A volte gli effetti di alcuni eventi sono molto più grandi di quelli che avevano avuto nel momento in cui si sono consumati. Ne sa qualcosa la Mercedes che ha fondato la sua campagna tecnico-sportiva su un errore percettivo piuttosto marchiano commesso nel 2022 e che ha negativamente condizionato il mondiale 2023. In Ferrari, dove vi sono attenti osservatori del mondo circostante, intendono guardarsi bene dal cadere nelle stesse inficianti dinamiche.
A cosa alludiamo? Ovviamente al Gran Premio del Brasile 2022 in cui la W13 diede scacco alla Red Bull con una doppietta inattesa che illuse il comparto tecnico che i problemi avuti a inizio anno fossero definitivamente stati superati. Idea che fece ritenere che il concept zero sidepod fosse ancora capace di essere efficace e soprattutto di poter contrastare la filosofia definita dalla Red Bull.
“Confermare il concept zero sidepod nel 2023 è stato un grande errore, ma difendo questa scelta, perché alla fine avevamo vinto in Brasile. Ogni squadra avrebbe preso quel weekend come base per la nuova stagione. Più di metà del team era convinto che la situazione si stesse risollevando”. Con queste parole Toto Wolff ha ammesso il flop che di fatto ha aumentato il ritardo della scuderia nei confronti di una Red Bull che si è fatta addirittura soverchiante.
Ferrari studia Mercedes per evitare le stesse topiche
Il trionfo della Ferrari a Singapore sta al 2023 come la vittoria di George Russell a San Paolo del Brasile sta al mondiale 2022. La proporzione è presto fatta? No, neanche per sogno! A Maranello sanno benissimo che quella singola sortita non ha alcun valore tecnico e che non può essere la trave su cui erigere altri piani di una struttura che deve essere solida e robusta.
La Red Bull, al Marina Bay Street Circuit, è incappata in una giornata no, esattamente come accadde nel 2022 in Brasile. Una serie di circostanze hanno portato fuori strada gli ingegneri che non hanno definito il giusto assetto. Perez e Verstappen non hanno potuto far altro che navigare nelle difficoltà e vedere Ferrari, McLaren e Mercedes giocarsi la vittoria in una gara tiratissima che Sainz, con sagacia e molta abilità tattica, ha portato a casa spezzando la striscia di vittoria della squadra di Milton Keynes che durava da tempo immemore.
Una soddisfazione, uno sfizio, un fattore che non ha spostato di una virgola le scelte che Enrico Cardile e i suoi avevano già effettuato. Ossia abbandonare il concept in uso per spostarsi verso altre concezioni tecniche che molto probabilmente sono quelle adoperate proprio dagli anglo-austriaci.
Ferrari, difatti, ha deciso molto presto di battere altri percorsi e per tale ragione non si è prodotta, ad un certo punto della stagione, in ulteriori migliorie per una vettura nata male e che aveva dimostrato di non possedere grandissimi margini di miglioramento. Carlos Sainz, lo spezzatore di nastri trionfali, ha parlato ai media spagnoli proprio della tentazione di aggrapparsi agli eventi singaporiani pensando che possano essere la fionda che lancia il progetto 676 nell’iperspazio.
“Mercedes, che ha vinto in Brasile, ha visto quella macchina sotto una buona luce. Hanno pensato di poter arrivare al 2023 sviluppandola visto che non erano così lontani’. Ma il 2023 ha dimostrato che non era la scelta giusta e hanno dovuto reimpostare un po’ il percorso”. Sintesi perfetta del concetto di lucidità interpretativa. Se questo modo di ragionare è stato assimilato dai tecnici guidati da Cardile allora il 2024 del Cavallino Rampante può essere accordato con un diapason funzionante.
Sainz ha citato la McLaren come esempio tangibile da seguire. Woking, partendo da una monoposto debole, adottando i giusti correttivi, ha ridato senso alla stagione ma soprattutto a un progetto tecnico che nel 2024 potrebbe continuare il suo percorso di avvicinamento alla vetta. “Quando si colpisce la chiave giusta – ha spiegato il madrileno – si possono fare passi avanti molto rapidi. Spero che sarà così anche l’anno prossimo“.
La Ferrari del prossimo anno sarà una vettura di rottura col passato recente. Frédéric Vasseur ha riferito, nell’incontro stampa prenatalizio, che saranno oggetto di cambiamento il 95% delle componenti rispetto alla SF-23. Una rivoluzione in un bicchiere perché si parla di una cosa piuttosto normale da un anno all’altro. La differenza non la farà la quantità di pezzi ridisegnati bensì il loro funzionamento integrato.
Sainz non si lascia trasportare dall’ottimismo ma, in maniera pragmatica, crede che la Rossa possa avere gli strumenti giusti per rientrare nel giro che conta: “Come squadra dovremmo essere in grado di recuperare. Essere in grado non significa che lo faremo, è davvero un passo grande da fare l’anno prossimo. È un obiettivo difficile, non solo per la Ferrari, ma anche per l’Aston Martin, la McLaren e la Mercedes. È difficile per qualsiasi squadra che voglia togliere il mondiale alla Red Bull, soprattutto dopo la stagione che ha avuto”.
Realismo ma anche un pizzico di speranza: “Se c’è qualcuno in grado di farlo – ha chiosato Sainz – quel qualcuno è la Ferrari. Soprattutto dopo il modo in cui abbiamo finito la stagione e dopo i progressi che abbiamo mostrato“. Per provarci sarà necessario non sbagliare un singolo colpo. Per questo la vittoria di Singapore non è stata fumo negli occhi degli uomini di Maranello che invece hanno una visione molto nitida sul da farsi.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1 Team, Scuderia Ferrari