Due vittorie, cinque pole position e sedici podi. Questo il bottino di caccia di Carlos Sainz da quando ha messo piede in Ferrari. Pingue o magro che sia, lo spagnolo, lasciata la McLaren per fare il grande salto nella scuderia più famosa e più titolata di sempre, immaginava di poter contare su vetture più performanti e che fossero in grado di condurlo con sistematicità alla lotta per il gradino più alto del podio.
I numeri in alto sciorinati raccontano di una realtà fatta di macchine poco performanti e di un adattamento alla nuova generazione arrivato dopo diversi patimenti e a seguito di un 2022 che, nonostante la vittoria di Silverstone, la prima in carriera, ha assunto i connotati del calvario visto che la distanza dal compagno di squadra è stata mediamente e costantemente troppo elevata.
Ferrari: i desideri di Carlos Sainz
Nel giorno dell’antivigilia di Natale, con gli ultimi regali da comprare in extremis, Sainz ha fatto la sua letterina a Santa Claus – e a qualcuno un po’ più in alto – facendo una richiesta ben precisa ma che difficilmente sarà esaudibile: “Chiedo al 2024 una macchina per vincere. Se vinceremo o meno, lo sa solo Dio. Chiedo di poter iniziare ogni weekend pensando di poter vincere”. Hai detto niente, Carlos!
Parole che il ferrarista ha rilasciato a Dazn Spagna, quindi condizionate dal fatto di rivolgersi a una platea amica e tifosa. Lo stesso Sainz, in altre circostanze, aveva però espresso concetti ben più ponderati parlando di una Red Bull difficile da agguantare nel breve volgere di un inverno. Il vantaggio della RB19, che spesso è rimasto parzialmente celato, potrebbe quindi essere ben più corposo di quello visto nell’arco di 22 gare che non sono state un monologo pieno grazie proprio al madrileno che a Singapore ha spezzato la striscia dei record.
Sainz, oltre a sognare una macchina per primeggiare, in fondo vorrebbe anche dimostrare di essere all’altezza di quel Leclerc che, anche se la Ferrari non lo definisce a chiare lettere, sembra essere la prima guida deputata: “In ogni gara io e Charles siamo a mezzo decimo l’uno dall’altro, siamo sempre vicini. Ha una grande abilità nel giro secco e anche in gara nel rimontare e guadagnare posizioni alla partenza. Siamo un’ottima coppia”.
“Siamo due piloti che vanno molto d’accordo e credo che per la squadra avere due che si spingono a vicenda sia l’ideale. Tra noi c’è una sana competizione, ma la priorità resta sempre la squadra. Personalmente cerco di mordere quando devo e di controllarmi quando è necessario controllarmi”.
Dichiarazioni che lasciano immaginare che il rinnovo sia prossimo dopo aver passato lunghi mesi a riflettere su diverse opzioni che si erano presentate anche grazie al lavoro sottotraccia svolto del suo entourage, con papà Sainz a verificare la disponibilità di Audi di tesserare un pilota che ha più volte ammesso di non voler cominciare il 2024 senza il rinnovo contrattuale in saccoccia.
Stando anche a quanto spiegato da Frédéric Vasseur durante l’incontro stampa prenatalizio, i prolungamenti dei due conducenti sono a buon punto. Anche se quello di Charles dovrebbe essere più lungo. E non solo per questioni anagrafiche, ma perché, come ribadito, il Cavallino Rampante crede che il monegasco possa essere l’uomo che riporterà il titolo in Italia.
Un mondiale che manca da un’era geologica considerando l’anno di nascita della Formula Uno e che avrebbe importanti risvolti commerciali e pubblicitari. Perché una Rossa in cima al mondo è un traino potentissimo. “Quando tornerà a vincere la Ferrari? Non posso rispondere per il ruolo che ho. Da tifoso mi auguro presto, è un qualcosa che tutti quanti vogliono”.
“Non sta a me commentare la situazione di Maranello, ma mi auguro che accada il prima possibile, senza ombra di dubbio”. Queste le parole di Stefano Domenicali che non si è potuto sbottonare ma che nemmeno ha saputo celare il legame con un team per il quale ha prestato servizio per oltre vent’anni.
Al di là di quelli che sono i desideri di Sainz e le speranze della proprietà della Formula Uno, il cammino per Maranello verso la vetta dorata resta difficile. E per questo Vasseur resta con i piedi ben piantati al terreno senza lanciarsi in voli troppo radenti al sole. Il titolo piloti manca da lontanissimo 2007 e forse serve ancora del tempo per rendere concrete le condizioni per vincerne un altro che farebbe letteralmente esplodere la nutritissima tifoseria rossa.
In fabbrica si lavora con fiducia e realismo che si fondono in un mix necessario. Il 13 febbraio sarà svelato il progetto 676 dui cui sapremo anche il nome definitivo. E chissà che le preghiere di Carlos Sainz non vengano nel frattempo ascoltate…
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari