran parte corretto.
Uscire dall’empasse tecnica verso una strada più redditizia per abbracciare dettami più efficienti all’interno del corpo normativo. Una volta raggiunto questo intento, a margine di tante ore spese in pista per testare la vettura durante tutto il week end, è finalmente arrivata una certa consapevolezza. Un aspetto necessario per configurare al meglio il progetto 676 nato, a quanto ci hanno fatto sapere, su basi certamente più solide di quello passato.
Ferrari 2024: impostazione tecnica per evolvere la vettura e massimizzare il rendimento
Nella giornata odierna abbiamo realizzato l’ennesimo focus concernente il sistema sospensivo anteriore. Messa a confronto con il resto delle vetture, la scelta tecnica realizzata dal Cavallino Rampante ha mostrato diversi problemi. Parliamo di una condizione limitante sul front end che di fatto ha troppo spesso sbilanciato la piattaforma aerodinamica dell’auto. Lo scarso grip all’anteriore ha reso difficile “settare” la SF-23 che di riflesso ha sofferto una finestra di funzionamento assai ridotta rispetto alle potenzialità della monoposto.
Recupero di Camber: abilità “endemica” dello schema sospensivo di una vettura di F1 nel mantenere stabile l’inclinazione statica della ruota. Tale caratteristica non ha fatto presenza in Ferrari. Aspetto che ha prodotto una serie di inconvenienti di difficile risoluzione. L’analisi tecnica da noi realizzata spiega nei dettagli come le decisioni prese a monte, con le gambe sotto il tavolo, hanno frenato la competitività della rossa nell’ultima stagione dominata dalla Red Bull.
Vien da se come il reparto dedicato alla dinamica del veicolo abbia lavorato parecchio sotto questo profilo. Il target mirava a modificare la cinematica all’anteriore per il 2024 e dotare la prossima opera di ingegneria aero-meccanica modenese di un avantreno assai solido. Il tutto considerando che a livello aerodinamico, l’interazione tra ala e sospensione anteriore recita un ruolo cruciale in merito al rendimento dell’auto.
A capo del progetto 676 per il momento resta in sella Cardile. L’ingegnere nativo di Arezzo ha dato prova delle sue alte abilità nel recente passato e il nuovo corso gestionale targato Vasseur, dopo la necessaria “epurazione” di Mattia Binotto, in accordo con l’eforato supremo composto da John Elkann e Benedetto Vigna ha fornito carta bianca all’ingegnere quarantottenne. Innanzi tutto, come sappiamo, il buon Enrico ha scelto un piano di sviluppo continuativo durante il mondiale.
Destinare tutti gli sforzi al prossimo anno poteva essere utile avendo le idee chiare, supportati da una base tecnica corretta. Al contrario, proporre diversi up date sino ad autunno inoltrato ha reso la “curva di apprendimento più rettilinea”. Un percorso essenziale sul quale costruire un domani migliore. Una finalità mirata che pare aver funzionato non poco. Cardile è sempre stato di poche parole negli ultimi anni ma di recente è tornato a esprimersi guardando al futuro.
Il toscano mostra congruenza in relazione alle parole di Vasseur, sostenendo che Ferrari è stata capace di chiudere una parte del gap su Red Bull sofferto a inizio stagione. Il recupero prestazionale è avvenuto grazie alla comprensione della monoposto. Nozioni tecniche che hanno evitato una rivoluzione, potendo “semplicemente” evolvere la vettura, migliorarne i tratti distintivi insufficienti a livello prestazionale e superare i tanti limiti della SF-23. Ciò non toglie un fatto: la monoposto 2024 sarà certamente diversa…
Autore: Silvia Napoletano – @silvianap13
Immagini: Scuderia Ferrari